Non ci è dato di scegliere la cornice del nostro destino, ma ciò che vi mettiamo dentro è nostro.
Anno 1579 del Regno di Zen
"Non possiamo permetterci di correre il rischio." L'umore di Alessio, il Primo Monaco di Zen, era cupo come il cielo che osservava dalla sua finestra.
"Siete sicuro che non ci sia un'altra soluzione?" La regina Freda spostava il suo sguardo da Alessio al Signore di Evora. Cinque dei nobili più potenti del Regno erano stati convocati d'urgenza a Zen, ma nessuno dei suoi figli era tra questi. La ragione era una sola, erano stati chiamati a decidere del destino del suo secondogenito.
"Gabriel Crisanto sta creando demoni in quantità mai viste prima. Sono orde, centinaia di demoni, che potrebbe far marciare sulle nostre terre, e questo ha una sola spiegazione: si sente minacciato da suo figlio. Il ragazzo gli ha fatto capire che può essere sconfitto. Abbiamo interrogato i nostri oracoli e la risposta è stata univoca, dobbiamo sacrificare Marin Crisanto, è lui il suo avversario più temuto in questo momento ed è l'unica minaccia contro la quale il Signore di Tron muoverebbe il suo esercito."
"Marin è mio figlio" protestò Freda, sentendosi mancare la terra sotto ai piedi. L'avevano attirata a Zen con l'inganno, non sarebbe mai dovuta partire senza Alessan, lui non avrebbe acconsentito a quella follia.
"Se il giovane Crisanto è l'unica minaccia al suo potere, potrebbe anche essere la nostra unica risorsa, non credete?" Il Signore di Evora tentò di intervenire ma Alessio scosse la testa. "Dimenticate la terza profezia. Il Signore di Tron la teme più di ogni altra cosa. Dobbiamo impedirgli di muovere contro le nostre terre."
"Suggerite di uccidere il ragazzo?" chiese uno dei nobili. "Chi mai si macchierebbe di un simile crimine?"
Il Primo Monaco tornò a guardare fuori dalla finestra. Imponenti nubi nere si stavano addensando dietro alle montagne e minacciavano tempesta. Nella stanza silenziosa ora si udivano solo i singhiozzi della Regina.
"No, non saremo noi a decidere. A Casedimezzate vive una giovane donna, il suo nome è Ambra. Si dice parli per conto di Maia e che le sue parole siano l'espressione della saggezza della nostra Signora. Rimetteremo a lei la decisione."
Così Freda fu costretta a tradire suo figlio per la seconda volta. Gli mentì, dicendogli che il Monastero di Zen aveva bisogno del suo aiuto per mettere in salvo una fedele che viveva a Casedimezzate. Un'orda temibile di Demoni Neri avrebbe marciato su quelle terre, spazzando via ogni forma di vita. Il compito di Marin era semplice, portare in salvo la donna, conducendola al sicuro, tra le mura di Zen.
Marin si apprestò a partire per il Nord, con una lettera per Ambra scritta di proprio pugno dal Primo Monaco, lasciandosi alle spalle le calde terre di Alario e la sicurezza della sua fortezza, mentre sua madre moriva dentro una seconda volta.
L'odio è amore contro l'amore
Il suo cuore era in fiamme, sembra voler esplodere in centinaia di pezzi ad ogni respiro. Marin girò il viso da un lato ma non riuscì a vedere niente, oltre la neve che era caduta candida e silenziosa. Il suo petto si alzava e si abbassava convulso. Aveva già vissuto quell'esperienza. Aprì e chiuse le palpebre per cercare di vedere oltre il chiarore della neve e la luce grigiastra del cielo. Vicino a lui sentì il soffice rumore di passi.
"E' vivo!" gridò la voce di una donna. Era luminosa, più luminosa del cielo stesso e lo rischiarava costringendo a chiudere gli occhi. Ma lui voleva continuare a guardarla perché quella luce gli infondeva la pace tanto desiderata. Le sorrise tendendole la mano.
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Cuore Nero ( Concorso Fantasy di AShootingStarISee )
FantasíaMarin Crisanto era in sella al suo cavallo, completamente vestito di nero, assomigliava ad una creatura della notte e si confondeva con il resto delle ombre che si stavano ammassando nella vallata. Il suo sguardo era teso e sondava l'ampia valle pun...