Capitolo 2 - Florida

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Louis

Passai tutto il pomeriggio a fissare l'armadio, indeciso su cosa avrei potuto indossare quella sera.
Una camicia? Banale. Una polo? Antico, fuori di moda. Mi accorsi di quanti capi avrei voluto buttar via, salvando solo qualche maglietta e dei jeans.
Trovai, appoggiata sul fondo, una maglia bianca della Vans con le maniche rosse lunghe. Avrei messo quella. Con i jeans neri.
Niall mi vestì, come se fosse l'azione più normale del mondo.
Io, nel frattempo, mi sentivo un cretino. Un cretino destinato a dipendere da qualcuno, per sempre, per tutto il resto della vita.
Sbuffai, perché quando Niall arrivò ad allacciarmi i pantaloni, sentii le sue mani fredde e rabbrividii.
Mi misi la maglietta, per poi muovermi fino al bagno, dove mi pettinai sparando qualche ciuffo di capelli in aria, e lasciando la barbetta incolta.
Spruzzai del profumo, probabilmente il residuo di un regalo di Natale ed aspettai mio fratello in salotto, guardando distrattamente la tv.
Eccomi!Possiamo andare esclamò il biondo costringendomi a girare per andare verso di lui.
Niall era bellissimo quella era: la camicia aperta azzurra richiamava non solo il blu dei jeans, ma anche quello dei suoi occhi che, come i miei, erano oggetto di invidia di molte persone.
Uscimmo e vidi la Mini nera posteggiata davanti. Mi aprì lo sportello e si chinò per prendermi in braccio, ma lo fermai Ce la faccio, Niall. Grazie esclamai tirandomi su con la forza delle braccia e mi buttai, letteralmente, sul sedile anteriore.
Chiusi lo sportello, Niall salì in macchina e partimmo.

La velocità mi aveva sempre attratto: vedere gli alberi di sfuggita, uno dopo l'altro; paesaggi che, velocemente, lasciavano il posto ad altri scenari.
Amavo sentire l'aria gelida mentre sfrecciavo con la mia moto scura, per le vie non trafficate della periferia di Londra.
Saltavo tutti i semafori, impaziente, solo per poter percorrere quella strada abbandonata che, lunga e senza incroci, portava nell'aperta campagna
Anche la mia vita era sempre stata veloce: passaggi rapidi, senza mai soffermarsi sugli scenari della quotidianità.

Niall, pizzicandomi il braccio, mi riportò nel mondo reale
Louis iniziò, voltandosi per due secondi e sorridendo, tu pensi sempre troppo. Rilassati.
Mi accarezzò la testa, fino al collo e poi cambiò rapido la marcia, immettendo la retro e posteggiando dietro a una fila di altre macchine sul ciglio della strada.
Quello che vidi, voltandomi e guardando oltre mio fratello, fu la lunghissima fila di ragazzi che, davanti alla porta del locale, si intrattenevano a vicenda: chi rideva, chi si dava da fare per cercare di attirare l'attenzione e chi aspettava impaziente, con le mani nei giubbotti per tentare di riscaldare le mani.
Vuoi che ti aiuti con il mezzo? Mi chiese il biondo, mentre aprì la sedia a rotelle agganciandola, in modo che potesse rimanere tale senza chiudersi e lasciarmi col culo per terra.
Questa volta acconsentii: ancora non ero in grado di scendere senza cader per terra, e, dato la quantità di gente, preferii non fare figure.
Grazie, gli sorrisi e lui ricambiò.
Se non ci fosse stato lui, a quest'ora sarei per terra da qualche parte, abbandonato dal mondo intero. Genitori compresi.
Mi spinse per uscire dallo sterrato e attraversammo la strada.
Quando vidi un gruppetto di ragazzi avvicinarsi, ne dedussi che fossero i suoi amici. L'ansia iniziò a salire, fino al cervello, e iniziai, quasi automaticamente, a torturarmi i polsini del giubbotto.
Un ragazzo alto, altissimo, con dei capelli ricci che gli incorniciavano il viso, diede una pacca sulla spalla di Niall.
Ciao Harry lo salutò ricambiando il sorriso.
Poi mi guardò, e in quel momento smisi di respirare.
Non avevo mai visto niente del genere, nemmeno nei film.
Un brivido mi percosse tutta la schiena, e lo sentii vibrare dall'inizio del collo fino al sedere. E no, non era un brivido causato dal freddo. Niall si accorse dell'improvviso cambiamento di umore e Questo , disse al riccio, è Louis, mio fratello.
Si piegò, assumendo una forma colloquialmente detta 'a rana', appoggiando i gomiti sulle ginocchia e mi sorrise.
Quelle due fossette spuntate da chissà dove mi crearono un buco allo stomaco, e i suoi occhi verdi brillavano di luce propria; anche se eravamo fuori al buio, sotto la luce lieve della Luna.
Il mondo si fermò per un attimo: avrei voluto guardarlo per ore, cercando di cogliere tutti quei particolari che lo rendevano perfetto. Ma si alzò dopo pochi secondi.
Ciao Louis, io sono Liam si presenta l'altro, di fiancoall'angelo e lui è Zayn, indicò un ragazzo dalla pelle olivastra, con una folta barba e degli occhi mori alquanto furbi.
Liam mi strinse la mano, mentre Zayn si limitò a sorridere.
Ci volle mezz'ora prima di entrare nel locale e un altro quarto d'ora per spiegare al bodyguard che avrebbe dovuto aprire tutte e due le porte per farmi entrare con la sedia a rotelle.
Guardai mio fratello preoccupato, e lui sorrise rassicurandomi.
Entrammo e la prima cosa che vidi fu l'ammasso di gente sulla pista da ballo: io non sarei mai potuto andare in quella bolgia, o almeno, non in questo stato.
Zayn si avvicinò al cameriere e gli sussurrò qualcosa, poi ci fece cenno di seguirlo.
Niall mi spingeva a fatica, e io andai a urtare contro tutti quelli davanti a me, urlando frasi come Ehi?Mi vedi?ottenendo scarsi risultati.
Giungemmo ad una saletta appartata, con dei divanetti di velluto viola e delle tende orientali.
Devo metterti sul divanetto mi urlò il biondo. Parlare normalmente era impossibile in quel posto.
Fece per prendermi quando Harry si piantò davanti a noi: la maglietta scollata faceva vedere molto del suo petto chiaro, e scopriva l'inizio di due rondini tatuate che, in volo, si guardavano. Una semplice maglietta bianca, bucata di proposito. Era bellissimo.
Prendo io tuo fratello. Tu vai a prender da bere gli sorride gentilmente e gli fece l'occhiolino.
La seconda visione dei due buchini a lato del sorriso mi fece venire le farfalle allo stomaco. Niall, per la prima volta da tanto, si staccò da me e andò verso il bancone, sparendo tra la gente.
Mi girai subito quando sentii un respiro caldo sulla mia guancia. Speravo rimanesse lì per sempre, ma dopo pochi secondi il riccio mi sollevò per appoggiarmi delicatamente sul divanetto, accanto a Liam. Riuscì ad annusarlo, talmente ero vicino: il suo profumo era invitante e dolce contemporaneamente, e i suoi occhi verdi erano talmente grandi che avrei potuto tuffarmici dentro.
Louis, mi chiamò Zayn, che mi rivolse la parola per la prima volta, cosa fai nella vita? mi chiese abbracciando la spalla di Liam, in un gesto che mi parse troppo affettuoso per essere semplice amicizia.
Ehm tentennai per ora niente. Sto cercando lavoro ma i miei requisiti mi girai fissando la sedia a rotelle piegata in un angolo non sono dei migliori.
Non preoccuparti disse la voce roca più sexy del mondo, sfiorandomi la mano qualcosa troverai.
Quella combinazione di tocco e voce misero in moto dentro di me degli ormoni che da troppo tempo se ne stavano tranquilli in una parte remota del mio corpo.
E voi? Proseguii, tentando di ricompormi. Fu Liam a parlare, Io e Harry siamo molto amici, e abbiamo conosciuto Zayn e tuo fratello all'università.
Niall arrivò con un vassoio pieno di cocktail e, quando mi guardò, mi fece l'occhiolino facendomi chiari segnali su cosa stesse pensando in quel momento.



Harry

Bevvi il Mojito che mi sognavo da stamattina.
Il fratello di Niall era visibilmente imbarazzato, forse per l'ambiente o forse per la gente. Fatto sta che mi attirava, come una calamita.
Volevo conoscerlo, in qualche modo. Ma non riuscii a decifrarlo: di chi aveva paura? Delle persone? Del luogo? Dei giudizi altrui?
E se ne stava lì, con quelle gambe a penzoloni insensibili a qualsiasi tipo di contatto, e le mani che continuava a torturare, ridendo di tanto in tanto alle battute degli altri.

Zayn invitò Liam in pista mentre Niall partì in spedizione, per riuscire a godersi quella serata, in un certo senso, "libera".
Passò qualche ora.
Ehi lo toccai, cercando di catturare l'attenzione, ma non si mosse.
Louis si addormentò su quel divanetto, con la testa che pendeva, stortandosi tutta la schiena.
Allora, mosso da un sentimento non ben definito, lo presi di peso e uscii faticosamente da quel locale, che di bello non aveva un granché, soltanto musica assordante e odore di ormoni e sesso dappertutto.
Con fatica, aprii la portiera della macchina e appoggiai quel peso morto sul sedile anteriore, attento ad allacciargli la cintura di sicurezza.
Una volta entrato in macchina tentai, invano di chiamare Niall.
Gli lasciai un messaggio e poi misi in moto per tornare a casa.

Le strade erano sgombre, quella notte. Si sono andati a divertire tutti pensai, posteggiando e osservando quel ragazzo perso tra le braccia di Morfeo.
Mi avvicinai a lui e inspirai: il suo profumo candido e dolce mi risvegliò i sensi, e non solo quelli.
Lo osservai mentre respirava lentamente, con la bocca semi aperta, e la sua cassa toracica che si muoveva lentamente, a ritmi calmi e regolari.
Chissà a cosa stai pensando, Louis gli sussurrai all'orecchio, così piano che nemmeno io sentii la mia voce, mentre gli slaccia la cintura di sicurezza.
Lo presi e, con grande fatica, riuscii ad arrivare a casa.
Chiusi la porta con un calcio, e lanciai per terra le chiavi della macchina.
Louis sussultò tra le mie braccia ma, per fortuna, non si svegliò.
Lo adagiai sul mio letto, ancora disfatto dalla sera precedente, e iniziai a spogliarlo.
La zip della sua giacca si infilò nella maglietta sotto.
Cazzo, imprecai, riuscendo poi a far scendere quella maledetta zip e a togliere la giacca.
Gli sfilai la maglietta e alla vista di quegli addominali che, poco sviluppati, ma comunque presenti, iniziai a sudare.
Il peggio arrivò quando gli slacciai la cintura e gli sfilai i jeans: il mio autocontrollo iniziò a vacillare.
Lo coprii immediatamente infilandogli una vecchia maglietta, troppo larga per la sua taglia.
Arrivò il messaggio di risposta da parte di Niall, che fu un toccasana per la mia sanità mentale. Dopo averlo coperto, mi sdraiai di fianco a lui e lessi il messaggio.
*Sono a casa. Puoi tenerlo tu? Ho da fare. Per una sera. Niall.
*Tranquillo, dorme accanto a me. Datti da fare! Haz.*
Quel biondo era un santo. Stava con Louis giorno e notte, si preoccupava per lui in ogni momento della giornata.
E io lo sapevo, perché Niall non faceva nient'altro che parlarmi di lui, dei suoi esercizi, della sua svogliatezza e del suo odio verso il fisioterapista.
Sorrisi a quei pensieri, posando il cellulare sul comodino e spensi la luce.
La Luna illuminava lievemente la mia stanza, quel tanto da permettere di potermi godere il suo profilo, il suo corpo, sebbene lui non fosse contento, era stranamente perfetto.
Le gambe immobili, non si muovevano, erano però robuste. Come quelle di uno sportivo.
Sicuramente hai fatto dello sport, prima di ridurti così,gli sussurrai nuovamente, come se, in realtà, quel pensiero fosse solo mio, e di nessun'altro. Nemmeno suo.
Mi spogliai buttando i miei vestiti per terra, scarpe comprese.
Mi infilai i pantaloni della tuta; tutto questo cercando di non svegliare quell'angelo indifeso.
Mi sdraiai di nuovo vicino a lui, questa volta presi coraggio e mi avvicinai, appoggiando una mano sul suo fianco.
Louis sussultò di nuovo: la sua pelle era caldissima mentre la mia mano era gelida.
N..nn...Niall smettila mugugnò con la sua voce assonnata, senza aprire gli occhi.
Sorrisi di nuovo, sfiorando la sua guancia con le mie labbra, in un bacio casto e puro, al contrario dei miei pensieri.
Non sono Niall, sono Harry gli risposi, ma non ricevetti nessuna risposta.
Louis si addormentò subito, e mi addormentai anche io, ascoltando il suo respiro lento e regolare

Ecco il capitolo 2
Prima di tutto buon anno e spero che questo 2016 sia perfetto per tutte voi

Chiedo scusa il ritardo per il secondo capitolo ma copiare tutta la storia in una botta sola per poi copiarla di nuovo qui solo con il telefono dura un bel po di lavoro

Spero che questa storia vi piace, se si mettete un piccolo mi piace alla storia e anche un piccolo commento

Ci vediamo al prossimo capitolo
All the love
Vale ♡

Can You See Me? || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora