Chapter three

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Pulii l'ingresso, vicino e intorno ai tavoli, lo spazio del bancone e la cucina, la zona più impegnativa dato che c'era la farina, zucchero e gusci d'uovo dappertutto.
Saranno anche bravi, ma loro e l'ordine sono due universi diversi.
«Leen, può bastare per oggi»
Appena sentii quelle parole, quasi piansi dalla felicità.
«Grazie al cielo»
Mi sedetti esausta.

«Cioè tecnicamente ci sarebbe anche il bagno...» lo fulminai con lo sguardo. Lui sorrise.
«Sto scherzando»
«Meno male...che ore sono?»
«Quasi le due» spalancai gli occhi.
«Che hai?»
«Cavolo Chris, dovevamo pranzare con la nonna»
«Merda mi sono dimenticato. Presto togli il grembiule che andiamo»
Tolsi la divisa e mi timida la felpa, Chris mi raggiunse qualche secondo dopo.

«Ciao Jeff, ci becchiamo in giro» «Come in giro? Non lavorerai qui?»
Non capii se stesse scherzando o facesse sul serio.
«Lo prenderò in considerazione» lo abbracciai. «Ci vediamo presto».
Lo strinsi più forte, sentendomi in colpa dal fatto che non prenderò mai in considerazione il fatto di lavorare. Prima devo finire la scuola.

«Andiamo Lenn...» mi prese per un braccio, staccandomi da Jeff.
Uscimmo dal negozio e partimmo. Fortunatamente il viaggio di ritorno non fu imbarazzante, la radio ci faceva compagnia e ci facemmo anche quattro chiacchiere. Tra me e lui c'era molta sintonia, come se ci conoscessimo da tempo.
«Seriamente hai mangiato un biscotto per cani da piccolo?»
Scoppiai a ridere cercando di trattenermi.
«Era uguale ad un biscotto normale, lo giuro»
Era da un po' che non ridevo cosí tanto,

Ma ad un certo punto Chris mi zittí.
«Che c'è?»
«Sento qualcosa»
Se se la radio e fermò la macchina in mezzo alla strada.
«Chris non puoi sostare qui in mezzo devi...»
Mi zittì nuovamente.
Allora provai ad ascoltare, ma nulla, io non sentivo assolutamente nulla.
«Scendi»
«Cosa?»
«Scendi dalla macchina Leen, ora»

Inizialmente pensai di aver fatto qualcosa di sbagliato e che mi volesse lasciare lì m, da sola, ma poi vidi che lui stesso stava uscendo.
Allora uscii anche io.
Il cuore cominciò a battermi forte per la paura, non capii cosa stesse succedendo.

Chris mi afferrò un braccio e mi trascinò verso il bosco, dietro un albero e aspettammo. Non parlai.
Nessuno dei due lo fece.
«Se questo è uno scherzo credimi, è pessimo»
«Aspetta»
Ad un certo punto spuntò una piccola volpe che si mise davanti alla macchina, seduta, immobile.
Chris la guardava spaventato.

«Vattene di lí, vattene»
Sussurrava.
«Ma perchè ci nascondiamo, da una piccola volpe»
Mi alzai e le andai incontro, ma mi fermai. Questa volta fui io a sentire qualcosa, qualcosa che avanzava verso di me, e faceva molto rumore.
Era veloce.

«Aileen levati di lì!»
Perchè avrei dovuto farlo?
Non c'era niente.
Mi chinai verso la volpe, che non scappò. Rimase con me. Cercai di accarezzarla ma girò il muso, così seguì i suoi movimenti.
Mi girai, e mi vennero i brividi appena vidi un cervo venire nella nostra direzione.
Era grande e sembrava infuriato...o spaventato.
Non si fermava.

E io non mi spostavo.
Ero bloccata.

Sapevo che Chris mi stava dicendo qualcosa ma non sapevo cosa. Era come se avessi neutralizzato il mondo esterno e ci fossimo solo io e il cervo, che correva verso di me come se fossi un punto di salvezza.

Poi sentii un urlo, qualcuno che mi si buttò addosso.
Poi un rumore infernale. Scossi la testa per riprendermi e appena vidi la macchina distrutta e il cervo atterra spalancai gli occhi.
Pensavo si fosse fermato o avesse girato, perchè non lo ha fatto? È come se si fosse suicidato.
Di certo non poteva star rincorrendo la volpe, è un cervo.
La piccolina era sparita.

«Stanno perdendo tutti il controllo»

Lo sentii sussurrare.
Io ero spaventata, non mi capacitavo dell'accaduto.

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