La luce gialla della lampadina vibra, credo ci abbandonerà presto.
Finisco di sistemarmi in fretta, non voglio fare tardi proprio stasera. Ho accettato di sostiuire la mia migliore amica che è ammalata e farò da babysitter a due bambini. Sono inesperta, ma vorrei fare una bella impressione.
Manuela si è ammalata qualche giorno fa, ha la febbre alta e i medici non hanno ancora capito a cosa sia dovuta.
Mi ha chiamata ieri sera. Aveva una voce opaca, lontana. Parlava con difficoltà. Mi sono preoccupata a sentirla così.
«Manuela, ma come ti senti?»
«Uno straccio.»
Mi ha chiesto di sostituirla e le ho detto subito sì, perché un lavoretto mi è proprio utile in questo periodo.
«Grazie Sara» mi ha detto lei.
«Figurati! Sempre insieme, ricordi?»
Lei è rimasta in silenzio.Quel potrarsi del vuoto mi ha creato disagio.
Poi, con una voce che non le ho mai sentito prima, ha risposto: «Sì, sempre insieme.»
Mi ha sollevato sentirglielo dire. Ci conosciamo da quando eravamo piccole. Sempre insieme è il nostro motto, è il nostro legame. Non potremmo vivere separate, ce lo siamo dette un sacco di volte.
La famiglia dalla quale sto per recarmi è di quelle da tenersi stretti. Una bella casa indipendente in una zona residenziale vicino a dove abito. È nevicato e fa freddo, ma posso raggiungerla a piedi.
Mi sistemo il collo del maglione e controllo che copra bene il tatuaggio che mi sono fatta in primavera.
Scendo le scale e trovo mia madre seduta a leggere in soggiorno. Alza gli occhi dalla pagina e mi sorride. «Ti accompagno?»
«No, grazie mamma.» Voglio essere indipendente e poi a lei non piace guidare con la neve. «Non aspettarmi alzata» le dico mettendo la giacca.
«Va bene» mi risponde lei. Tanto so che lo farà.
Infilo la sciarpa e i guanti.
Ci guardiamo un'ultima volta prima che esca. Ha un'espressione strana.
«Verrà a prenderti lei?» mi domanda con occhi vaqui.
«Chi?»
Muove la bocca per dire qualcosa.
«Manuela?» domando ancora, non capisco a chi si riferisca.
Lo sguardo torna presente, ha un breve sussulto. «Sì.»
Sorrido un po', che svampita mia madre!
«Ma no, lo sai che è ammalata. La sostituisco per questo. Dai, fammi andare.»
Lei ride. «Hai ragione. Che svampita che sono!»
Ecco, appunto.
La saluto e finalmente esco con lo zaino sulle spalle.
L'aria è più fredda di quanto credessi, mi stringo la sciarpa di lana intorno al collo.
Sul marciapiede c'è uno strato di neve che scricchiola quando la calpesto, non ho molta strada da fare ma mi pento quasi subito di non aver chiesto un passaggio.
Sollevo il cappuccio della giacca e me lo stringo sulla testa.
Per la via non c'è nessuno e la neve contribuisce ad attutire i suoni, le finestre delle case sono illuminate da luci che scaldano. Non vedo l'ora di arrivare.
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Sempre insieme, ricordi?
Misteri / ThrillerIn una serata d'inverno Sara si prepara a uscire per fare da babysitter a due bambini. Sostituisce l'amica che è ammalata. Piccoli episodi bizzarri, violenti e macabri spingono la ragazza verso l'incubo.