Non sapevo fin dove mi sarei spinta, l'unica cosa certa era che quella voce era vera, qualcuno mi stava davvero chiamando "telepaticamente". Ma ovviamente non sapevo chi stesse cercando di comunicare con me in questo modo alquanto strano.
Per scoprirlo dovevo arrivare alla fonte della voce.
L'aria era fredda e la nebbia si faceva sempre più fitta. Tremavo come una foglia non solo per il vento gelido che pungeva la mia pelle, ma anche perché avevo paura di non ritrovare la strada per tornare indietro. Così tenni a mente alcuni punti di riferimento per non perdermi: un albero con un tronco segnato con una specie di S, un albero caduto e infine alcuni cespugli con delle bacche rosse, che avevo seguito fino a questo spazio vuoto,
sfornito di alberi o di fiori, solo erba.
Mi fermai.Sentii dei rumori di mi volta dalla parte da cui provenivano i suoni, ma non c'era nessuno.
Il mio respiro accelerò.«Calmati Leen» mi dissi per tranquillizzarmi,
«qui non c'è nessuno».Finita la frase sentii un rumore provenire dal cespuglio dietro di me.
Qualcuno mi aveva seguita.
E di certo questo qualcuno non è l'esempio del silenzio. Accesi la pila e puntai un punto buio, senza nebbia: ancora niente.
Mi calmai.La voce era sparita e probabilmente chiunque sia la cosa o la persona che mi aveva seguita, magari ne sapeva qualcosa.
Chiusi gli occhi e mi concentrai per vedere se sentivo qualcosa, ma era come se non fosse mai entrata nella mia testa.
Il dolore era sparito, il fiato tornato regolare.
Era tardi, respirai a fondo e cominciai a tornare indietro. Feci passi piccoli e rapidi, finché non uscii dal bosco e finii sulla strada. Mi girai ad osservarlo.
Eppure io prima avevo visto qualcosa e ora l'ho sentito.
Camminai verso casa, con mille perplessità per papà testa.
Con molta cautela aprii la porta ed entrai, ma la cautela non servì a niente perché la nonna era in piedi davanti a me con le braccia conserte, come se mi stesse aspettando già da un pezzo.****
Mi alzai presto il giorno seguente. Mi vestii e andai in cucina per fare colazione. Mentre scendevo le scale, sentii il nonno parlare con qualcuno m, una voce maschile, mai sentita prima. Rimasi ad origliare, cosa ormai diventata come un hobby.
«Sono ancora in circolazione?» la voce del nonno era testa.
«Si e si stanno preparando. E sai anche tu chi ci serve per fermarli».
L'altra fredda e sicura. «Lei non verrà messa in mezzo» «Invece si Lenny. Lei è la nostra unica speranza, è lei che vogliono».Vennero interrotti da me, ovviamente smisero di parlare all'istante.
Poco importava, io avevo fame e avrei mangiato qualcosa.
Questa situazione comunque mi risultava famigliare.
«Di chi state parlando?»
Rimasi in piedi sulla soglia della porta. Il mio sguardo si spostò dal volto del nonno, a quello del giovane ragazzo seduto di fronte a lui. «Buongiorno Leen» «Nonno» gli feci un cenno. Presi il pacchetto di biscotti ed iniziai a mangiarli.
Loro mi fissavano. Io fissavo lui. I suoi occhi erano ipnotici, di un nocciola intenso.
«Continuate pure a parlare, non fate caso a me»
Sapevo già la risposta.
'No tanto abbiamo finito'
Invece il nonno non disse niente.Si limitò a sbuffare e a prendere un biscotto dal sacchetto.
Poi guardò furioso il ragazzo e se ne andò.«Sei entrata nel bosco ieri sera»
Il ragazzo spezzò il silenzio.
«E tu sei?» «Mi chiamo Chris» «Piacere Chris, io sono Aileen e faccio quello che voglio» gli sorrisi e lui fece un risatina. Glielo avrà detto la nonna, spero. O era lui che girava nel bosco ieri notte?
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Upside down
FantasyPrima che iniziate a leggere la storia: Volevamo avvisarvi che in realtà questa storia l'avevamo già postata su un altro profilo (xjstilinski) ma purtroppo ci hanno hackerato il profilo quindi la posteremo su questo! Trama: È come se ci fossero due...