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Finalmente fu domenica. Niente scuola!
Feci colazione e poi salii in camera mia per fare i compiti.
Verso le 11 mia madre mi chiamò e mi disse che dovevo andare a prendere del pane in paese.
Così uscii dalla porta di casa e presi la mia bicicletta arrugginita.
Sentii una voce che mi chiamava.
<< Ehi Soledad! Fermati!>>
<<Oh, Ciao Josh >>
<<Dove stavi andando così in fretta?>>
<<A prendere del pane...>>
<<Ok, ti posso accompagnare? >>
<<Certo>>
Arrivammo in paese e prendemmo il pane.
<<Vuoi fare un giro al parco? >>
<<Ehm...ok!>>
Arrivati al parco Josh raccoglie una rosa rossa e me la porge.
Rimango sbalordita.
Mi fissa e mi accorgo che si sta per mettere a piangere.
Lo abbracciai. Uscirono delle lacrime dai suoi occhi.
<<Perché piangi Josh? >>
<<Ieri ho ricevuto una notizia straziante...mio padre mi ha detto che domani verranno a casa nostra degli ufficiali tedeschi per controllare la casa...se scoprono che siamo ebrei ci uccidono. >>
Rimasi senza parole. Ci fissammo per un attimo che sembrò un'eternità.
Si avvicinò sempre di più a me.
<<Ho paura che non ci potremmo più rivedere>> disse mentre cercava di asciugarsi le lacrime.
Lo abbracciai forte e gli dissi:<< Dai non dire così... Vedrai che troveremo un modo per non farvi catturare da quei maledetti nazisti. >>
Mi staccai da lui e guardai l'orologio. <<È tardissimo devo ritornare a casa! Io vado Josh. Ci vediamo oggi pomeriggio ok?>>
<< Si, ti aspetto dopo pranzo al davanti a casa tua. A dopo>>

Dopo aver pranzato, mi ricordai improvvisamente dell'incontro con Josh allora corsi immediatamente in camera mia e scelsi molto velocemente fra quei pochi vestiti che avevo. Presi la mia borsa e uscii avvisando i miei genitori.
Josh era già lì e mi stava fissando.

Libera Come Una FarfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora