CAPITOLO 5

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Ero seduta su un divano.
Ero seduta su un divano con un ragazzo.
ERO SEDUTA SU UN DIVANO CON UN RAGAZZO CHE MI STAVA BACIANDO!
Panico! Mi passò un brivido su tutto il corpo, stavo prendendo a fuoco, sentii caldo improvvisamente, il mio stomaco stava impazzendo di gioia, il mio cuore si fermò, mi fermai io. Mi alzai e andai in camera lasciandolo lì su quel divano.
Non so il motivo per cui l'abbia fatto, ma non volevo che lui pensasse che fossi una delle troie che ci sono fuori.
Pochi minuti dopo sentii bussare.
<<Rose?>>Non risposi.
<<Rose?>> Sospirò. <<Puoi aprirmi tesoro?>>
Ci fu un attimo di silenzio. <<Senti Rose, io...>>Sospirò . <<Mi dispiace, forse non dovevo baciarti, ma vedi... non so se ti è mai capitato che una persona ti piaccia e hai quella voglia incontrollabile di averla tua, ma questo è quello che sto provando per la prima volta, e lo sto provando con te>>. Si fermò. <<Ho avuto altre storie in passato, ma era solo sesso, con te è diverso Rose>>.
Mi alzai, andai verso la finestra. Non volevo dirgli che stando con me era in pericolo, ma preferivo tenerlo a distanza.
<<Rose, non ti toccherò più, non ti sfiorerò, andrò a dormire sul divano, se vuoi non ti parlerò neanche, ma non voglio che te ne vada, non voglio che ti accada qualcosa...>>Sentii che posò qualcosa a terra. <<...Rose?>>
Non risposi, non volevo andarmene, volevo restare lì.
Sentii i suoi passi, si stava allontanando, mi venne di istinto ad andare verso la porta, ma mi bloccai a centro di stanza. Sentii da lontano che batté la porta dell'ingresso forte, mi affacciai alla finestra e vidi che si dirigeva verso la sua macchina infuriato.
Mi stirai sul letto a pancia in su e guardai il tetto che anche esso era dipinto di nero.
Sentii un rumore, ed era il mio telefono, non mi ero neanche accorta che mi fossi addormentata, vidi il nome sullo schermo ''Britney'', staccai, non mi andava di parlare con lei.
Vidi che erano le 18.45, uscì dalla porta e mi trovai un paio di chiavi a terra, le chiavi di casa, con la scusa di andarmi a prendere un bicchiere d'acqua volevo vedere se ci fosse Jonathan, ma non lo trovai quindi salii e andai a prepararmi.
Continuavo a pensare a quel bacio che durò meno di 4 secondi, pensavo a ciò che mi disse, pensavo a come se ne andò infuriato!
Arrivarono le 19.30, e andai a lavoro, dovevo togliermi quei pensieri dalla testa, arrivai al pub e inizia a lavorare.
Arrivai a casa alle 2, c'era poca confusione rispetto alle altre sere, entrai in casa di Jonathan, ma non trovai nessuno né in soggiorno né in cugina, pensai che fosse a letto e non c'era neanche lì. Ero stanca, l'indomani dovevo alzarmi presto quindi mi misi la maglia e i pantaloncini, puntai la sveglia alle 6.30 e andai a letto.
L'indomani mi svegliai sperando di trovarmi nella stessa posizione della mattina precedente, ma non fu così, Jonathan non era nel letto.
Uscì dalla stanza e andai in bagno a prepararmi, dopo di che scesi rapidamente le scale per vedere se Jonathan fosse tornato. Non c'era. Mi si gelò il sangue avevo paura che gli fosse capitato qualcosa, ma non lo chiamai, non volevo fargli credere che mi preoccupassi con lui.
Andai a lavoro, quel giorno fu tranquillo, ma avevo sempre il pensiero verso Jonathan, speravo di trovarlo a casa.
Finito il turno mi affrettai ad andare a casa di Jonathan, con la speranza di trovarlo e di chiedergli scusa del mio comportamento e di spiegargli tutto, ma non fu così, erano le 15.15, ma Jonathan non era in casa, né in salotto, né in cucina, né in stanza, Jonathan non c'era.

Passò una settimana e Jonathan non si fece vivo.
Mi stavo preparando per andare a lavoro, erano le 7 quando uscii di casa, passai come al solito dalla ''Street Over'' e vidi che in una panchina c'era stirato Jonathan.
Andai verso di lui e sentii subito la puzza di alcol. <<John>>. Lo smossi. <<John>>. Insistetti.
<<Mi piace che qualcuno mi chiami così>>. Si sedette sulla panchina. <<John, John, John>>. Rideva.
Aveva la maglietta strappata e sporca di birra e di altro, i pantaloni anch'essi sporchi e le scarpe rovinate.
Presi il telefono e chiamai al mio capo dicendogli che non potevo andare a lavoro oggi ma che avrei recuperato le ore di oggi domani.
Non potevo lasciare Jonathan solo in quelle condizioni, lo presi e feci appoggiare il suo braccio su di me e lo aiutai ad andare nella sua aiuto e a farmi dare le chiavi. Non avevo la patente, ma mio padre mi faceva portare l'auto quando non lavorava, quindi sapevo cavarmela.
In macchina c'era puzza di alcol nonostante ci fossero i finestrini aperti. Arrivati a destinazione, posteggiai e lo aiutai a scendere dalla macchina, aprì la porta e lo feci stirare sul divano.
<<John, hai bisogno di qualcosa?>>
<<Siediti, per favore, siediti qui>>. Mi indicò l'altro divano vicino a dove si trovasse lui.
Lo feci contento.
<<Dove sei stato in questa settimana, mi hai fatto preoccupare, insomma sei sparito dal nulla>>.
Rise. Nonostante fosse ridotto così male era bellissimo.
<<Un po' qui e un po' lì>>.
<<Perché sei andato via John?>>
Smise di ridere, si sedette e mi guardò con uno sguardo fermo, m'irrigidii.
<<Non volevo darti fastidio, intuivo che se fossi rimasto tu te ne saresti andata via e avresti passato un grosso pericolo fuori con quei bastardi, così ho scelto di allontanarmi, non volevo, ma dovevo>>.
Si alzò e io mi misi davanti a lui tenendolo per le braccia, ma si scostò e salì di corsa le scale, non capivo dove stesse andando così lo seguii.
Vidi che entrò in bagno. <<John...>> Feci un passo verso la porta del bagno. <<John, stai bene...?>> Sentii dei versi strani. Andai verso lui, vidi che aveva la faccia poggiata sul water, d'istinto mi inginocchiai e mi gli passai la mano sulla sua robusta schiena. <<John, ti senti bene?>>
Mi guardò e poi mi sorrise. <<Ti sembra uno che sta bene?>> Beh, a guardarlo in quello stato era comunque sexy.
<<Rose...>> Sospirò. <<Scusami>>.
<<No John, scusami tu>>.
Mi sorrise, e mi mise la mano sinistra sulla mia guancia destra accarezzandola con il pollice.
Chiusi gli occhi e smisi di respirare per qualche secondo. Ripensai al bacio, non avevo mai provato quella sensazione, avevo solo cercato di provare qualche emozione dai libri che avevo letto..
<<Non ho resistito, le tue labbra istigano sesso, tu istighi sesso, ma non ti toccherò una seconda volta, non fino a quando verrà il momento giusto, anche se sarà molto difficile.>>. Rise.
Lo guardai con una faccia sconvolta. <<E tu come fai a sapere che farò sesso con te?>>
<<Lo so>>. Sorrise.
<<Beh, io non ne sarei così sicuro>>. Lo guardai incrociando le braccia.
<<Rose, ti conosco già da tempo, per via di tua cugina, dalla persona che ha descritto e da quando ti ho visto che non faccio altro che farmi seghe immaginandomi te nuda e aspettando il momento di scoparti>>. Sospirò. <<Dovevo dirtelo Rose, scusami, ma non ti preoccupare, non ti toccherò neanche in queste condizioni, con me sei al sicuro.>>
Rimasi stupita, non riuscivo a credere che un ragazzo potesse essere interessato a me in quel modo, ma sicuramente se mi avrebbe visto nuda sarebbe scappato per via della mia bruciatura.
<<Non sono una delle solite ragazze che vedi qua in giro, io sono...>>
<<Bellissima>>. Il mio cuore fece una capriola. <<Rose, non sottovalutarti, sei diversa e sei comunque bellissima>>.

Scusatemi ragazzi se non ho pubblicato questo capitolo dopo due giorni dal quarto, ma ho avuto problemi con il computer.
Un bacio.
-G




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