Chapter three

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--Foto presa da Google.--

"Ti aiuteremo a cercarlo, Mick, cazzo. È mio fratello, come puoi dirmi di no?!" Ecco cosa mi aveva detto Lip prima di sbattermi il telefono in faccia. L'avrei fatto io comunque, ma mi ha dato fastidio perché era importante.
Mentre gettai il cellulare sul divano, aspettando che i Gallagher arrivino, mi alzai e presi una birra, rubata al bar, dal frigorifero. Mentre la bevevo, appoggiato alla penisola in cucina, guardavo fuori come ad aspettare Ian. Sapevo che non sarebbe tornato, ma non mi davo per vinto.
Tutto ciò che volevo era vederlo varcare la soglia di casa e raggiungermi, spogliarlo ed andare a letto con lui.
Con la testa completamente fra le nuvole, non mi accorsi che da più di dieci minuti Lip stava bussando alla porta, minacciando di sfondarla. Corsi ad aprire, sentendo già delle botte abbastanza pesanti. Lip, con un calcio sulla bocca, mi buttò a terra. Immediatamente si chinò accanto a me, mentre Debby, Carl e Liam correvano dentro.
«Scusa, Mick, non ti ho visto.» disse, ma aveva un ghigno divertito sulle labbra. «Non ti spacco la faccia solo perchè non ho tempo.» sbottai, mentre mi alzavo, portandomi una mano alla bocca per togliere il sangue. Debby mi portò uno straccio da cucina bagnato. Si alzò in punta di piedi e lo poggiò sul mio labbro rotto. Poco mancava che mi rompesse anche qualche dente, quel deficiente. Ma non c'era tempo di pensare a me. «Forza, dobbiamo andare!» esclamai, cercando di farli sbrigare. Uscimmo in fretta e non chiusi neanche a chiave la porta, per la distrazione. «Mickey? Ritroveremo Ian anche stavolta, vero?» mi chiese Debby. Io non sapevo proprio cosa rispondere; volevo credere che l'avremmo fatto. Entrammo tutti nella mia auto ed iniziammo a controllare in tutti i supermercati, i bar, i vicoli e gli strip club della zona.
Ma alle otto di sera noi ancora non avevamo sue notizie. Chiamammo la polizia che ci disse che ci avrebbero avvisato loro quando lo avrebbero trovato o avrebbero avuto qualche indizio. Poi mi vollero in commissariato ed iniziarono ad interrogarmi. Sapevo che non dovevo ribellarmi e per una volta non lo feci. Ero stato io a denunciare la scomparsa di Ian ed ero il primo sospettato.
«Quando ha visto l'ultima il signor Gallagher?»
«Quando siamo andati a dormire.»
«Aveva qualche nemico?»
«Non credo. Ian era benvoluto da tutti, più o meno.»
«Che intende per "più o meno"?»
«Non lo so, okay?! Non lo so.» sbottai alla fine, mentre l'agente annotava sul suo block notes le mie risposte.
Poi hanno chiamato anche i ragazzi ed hanno interrogato tutti, tranne il piccolo Liam, ovviamente. Anche se uno di loro avrebbe voluto provare davvero. Sapevo che i nostri interrogatori erano stati registrati e che poi ci avrebbero studiati per bene, ma non mi preoccupavo: noi non nascondevamo nulla in quel momento.
«Credo sia il momento di tornare a casa, Mickey.» disse Lip al mio orecchio. Io scossi la testa e stavo per parlare, ma lui mi prese un braccio, costringendomi a guardarlo. Lo allontanai inmediatamente, con una spinta; odiavo quando le persone mi toccavano, Dio solo sa quanto ci ho messo per abituarmi al tocco di Ian.
«Mickey, non lo troveremo stasera.»
Continuò, cercando di farmi cambiare idea. Ma io non mi davo per vinto. Gli diedi le chiavi della mia auto e tornarono a casa, mentre io cercavo quel pazzo del fratello.

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Spazio autrice.
Ahm, scusate per il ritardo e per lo schifo di capitolo. È corto e senza un senso, ma è di passaggio; non sapevo come attaccarlo al capitolo successivo.
Inoltre, spero che abbiate capito che questa non è una long-fic, in quanto avrà pochi capitoli.
Spero possiate perdonarmi.
Xx,Vicky.

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