"Fai come vuoi"

58 7 4
                                    

Capita di incontrare tanta gente, ogni giorno. Persone felici, tristi, arrabbiate, scocciate, stanche, depresse, euforiche, annoiate, impassibili.
Io non so bene dove sarei classificata.
Mi chiamo Isabel Hall, e vivo a Londra.
E la mia vita non è un film. Lo so, la vita della gente è reale, non una pellicola.
Ma, avendo sempre amato i film, mi hanno creato in testa un modello di vita perfetta che bisognerebbe vivere.
E voglio rendere la mia vita una di quelle vite che non fanno rimpiangere nulla, alla fine.

A differenza di molti ragazzi della mia età, non ho problemi di famiglia: ho due fratelli più piccoli, John e Joseph (i miei amano i nomi che iniziamo per J, è strana come cosa ma mi piace un sacco), rispettivamente di 7 e 4 anni.
I miei genitori mi sono vicini, come tutta la mia famiglia, in tutto ciò che faccio... Mi sostengono, mi aiutano, mi fanno sentire sempre a casa.
In realtà, questo succede solo con la parte materna della famiglia: mio papà viene dall'America del Sud, e ha litigato, quando aveva circa 17 anni, con tutta la sua famiglia. Per questo è scappato di casa, si è trasferito a Londra, ha incontrato mia madre ed è scoppiato l'amore, a prima vista, dicono.
Non credo molto in questa storia dell'amore a prima vista. Come non credo nell'anima gemella. Se fossi nata in Francia, sarei a sognare un tipo di nome Guillaume, per esempio, e non sarei per nulla vincolata da quest'altro tipo che sta qui a Londra, Andrew.
Lo stesso Andrew a cui poco tempo fa ho detto un "fai come vuoi" sgarbatissimo, riferita ad una ricerca di Storia sul Medioevo. Io e lui siamo come l'acqua ed il fuoco, e ci odiamo.
Cioè, ci odiamo, ma devo ammettere che è una specie di dio greco sceso in terra.
Alto 1.80, muscoli ovunque, ha i capelli neri, che sistema sempre con uno scatto della testa, il viso allungato, la pelle abbronzata, le labbra non sottili ma non troppo carnose, dei denti perfetti (frutto di 10 anni di apparecchio) e bianchissimi, che risaltano con la pelle, e gli occhi verdi.
Dio, i suoi occhi. Sono di un verde ultraterreno. Riescono a guardarti intensamente per ore di fila, e in tutte quelle ore puoi sentire i brividi che corrono giù per la schiena, come gelide dita, per l'imbarazzo.
Peccato solo per il carattere. È pieno di sè, vanesio, geloso, egoista, trova tutti i modi per dar fastidio alle persone che, dice lui, "non lo meritano".
Ammetto che io non sono molto meglio... spesso sono stronza, sono permalosa, sono anch'io egoista, gelosa. Peró quando qualcuno mi provoca,non rispondo. Riesco ad essere totalmente indifferente, e so di irritare la gente, così. Soprattutto un certo dio greco a Londra.
Io e Andrew Wright non ci possiamo tollerare. E non lo tollero anche perché è il ragazzo della mia migliore amica, Elizabeth, e la fa soffrire continuamente.
El (come la chiamo io) è una ragazza bellissima. È ammirata da molti ragazzi in tutta la scuola, ma a lei piace un grandioso stronzo, che riesce sempre a sminuirla e a farla sentire debole. Ha i capelli biondissimi, lunghi, lisci, gli occhi color del miele, un colore ambrato talmente denso da perdercisi dentro. Se fossi un ragazzo, una come lei la sognerei di notte.

Dopo la millesima volta che mi infastidiva con la divisione delle parti da ricercare, con il fatto che non sono nulla in confronto a Susie Evans (che, in realtà, è anche una delle ragazze meno simpatiche e carine della classe), con il suo comportarsi da bambino viziato sul voler avere ragione sempre, anche su ciò in cui aveva torto marcio, ad Andrew ho lasciato un "fai come vuoi". Lo sa benissimo che quando dico quelle parole, non me ne importa più nulla.
Infatti è venuto a cercarmi, dopo scuola. È arrivato a casa mia, ha suonato il campanello. Siamo vicini di casa, purtroppo. Gli ho aperto, senza sorridere. E mi ha abbracciata, mormorando uno "scusa". Prevedibile, fa sempre così.
Forse anche per questo mi diverto a scappare, e poi a farlo tornare.

Life is not a film.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora