In una calda mattinata d'estate, in un quartiere isolato di Tokyo, seduta accanto alla finestra Kagome leggeva un libro.
La storia la stava prendendo così tanto che non riusciva a staccare gli occhi dalle pagine. Mentre seguiva con attenzione la vicenda che assorbiva tutto il suo interesse sentì un improvviso rumore proveniente dall'esterno.
"Sarà stato un incidente" si disse, riprendendo la lettura. Ma subito dopo ecco un altro colpo. Il vetro e la finestra tremarono, perfino il libro che teneva tra le mani tremò, ma lei non voleva a nessun costo staccarsi dalla pagina. "Che mi importa di quello che accade lì fuori." Continuò a ripetersi.
Al terzo colpo fu però l'intera casa a scuotersi e Kagome non poté fare a meno di alzarsi e avvicinare il viso al vetro della finestra. Quello che vide le fece cadere il libro dalle mani.
"Sota, Sota presto vieni a vedere!" urlò la ragazza, cercando di attirare l'attenzione del fratello minore senza però ricevere alcuna risposta.
'Accidenti, dove si sarà cacciato quel marmocchio?'
"Mamma hai per caso visto Sota?" chiese Kagome mentre si precipitava al piano terra.
"Non c'è Kagome cara, è uscito a giocare con i suoi compagni."
'Accidenti, proprio ora che ho bisogno di lui.' Pensò risalendo nella sua camera.
Kagome viveva insieme alla sua famiglia (sua madre, suo fratello e suo nonno) in un antico santuario Giapponese. Suo nonno non faceva altro che raccontargli strane storia sul passato, e sull'importanza del tempio che loro dovevano proteggere. Solo quel giorno Kagome si rese conto di quanto ciò che il nonno le aveva raccontato fosse stato reale. Ma questo lo scopriremo pian piano...
Rientrata nella sua stanza e desiderosa di scoprire cosa ci celasse dietro a tutto ciò che stava accadendo, Kagome prese il suo libro e aprì la finestra alla quale si era precedentemente appoggiata.
La giovane era abituata all'aria fresca che inondava la sua camera ogni qual volta aprisse la finestra, tuttavia quella mattina c'era qualcosa che impediva il normale circolare dell'aria: una casa identica, se non per qualche particolare, alla sua.
"Io esco mamma, ci vediamo dopo!" informò la madre prima di uscire dal portone di casa con in spalla il suo zainetto giallo al cui interno aveva riposto il libro che stava precedentemente leggendo. Non sapeva per quale motivo, ma qualcosa le diceva che le sarebbe stato particolarmente utile.
Uscita in giardino si avvicinò alla finestra della casa misteriosa, dalla quale non riuscì, sfortunatamente, a intravedere nulla. Apparentemente non vi era nessuno all'interno, così, coraggiosamente, Kagome si avvicinò alla porta principale con l'intento di aprirla ed entrare.
Ovviamente, era chiusa a chiave. Quale sciocco avrebbe lasciato la sua casa incustodita?
Decise quindi di intrufolarsi da un'altra finestra, una che si trovava sul retro della casa e che dava ad una piccola stanza totalmente vuota.
Forzandola riuscì ad aprirla e dunque a entrarvi. Rimase alquanto delusa nel constatare che era totalmente vuota, e vide tutta la sua speranza di una nuova avventura svanire all'improvviso.
Con meno euforia iniziò a perlustrare le varie stanze anch'esse totalmente vuote finché non giunse nel salone principale: in quella stanza, al centro, vi era un albero imponente, dalla folta chioma e dai rami massicci che si erano propagati per tutte le pareti, riempiendole di piccoli rami e foglie. Sul pavimento era cresciuto un prato rigoglioso e verde, e proprio sotto a quell'albero vi era un pozzo, che alla vista sembrava molto vecchio ma che non era affatto malridotto.
Kagome rimase affascinata da quello che i suoi occhi stavano ammirando, e sentì la speranza nascere di nuovo in lei. Quell'albero le dava una sensazione di pace e protezione, mentre quel pozzo le suscitava grande curiosità. Così, spinta dalla sua enorme voglia di saperne di più, la ragazza si avvicinò al pozzo nel quale decisa, senza apparente motivo, di entrare.
Il fondo del pozzo era fatto di pietra, e Kagome non rimase affatto stupita nel constatare che non sarebbe accaduto nulla, in fondo non poteva vivere una storia come quelle che amava tanto leggere nei suoi libri, nella realtà nulla fuori dal comune sarebbe potuto accadere.
Come per smentire queste sue constatazioni Kagome vide una strana luce fuoriuscire dallo zainetto che aveva appoggiato a terra e, aprendolo, notò che quella strana luce proveniva dal libro che aveva deciso di portare con sé.
Seguì un istinto interiore, lo aprì. Improvvisamente una luce accecante abbagliò il pozzo e Kagome si sentì sprofondare, e dal terrore chiuse gli occhi. Quando li riaprì la luce era scomparsa ed il libro non emanava più alcuna luce, era a terra.
'Devo averlo gettato via dalla paura, cosa sarà stata quella luce?'
Kagome stava andando a raccoglierlo quando si accorse che le pagine al suo interno non erano più scritte, erano completamente bianche, come se qualcuno avesse cancellato tutto ciò che vi era scritto.
Senza che tirasse un filo di vento, le pagine del libro si mossero, facendo sobbalzare Kagome, la quale rimase ancora più perplessa di prima.
Quando si fermarono, sulle pagine che erano rimaste aperte si formò una scritta:
'PROTEGGI LO SHIKON NO TAMA CHE SI TROVA ALL'INTERNO DELLA TUA ANIMA'
Successivamente il libro si chiuse, e si sgretolò. Diventando un banale cumulo di polvere.
Spaventata a morte da ciò che era successo e convinta che si trattasse di un sogno, Kagome si diede un pizzicotto.
'Cosa sta succedendo? Perché non mi sveglio? Meglio tornare a casa.' Pensò la ragazza.
Cercò di arrampicarsi e una volta che riuscì ad aggrapparsi per bene alle pietre, uscì da quel pozzo.
Ma con sua grande sorpresa, non si trovava più nella stanza della casa misteriosa, ma in un enorme giardino, come quello che ricopriva il pavimento dell'abitazione in cui si trovava poco prima.
Poco lontano dal pozzo riconobbe l'albero che aveva visto al centro della stanza.
'Dove mi trovo? Devo assolutamente tornare a casa.'
Notò che al tronco dell'albero vi era attaccata una veste rossa e argentata e avvicinandosi si rese conto, non con poco stupore, che ciò che era attaccato al ramo non era un tessuto, bensì un ragazzo vestito con un kimono rosso e dai lungi capelli argentati. Egli sembrava addormentato in un sonno profondo, e, Kagome si accorse solo dopo, era legato all'albero da una freccia infilzata nel petto.
La ragazza rimase affascinata dalla bellezza del ragazzo di aveva di fronte, e ciò le aveva impedito di notare le due orecchie canine che si trovavano sulla sommità del suo capo. Cosa di cui di accorse dopo pochi secondi.
'Ma queste sono orecchie...sono così carine...' pensò affascinata.
Senza timore si allungò per toccarle e rimase stupita dalla loro morbidezza.
Ignara di cosa stava accadendo, rimase a giocarci per qualche minuto buono.
Nel frattempo, nell'animo del ragazzo dai capelli argentati si stava risvegliando qualcosa...
'Lo sento...questo è lo Shikon No Tama.'
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Il mondo della casa accanto
FanfictionDal capitolo I: [In una calda mattinata d'estate, in un quartiere isolato di Tokyo, seduta accanto alla finestra Kagome leggeva un libro. La storia la stava prendendo così tanto che non riusciva a staccare gli occhi dalle pagine. Mentre seguiva con...