CAPITOLO 1: Lo Spettro Del Lago

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CAPITOLO 1: Lo spettro Del Lago

Padre... Padre sei tu? Sei tornato a prendermi? Dopo tutto questo tempo, ti sei ricordato di tua figlia?
...
Ah no, sei un altro viandante sperduto. Ti sei perso nella nebbia di questo antico lago e ora vaghi alla ricerca della via di casa. Non penso che tu abbia altro da fare, vuoi ascoltare la mia storia?
Il mio nome è... no, non ricordo come mi chiamo. È trascorso così tanto tempo... anni? Secoli?
Però ricordo di mio padre, un potente nobile di queste terre. Qualche ricordo lacerato dal tempo della mia vecchia dimora è ancora impresso nella mia mente.
Era una vecchia villa, tutti i miei antenati hanno passato la loro vita in essa: nati, cresciuti e in fine morti; e così anche la mia famiglia. Eravamo felici, sai? Probabilmente la morte stessa era invidiosa della nostra felicità, così gelosa che decise di rovinare tutto e prese con se mia madre, lasciando un vuoto nelle nostre vite, sopratutto in quella di mio padre...

Mi ricordo che avevo anche una sorella maggiore... Elisa? era questo il suo nome, suppongo. Una ragazza giovane e bellissima; molti rampolli di altre nobili famiglie erano in corsa per la sua mano, ma dopo la morte di mia madre tutto cambiò. Mio padre lentamente sperperò la nostra ricchezza e la famiglia cadde in rovina. La mia casa che un tempo era colma di vita, rimase con solo tre anime al suo interno. È divertente, non trovi? La morte può rendere la persona più dolce e tenera di questo mondo il peggiore dei demoni: questo accadde a mio padre, lo rese deviato e folle. Solo che, io, a quei tempi non ero riuscita a capirlo, almeno non in tempo...

Una sera dei rumori misteriosi mi svegliarono, erano come delle grida trattenute. Mi alzai ancora con la mia lunga vestaglia bianca e aprii lentamente la porta cigolante della mia stanza, i suoni provenivano dall'ultima camera del corridoio: la stanza di mia sorella. Forse le era accaduto qualcosa, pensavo, forse la Morte voleva abbracciare anche lei. Non volevo perderla, quindi, corsi verso quei rumori e entrai di colpo; la scena che mi ritrovai davanti era così disgustosa che non riuscii a trattenere un grido:
mia sorella era svestita e mio padre la tratteneva sul letto tenendola per un polso e, con la mano destra le tappava la bocca.
Sapevo cosa stava accadendo, lo sapevo fin troppo bene. Caddi in ginocchio piangendo, mentre quel mostro che mio padre era diventato venne verso di me. Aveva un intento omicida, lo sentivo fin dentro la mia anima, lo capivo vedendo quei suoi due freddi occhi oramai privi di speranza. Mia sorella si mise in mezzo; aveva usato una coperta per coprire le sue membra, non tanto per mio padre, ma per me, per tenere ancora quel poco di dignità che le era rimasto, Ci furono grida e botti assordanti, dopo di che solo sangue. Quel demone aveva ancora le mani macchiate col sangue di Elisa, quando mi prese per il collo e mi bloccò sul pavimento, spegnendo la sua insana voglia sul mio fragile corpo innocente.

Uno strano dondolio mi destò. Ero svenuta a causa di quello che era successo, ma dove mi trovavo? E cosa mi stava accadendo? Provai a muovermi, ma ero legata; le corde quasi laceravano le mie carni per quanto erano strette. Gli occhi mi si aprirono lentamente e vidi il folle sorriso di mio padre; era compiaciuto di quello che aveva fatto, si capiva dai suoi occhi, si capiva da quello che stava per fare; ma nonostante ciò, continuava a chiedere scusa. Diceva che gli dispiaceva, ma lo faceva con quel perenne sorriso... era semplicemente impazzito.

La nebbia abbracciava la piccola imbarcazione in cui eravamo, quasi come se volesse rincuorarmi nonostante ciò che stava per accadere... Sì, perché io sapevo cosa stava per accadere. Le Gelide acque del lago mi accolsero al suo interno e la mia vita si spense lentamente, come la fiamma di una candela morente...

Perché Padre? Perché? Non eravamo le tue Pietre più preziose?

Vedo dai tuoi occhi che sei sconvolto dopo aver ascoltato la mia storia, oppure sono le acque del lago a creare quella tua smorfia di dolore? La mia vita è finita ma la morte non ha voluto la mia anima e quindi ora vago per la mia tomba senza pace; Chiunque disturbi il mio tormento eterno merita la mia fine.

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