Capitolo 2

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JAMIE

Dopo ore e ore di lavoro, mi sembra di essere nel film Tempi Moderni di Charlie Chaplin : ovvero ripetere la stessa azione, nel mio caso passare ogni prodotto sopra al lettore ottico, per tutta la giornata e che quando smetti continui a fare lo stesso movimento con le mani. Questo lavoro è troppo monotono secondo me. Oh beh, tra l'altro ti succede pure di incontrare ragazzi sexy e attraenti, ma ovviamente capita che gli devi starnutire addosso, mi pare più che giusto.

"Jamie ti senti un po' meglio ?" mi chiede la mia collega. Giusto, dimenticavo, ho chiesto di poter chiudere la cassa per qualche minuto a causa del mio continuo starnutire che mi ha fatta quasi svenire e sono andata nel retro a stendermi.

" Tranquilla, avevo solo bisogno di riposare un momento, adesso arrivo" dico alzandomi e tenendomi la testa ma Denise mi rimette giù.
"Tu ora vai a casa, dico io a John che stai male". Mi rassicura.
Dovrei afferrare al volo il suo consiglio, l'unico problema è mia madre.
"Mia madre mi ucciderà" dico chiudendo gli occhi "e poi sono arrivata in motorino, prenderei solamente troppa aria" dico e sospiro.

"Mhh..facciamo così" dice e io apro gli occhi "ti impresto la mia auto e stasera ti riporto il motorino a casa, così non prendi freddo".

"Faresti davvero una cosa così per me ?". La guardo stupita.
"Okay beh, forse non ci conosciamo così bene, però mi stai simpatica e non c'è nulla di male nell'aiutare qualcuno". Sorride.
"Denise sei un tesoro,davvero". Starnutisco e mi passa un fazzoletto.
"Grazie" dico e soffio il naso poi mi lancia le chiavi della sua auto.

"Passo a prenderla stasera alle nove, vedi di esserci !" mi informa.
Intanto sto mettendo la giacchetta : "Ci sarò!". Le lascio le chiavi del motorino e il casco, prendo la borsa e, uscendo dal retro, salgo sulla sua macchina.

Ci vuole un po' di tempo prima che si accende, è già di seconda mano, però devo dire che è comoda da guidare.

NIALL

Mentre sto installando una radio nell'auto di Doyle, mi suona il cellulare. Mi tiro su a sedere sul sedile e guardo lo schermo dove appare il nome Thomas. Decido di non rispondere, perché mi sta alquanto sulla palle, ma appena torno a collegare i cavi il telefono squilla di nuovo.

Rispondo :"Thomas cosa vuoi ?" dico con voce molto scazzata e torno giù a lavorare mentre lui parla in vivavoce.

"Senti, so di starti sul cazzo, però mi serve il tuo aiuto". Mi viene da ridere.
"Il mio aiuto per cosa? E comunque non posso, sto lavorando".

" Dai Niall, non fare lo stronzo, mi si è spenta l'auto in mezzo alla strada e ho creato una fila della madonna, ti chiedo solo di metterla a posto" mi supplica.

"Lo sai che non lo faccio gratis, vero ?" dico e impreco subito dopo perché ho preso una leggera scossa.
"Non ho soldi dietro, ma ho sentito del Rave di stasera, magari potrei offrirti da bere e non so che altro". Dice e torno a sedermi.
"Cosa intendi con altro?." Chiedo sapendo già la risposta.
"Oh andiamo, lo sai, non fare il coglione, alza il culo e vieni qui". Usa un tono che non mi piace.
"Scusami?". Mi sto incazzando.
"Per favore ?" supplica lui.
"Stasera facciamo i conti pivello, dammi cinque minuti, dove ti trovi?" chiedo mentre mi cambio la maglia "Sono sulla 23esima, accanto al negozio di tatuaggi". Non rispondo nemmeno e attacco la chiamata.

Alcuni minuti dopo, supero tutta la coda di traffico e raggiungo la sua auto. Appena mi vede unisce le mani e guarda in alto come per dire "Grazie a Dio".

Scendo.

"Niall finalmente sei arrivato!" dice entusiasta.
"Risparmia il fiato Thomas, cosa devo fare ?" domando e mi guida dalla sua macchina, alza il cofano e partono diverse scintille e fumo.
Guardo attentamente: "Fino a quanto l'hai portata?" chiedo e sistemo dei fili con attenzione.
"190 lungo la Broadway" risponde e mi volto immediatamente.
" Hai fatto i 190 km orari lungo la Broadway !? Ma cosa ti dice la testa?" sbotto. "Non puoi portare questo rottame ai 190! Non ha le attrezzature giuste!". Faccio il giro e entro nella parte del guidatore tirando fuori i fili da sotto il volante.

JAMIE

Sono ferma da ben venti minuti nel traffico, a quanto pare si è rotta la macchina ad una persona. Scendo dall'auto e vado in avanti a vedere che succede. Arrivata a qualche metro di distanza vedo del fumo uscire dal cofano e due persone che parlano. Mi avvicino e schiarisco la voce : "Scusate?".
Si volta solo uno di loro, l'altro è troppo impegnato ad aggiustarla.

Mi scruta da capo a piedi poi si decide a parlare : "Qualche problema signorina?" domanda come se non fosse al corrente della marea di macchine che sono ferme.
"Esatto, ci vuole ancora molto ? Ha chiamato un carroattrezzi ?" domando.

"Ogni cosa a suo tempo, c'è il mio amico qui che si intende di auto e la sta aggiustando".
Guardo al posto del guidatore e mi pare di riconoscere il ragazzo che era venuto al supermercato e a quello a cui avevo starnutito addosso.

"Ah capisco." dico solamente e in quel momento riparte il motore. Il ragazzo biondo scende dall'auto e l'amico lo ringrazia.

"Mi devi parecchie birre Thomas" dice il biondo.
"Non preoccuparti, stasera offro io" risponde.
Inizio a sentirmi di troppo in questa conversazione allora mi allontano ma dopo mi sento fermare da un braccio, è il ragazzo moro.

Molla la presa e mi domanda solamente come mi chiamo.
"Mi chiamo Jamie" rispondo e mi allontano più velocemente perché mi ha messo ansia.
Risalgo in auto e dopo qualche minuto il traffico diminuisce dandomi la possibilità di andare a casa.

***

Decido di parcheggiare lontano da casa, così da non subire prediche da quella scassa balle di mia madre. Cammino sul vialetto e raccolgo il giornale per terra, entro in casa leggendolo e vado in cucina.

"Ciao mamma" dico vedendo una figura seduta al tavolo, ma non ricevendo risposta alzo lo sguardo e vedo mio fratello.



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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 03, 2016 ⏰

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