La verità, sì, ha detto giusto Piero: proprio la verità.
Ci tenevo a dirvelo che questa che leggerete è la verità.
Se una vita è una storia e se ogni storia ha bisogno di qualcuno che la racconti, eccomi qua a raccontarvi la mia, tutta quanta fin dal principio.
Non è una storia nel senso di un'invenzione, anche se al sottoscritto continua a sembrare uno di quei sogni da cui non ci si vorrebbe mai svegliare. Questa che vi racconto è la storia sincera della mia vita, così come l'ho vissuta prima de Il Volo e dentro Il Volo.Il mio volo - ogni riferimento è puramente casuale - è iniziato con una letterina di Natale.
Di sicuro mamma Caterina e papà Vito ci stavano già pensando ad allargare la famiglia, ma mia sorella Antonina - o per meglio dire Nina, visto che la chiamano tutti così - poco prima del Natale del 1993, a scuola ha preso carta e penna e ha scritto: <<Cari Babbo Natale e Gesù Bambino, io per Natale non voglio regali. I regali dateli ai bambini poveri. Io per Natale voglio un fratellino>>.
Detto, fatto: un poco dopo Capodanno, mamma Caterina scopre di essere incinta.
Ovviamente mia sorella, che voleva essere sicura che la richiesta fosse stata ascoltata fino in fondo, decide che alla prima ecografia vuole andare con mamma a verificare.
Così, durante il controllo, Nina guarda la dottoressa e le dice: <<Posso sapere che cos'è?>>
<<Tu cosa vuoi, tesoro?>> le chiede la dottoressa.
<<Io voglio un fratellino!>>
<<Allora vieni che ti faccio vedere il fagiolino.>>
Il primo desiderio di Nina fu esaudito. Però c'era il secondo: mia sorella voleva un fratellino che facesse gli anni il suo stesso giorno, cioè il primo di ottobre.
Mi sono sbagliato, che vi devo dire? Il 4 ottobre del 1994, tre giorni dopo il compleanno di Nina, al reparto maternità di via D'Azeglio a Bologna sono nato io.
Mamma e papà felicissimi, tutta casa Boschetto in festa, e mia sorella più in festa di tutti: non ero nato il primo di ottobre, però ero meglio di qualsiasi altro bambolotto.
Anche se davo più preoccupazioni.
Durante la prima visita, i dottori mi hanno trovato una strana malformazione ai reni.
Dopo vari controlli si sono accorti che non era una malformazione, ma che ero nato monorene, cioè con un solo rene ma più grande del normale e che funziona come se fossero due.
E siccome non bastava, sono nato anche con lo strabismo di Venere, ma niente di preoccupante.
Perciò, ero uscito con qualche difettuccio, ma stavo bene, un bolognese nuovo di zecca.
Ma la verità è che avrei potuto nascere anche siculo-senese.
Come mi vedreste con l'accento toscano?