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24/12/2005


Caro Charles,

tra un giorno è Natale e non potrei essere più contento di ciò.

Sto cercando delle scuse per scusarmi del fatto che ti sto trascurando, ma non ne trovo nessuna, quindi scusami.

Non so cosa mi sia preso in questo periodo, so solo che sono successe troppe, troppe cose. Belle e brutte.

Quali vuoi sapere per prime?

A volte dimentico che scrivo ad un diario, ma per me è come se tu fossi qui con me.

Lascia stare Charles, mi sento stupido.

Comunque, voglio cominciare a dirti una bella cosa che mi è successa a Novembre, il mese più speciale del 2005, per me.

Ho sconfitto la mia paura del pubblico e ho suonato un pezzo di Ludovico Einaudi con il pianoforte, si chiama Nuvole Bianche, non so se conosci.

Mi sà che non ti ho mai raccontato della mia passione per la musica, ma in fin dei conti ho cominciato a suonare il piano in questi ultimi due mesi in cui non ti ho scritto, colpa mia.

Era presente tutta la scuola, compresi i miei gentori e quelli degli altri a vedermi. E' stato troppo emozionante, Charles, credimi.

Appena ho iniziato a suonare non ho pensato più a niente. I pensieri che avevo in testa sono spariti e ho ascoltato solo la melodia che producevo.

Le gambe era come se volassero, come le mie mani e la testa. Ho chiuso gli occhi e ho viaggiato.

Quando ho riaperto gli occhi, mi sono visto intorno e ho osservato il viso della maggior parte della gente in sala. Alcuni mi osservavano, altri si erano evidentemente emozionato, date le lacrime che colavano ed altri dormivano. Charles, purtroppo non a tutti affascina il piano.

In ogni caso, il mio sguardo si è concentrato sui miei amici in seconda fila che applaudivano con tutta la forza e su Dimitri, ovviamente, che faceva parte del gruppo di persone che mi osservavano.

Sembrava come se queste persone che mi fissavano non se lo fossero aspettato, da uno come me, di suonare così.

Non mi sto vantando, Charles, ma ho suonato benino.

Dopo, sceso dal palco, ho ringraziato la mia professoressa di musica e mi sono diretto verso i miei genitori e li ho stretti a me.

Mentre stavo uscendo dalla scuola per andare a casa, mi sono sentito una mano che ha stretto la mia e che mi ha fatto girare.

«Enea sei stato strepitoso! Mi hai fatto emozionare.» ha urlato Maria stringendomi a sé.

«G-grazie» ho risposto, con poco fiato dato che mi restava poco fiato.

«Non riesco a respirare»

«Oh, sì certo. Scusami» ha detto Maria allontanandosi da me pian piano.

Stavo morendo dalla voglia di saperlo, quindi gliel'ho chiesto senza pensarci due volte.

«...Hai, per caso, notato cos'ha fatto Dimitri?» ho domandato con voce bassa.

«AH! Vengo qui vicino a te e tu pensi a lui?» ha detto scherzosamente Maria, facendomi arrossire.

«Scusami» ho risposto, mentre abbassavo la testa.

«Ma figurati, stavo scherzando! Comunque... ehm, no, ero troppo concentrata su di te, ma puoi chiederlo a Greta, aveva il posto vicino a lui»

«Ah»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 30, 2015 ⏰

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