Louis
"Lou" un sussurro.
Il suo sussurro, quello roco, mattiniero, quello che mi faceva impazzire.
Il letto completamente disfatto, le lenzuola sporche del nostro seme.
Le sue braccia, serrate e chiuse, che avvolgevano la mia cassa toracica, ora viva, grazie a Lui.
Perfetto, tutto questo era semplicemente perfetto.
Questa è la mia concezione di amore: amore imperfetto, amore consumato, ma pur sempre amore.
Mi girai, a fatica, mentre mi prese le gambe, ruotandole in modo tale da posizionarmi su un fianco, di fronte a lui.
Poi sollevò il mento, posando un delicato bacio sul collo, proprio dove la sera prima mi morse fino a farmi uscire un livido violaceo.
"'Giorno" sussurrò poi, puntando di nuovo le sue iridi verdi nei miei occhi.
Perfetto. Lui era perfetto.
Non ci pensai due volte: mi fiondai sulle sue labbra, mordendole quasi con rabbia, per sfogare la passione.
Si staccò, respingendomi, e per un attimo il mio orgoglio vacillò, non riuscendo a spiegare quel gesto: mi accigliai e misi il broncio.
Forse Harry se ne accorse, perché mi baciò la fronte, delicatamente, e le sue mani iniziarono a viaggiare, fino a posarsi di nuovo sulla coscia destra.
Purtroppo, al contrario della sera prima, non risentii il suo tocco.
Involontariamente, i miei occhi si riempirono di lacrime.
"Lou" mi chiamò, sapendo di non poter resistere alla sua voce, costringendomi a guardarlo negli occhi, che si fecero profondi ma comunque rassicuranti.
"C'è una cosa dentro di te che nessuno può toccarti, se tu non vuoi..."
La sua mano prese ad accarezzarmi la coscia, fino a fermarsi nell'esatto punto in cui sentii il suo calore ore addietro.
"Di...di cosa stai parlando?" chiesi, sussurrando, curioso di sapere il punto del suo discorso, sperando col cuore che mi fosse d'aiuto.
"Di speranza, Lou. E di coraggio." premette forte sulla coscia, quasi come se volesse passarmi una sorta di energia.
Forse aveva ragione: l'unico modo che avevo per poter superare questa situazione era la mia speranza.
La speranza di poter cambiare, di poter ritornare a camminare e a correre, come facevo tempo addietro, e l'unico strumento che davvero poteva aiutarmi era il coraggio.
E, come Niall, Harry era lì con me, era lì per me.
"Ora fammi scendere che se mi vedono i tuoi è la fine."
Mi spostò con naturalezza, per poi scendere dal letto.
Si stiracchiò, allargando le spalle e alzando le braccia: lo osservai in ogni suo movimento. Harry era proprio quel genere di ragazzo che mio padre avrebbe voluto che fossi: alto, muscoloso, imponente, con un fascino da uomo che contrastava con l'età anagrafica.
Purtroppo io non ero così, e questo è il punto fondamentale dell'odio che mio padre provava nei miei confronti.
"Sei bellissimo" sospirai, più a me stesso che al mondo, ma questo sussurro non sfuggì al riccio, che si voltò e sorrise.
"Tu lo sei ancora di più" esclamò, con dolcezza, mentre apriva il mio armadio e frugava tra i miei vestiti: ne estrasse una vecchia tuta, giusto per coprire le sue intimità e poter uscire da camera mia.
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Can You See Me? || Larry Stylinson
Fanfiction|| A story by SandMagia || Louis, un ragazzo sulla sedia a rotelle, costretto su quel mezzo a causa di un'incidente, abbandonato a se' stesso. Niall, il fratello, con il quale ha un rapporto morboso e ossessionante, decide di invitarlo ad una festa...