Capitolo II

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Eastills senior era un uomo d'affari molto conosciuto in tutta la zona per la propria arroganza, la fame di potere e rivalsa: non si sapeva molto di lui, perché piuttosto che mantenersi nell'ombra infatti raccontava menzogne sempre più esagerate, sempre più eccessive, così da costruirsi intorno un certo numero di dubbi e di domande, di interrogativi su chi fosse realmente. Di certo amava apparire come ben più ricco di ciò che era, spendendo i propri danari in automobili di lusso - di dubbio gusto - e capi di vestiario all'ultima moda: vantava d'avere, tra i suoi molti amici, anche diversi stilisti famosi in tutto il mondo. Aveva una villa da qualche parte ad Oxford, ben protetta dietro alti cancelli e telecamere a circuito chiuso, in cui intratteneva ospiti in feste sfarzose ed eccentriche, al limite del ridicolo. Durante una di quelle feste, diciotto anni prima, s'era appartato con la moglie di suo cugino ed aveva avuto con lei un incontro intimo, culminato con il concepimento di un bambino.

Era la festa del suo matrimonio con la bella Miranda Jones, che non prese affatto bene l'arrivo di quel fagottino tanto simile al proprio marito: dapprima fece finta di nulla, cercando di convincere le amiche che fosse tutta una menzogna volta ad infangare la carriera in ascesa del martio, covando nell'intimo un rancore feroce e crescente. Un rancore che divenne ira funesta quando lui decise di riconoscere e prendere con se il bambino avuto con la signora moglie di suo cugino. Un'ira funesta che si tramutò in un divorzio milionario, in una casa con piscina e in un'automobile d'epoca per la bella consorte che convinta d'aver dilapidato il patrimonio del marito sperperò il proprio denaro in pochi anni.

Il bambinetto crebbe allora con il padre, due tate ed un paio di camerieri in una graziosa dimora in stile vittoriano, ed ebbe per molti anni come unici amici i figli dei conoscenti del genitore, che gli attaccarono la varicella e gli orecchioni, e che più volte gli ruppero i giocattoli.

Eastills junior ereditò, oltre ai capelli castani e agli occhi azzurri, tutti i peggiori difetti del padre: era un bimbetto arrogante, prepotente, frignone e dalle mani lunghe, divenuto poi un giovane sagace e sarcastico, dalla risata sprezzante sempre sulle labbra ed il mondo ai propri piedi.

Aveva cambiato già tre scuole nei suoi anni accademici, e questo Stefan Backley lo sapeva bene.

L'aveva conosciuto per caso ad un evento a cui entrambi i genitori partecipavano, e se in un primo momento l'aveva trovato simpatico anche se un po' eccessivo, ed aveva bevuto e fumato in sua compagnia, in un secondo momento aveva scoperto quanto subdolo e povero d'animo fosse in realtà. Aveva fatto battute sconce per tutta la sera, cosa che non turbava granché giovane Stefan perchè anche lui ne faceva largo uso, ma giunto ad un certo grado d'ubriachezza s'era avvicinato troppo toccandolo ed ammiccando aveva farfugliato qualcosa di strano. Allora Stefan l'aveva allontanato, e da quel dì sempre gravemente scansato.

« Non fare niente che io non farei, figliolo. » Disse l'uomo, grattandosi la barbetta ben curata che gli cresceva sul mento. Lo faceva sembrare una capra, ma si addiceva piuttosto bene al suo look casual chic: amava sopra ogni cosa essere sempre impeccabile, ineccepibile agli occhi di tutti quelli che lo incontravano per le strade della città, agli eventi e durante le convention.

Avesse potuto si sarebbe rivestito di foglie d'oro per attirare su di se tutta l'attenzione del mondo. Che cosa non avrebbe fatto, che cosa stava dicendo al proprio figliolo? Stava consigliando al giovane di procedere lungo la via della perdizione, lungo una strada lastricata di esperienze giuste ma sopratutto sbagliate, irripetibili ed indimenticabili. Con quella frase invitava il primogenito a rischiare la propria vita mettendosi in gioco completamente, dalla testa ai piedi. L'avvicinò, e gli diede un'affettuosa pacca sulla spalla facendolo ridere.

« E quella rossa... Quella rossa.. Devi strapparle le mutandine di dosso alla prima occasione. » confabulò a voce più bassa, indicandogli con la punta del naso il volto ovale della ragazza che sedeva poco distante. Shannon Eastills non si sarebbe mai e poi mai lasciato sfuggire una "pollastrella", così diceva il padre vantandosi con i compagni giocatori di golf: idolatrava il proprio figliolo e gli perdonava ogni sgarro, con l'unico risultato di acconsentire ad ogni suo capriccio da adolescente.

Spleen [Il Bizzarro Caso di Un Amore di Gioventù]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora