Capitolo IV

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« No! »

« Sì, invece! »

« Neanche per sogno! »

« Oh, non ci scommettere troppo! »

Una chioma ramata s'agitò e Romilda si frappose tra i due litiganti consanguinei. Si fronteggiavano i fratelli, nel piazzale davanti alla scuola privata. Si fronteggiavano decisi ad averla vinta l'uno sull'altro, ma entrambi non avevano fatto i conti con l'eroina dalle lunghe ciglia. Romilda, talmente stanca di sentirli discutere in maniera tanto sterile, gonfiò le guance li strattonò afferrandoli per i gomiti. Nel suo essere così poco forzuta non li smosse di molto, ma attirò invece la loro attenzione.

« Smettetela, mi sembrate due vecchie zitelle! » brontolò rivolta ad entrambi, quando questi si girarono ad osservarla frastornati e stupefatti. Backley contro Backley, erano assai ridicoli. A Romilda scappò da ridere e se avesse avuto lunghi baffi da gatta li avrebbe usati per nascondere il proprio sorrisetto sardonico: il medesimo dello Stregatto di "Alice nel Paese delle Meraviglie". Si rabbuiò ben presto tuttavia, quando notò Ramon muoversi sul posto con una certa agitazione.

« Ha ragione Stefan, non dovremmo andarci. » pronunciò soltanto pochi istanti dopo, osservando adesso il volto di Ramon contrarsi di dispiacere, di dubbio, di "ce l'hanno con me?". L'occhiata che si scambiarono fu eloquente per entrambi, ma il giovane non riuscì a trattenere la domanda che gli pizzicava la gola.

« Perché no? » chiese infatti a Romilda che per tutta risposta alzò di nuovo gli occhi nella sua direzione. Si scontrarono in silenzio di fianco a Tim e Stefan che li osservavano, poi la giovane inclinò la testa e strinse le spalle. Lei non voleva che Ramon soffrisse, che si ritrovasse invischiato nella vista di quello stupido Eastills impegnato in qualche esplorazione nella bocca di una studentessa qualsiasi. Non era una buona idea per lei, perché avrebbe evitato al ragazzino di spezzarsi ancora. Come un fuscello, come un giunco in riva ad un fiume tumultuoso d'acque nere ed arrabbiate.

« Un giro piccolo, guardiamo chi c'è e ce ne andiamo velocemente. Ragazzi, diamo retta al piccolo Ramon una volta tanto! » Tim non era del suo stesso avviso, e come avrebbe potuto biasimarlo? Non conosceva i retroscena, le paure, i pensieri di quel ragazzino dallo sguardo d'argento liquido. A ben pensarci neppure il maggiore dei Backley voleva portare il suo regale posteriore in quella specie di "evento della stagione", che in tutta franchezza non lo elettrizzava affatto. Stefan lanciò una lunga occhiata a Romilda, che la ricambiò, e si domandò come mai avesse così poca voglia di recarsi alla festa. Se ne ricordò un momento dopo.

Romilda detestava le feste.

« Ci andiamo sempre! » Tim interruppe i pensieri del duo, svelto con la voce. 

« Tu che salti una festa, Stefan... Impensabile! » aggiunse, annuendo convinto. Stefan faceva parte di quel ristretto gruppo di persone invitato a qualsiasi evento, a qualsiasi festicciola o gitarella domenicale: puntualmente appariva una ragazza dalle gote rosse ad invitarlo qualche giorno prima, e lui accettava per partito preso portandosi dietro il fratello ed i due amici. Nessuno gli diceva mai di no, nessuno cacciava la sua compagnia.

« Andiamo Tim, sai perfettamente che quella non è una vera festa, ma un contentino del preside e di quella dannata Civetta! » esclamò il giovane, dando un'ultima boccata alla sigaretta che si rigirava tra le dita e che per lo più aveva fumato il vento che soffiava sottile. Ogni anno i due "padroni" dell'accademia davano le chiavi dell'auditorium a due studenti investendoli così del titolo di organizzatori.

Solitamente c'era una musica piatta diffusa con gli altoparlanti in tutta la sala, le luci soffuse ed un tavolo ingombro di bibite assolutamente analcoliche. Era un modo di rabbonire i figli dei finanziatori della scuola, di dar loro il benvenuto in una fatiscente replica di un tipico ballo americano. Altrettanto spesso ben pochi ballavano, per lo più chiacchieravano all'interno della grande stanza all'ultimo piano della costruzione scolastica, che veniva utilizzata anche come teatro e come aula prove dai giovani della banda.

Spleen [Il Bizzarro Caso di Un Amore di Gioventù]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora