Capitolo 3

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''Non avrei mai pensato di dirlo.. Lena, non ti credo, perché avrebbe dovuto baciarti? La nostra amicizia è finita. Non voglio vederti mai più'' disse Cloe. Si vedeva che ciò che aveva appena detto non era stata una passeggiata per lei. Con queste parole Cloe se ne andò, seguita a ruota da Alexander che, all'ultimo, si girò verso Lena.

''Ci vediamo tesoro'' disse scoppiando in una fragorosa risata ghignando, per poi andarsene.

Lena rimase sola, nella neve, al freddo. Aveva ricominciato a nevicare.

Erano le 7 di sera ormai e Lena era ancora immobile a fissare il punto in cui se n'era andata quella che fino a poche ore prima era una delle sue più care amiche. Una vibrazione nella tasca destra la fece ritornare alla realtà. 8 chiamate perse dalla madre. Lena si risvegliò da quello stato vegetale e si precipitò a casa, sua madre sarebbe stata furiosa.

Quando Lena arrivò a casa non ebbe nemmeno il tempo di chiudere la porta che la sua guancia si infiammò per lo schiaffo della madre.

''Come ti sei permessa di non rispondere alle mie telefonate? Sparendo per delle ore!'' sua madre era rossa come il sangue dalla rabbia.

''''Scusa...' non valeva nemmeno la pena di sprecare fiato in spiegazioni che senz'altro sarebbero state inutili.

''Adesso muoviti e vaia cucinare la cena, quell'isterica viziata di tua sorella sta piangendo da ore''. Lena si precipitò ai fornelli m cucinando e cercando di far calmare la povera sorellina.

Quando ebbe finito di dar da mangiare alla piccolina, la portò al piano superiore e la mise a dormire.dopo averle raccontato la quotidiana favola della buonanotte.

''... e così Alice si svegliò accanto alla sorella alla quale racconto il suo buffissimo sogno''

Lena divideva la camera con la piccola Milli da quando quest'ultima era nata. La camera era molto rand, di forma semi-circolare, le pareti sfumate da un color azzurro chiaro, di quelli che si vedono solamente nelle giornate di pieno sole, alla base, fino a un intenso blu notte sul soffitto, dove vi erano incastrate delle minuscolo lucine che simulavano delle stelle quando accese. Il letto di Lena Era uno di quelli un po' più antichi, con la testata in ferro. Ma la parte preferita da Lena era la piccola biblioteca segreta posta dietro ad un'apparente libreria comune. Lì, Lena si rifugiava quando era piccola e i suoi genitori litigavano. Si chiudeva li dentro per, leggendo ad uno ad uno tutti i generi; da Shakespeare a Bukowsky , da J.K. Rowling a Kurt Vonnegut, e via dicendo. Ogni anno per Natale e per il compleanno chiedeva dei libri, quasi sempre. Quando non chiedeva dei libri, chiedeva delle matite, o una pianola o degli spartiti nuovi. Amava la lettura, il disegno e la musica.

Sulla parte opposta a quella dove stava il letto di Lena, posta esattamente di fronte ad esso, vi era una grandissima finestra, con un piccolo davanzale interno dove Lena si sedeva tutte le sere dopo aver messo a letto la piccola Milli, lì si metteva a leggere. Ogni tanto dava un occhiata al cielo stellato, era quello il suo momento preferito della giornata.

Quella notte, Lena fece un sogno strano.

... ero affacciata alla finestra della mia camera, stavo osservando le stelle. Una in particolare attirava la mia attenzione. Stavo leggendo un libro che non conoscevo, in una lingua che non sapevo, scritto con una scrittura che non comprendevo. Stavo cercando di capire quello che c'era scritto quando sento che sto cadendo nel vuoto, tutta la stanza intorno a me comincia a ruotare. Poi, il buio più totale. Ero completamente avvolta dalle tenebre. Ne ero circondata. La sensazione era di cadere costantemente, senza fermarsi mai.











Come ghiaccio che si scioglie al fuoco// Peter PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora