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La domenica pomeriggio ci avviamo tutti e tre verso Milano. La partita sarà alle 20.45. Mentre ci incamminiamo verso lo stadio, mio fratello inizia a parlare con qualche altro tifoso e resto da sola con Crociata. È calato un silenzio assoluto tra di noi. Non siamo mai veramente stati insieme per più di 5 secondi, quindi non sappiamo come comportarci. Lo guardo quando non mi guarda e lui fa lo stesso. Ad un certo punto mi prende la mano. Avvampo. Stringo anche io la sua e sorrido. Il silenzio resta silenzio, ma l'imbarazzo è stato lavato via da quella semplicissima stretta di mano. E naturalmente chi poteva rovinare tutto se non mio fratello? Fa perno sulle nostre spalle e ci divide con un salto. "Che stavate facendo?" Ci chiede con quel fare da stupido che odio profondamente. Mica era lui che voleva che ci mettessimo insieme? "Nulla" rispondo velocemente. "E comunque non sono cazzi tuoi" aggiungo. Sorride e si piazza in mezzo a noi cominciando a parlare. Quanto lo odio.

Una volta dentro lo stadio mi siedo tra mio fratello e Crociata. Ripeto a gran voce i cognomi dei giocatori, ma allo stesso tempo urlo quando entra Romagnoli. Quando mi accorgo di essere accerchiata da tifosi dei milan mi tappo la bocca velocemente e Davide ride sotto i baffi. Finito il primo tempo stanno ancora 0-0. È l'ultima partita del campionato di quest'anno e abbiamo bisogno di un fottutissimo goal per entrare almeno in Europa League. 85'. Ancora 0-0, mi sono praticamente rassegnata, quando El Shaa crossa in area piccola, Menez salta di testa e GOOOOOOOOOOOOOL. Sentire tutti quei tifosi urlare allo stesso tempo è un'emozione fantastica, quasi commovente. Giovanni mi abbraccia forte e io ricambio la stretta. Guardo la faccia di Alessio ed è super triste. Un po' mi dispiace però... io sono milanista, devo essere contenta del gol! Prima della fine, la Samp fa un tiro in porta, ma Lopez para. Triplice fischio, ed esultanza finale. Siamo ufficialmente in Europa League. Usciamo lentamente dallo stadio, ma mio fratello e il suo amico vogliono aspettare l'uscita dei giocatori e aggregarsi alla cena. Eh si... loro possono perchè giocano in Primavera! L'ingiustizia della vita... però dai, posso andare anche io essendo la sorella di Davide.

Il primo ad uscire è Honda, ma sono già passati 40 minuti dalla fine della partita. Mi scappa l'occhio e vedo che da qualche porta più in là stanno uscendo i giocatori della Samp. Appena vedo i capelli di Romagnoli gli corro incontro. È proprio lì, a tre metri da me. Faccio un lungo respiro, e non so dove trovo il coraggio di parlargli. "Ale" rivolge lo sguardo nella mia direzione, si stacca dalla fila e viene verso di me. "Sono milanista, ma per me sei uno dei difensori più forti che abbiamo qua in Italia... volevo farti i complimenti!" Come diavolo ho fatto a dire tutto questo e a riuscire a non saltargli addosso?! Mi sorride e mi ringrazia. Chiama un ragazzo che porta le borse e gli sussurra qualcosa all'orecchio. Vedo il ragazzo che traffica nel borsone e tira fuori una maglietta pulita del difensore. Romagnoli tira fuori una biro dalla tasca della divisa e firma la maglietta. Me la porge e mi saluta. Sono sul punto di svenire, ma mi comporto da persona matura, ricambio il saluto e torno da mio fratello con un sorriso da orecchio a orecchio. "Dov'eri finita?" Mi chiede abbastanza arrabbiato.... ops, forse avrei dovuto avvisarlo. In risposta apro la maglietta piegata e gliela mostro. Sorride e mi abbraccia. "Dai, andiamo a mangiare" dice lui. Vedo che sono usciti tutti i giocatori e mi accodo prendendo involontariamente la mano di Crociata.

Please, Stay || Alessio RomagnoliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora