Avete presente quelle scene dei film con i ragazzini che giocano a calcio con la palla fatta di carta? Perfetto: io sono uno di quei ragazzini con la palla, solo che la mia non è fatta di carta ma è un SUPER TELE.
Il mio SUPER TELE era in pericolo tutte le volte che ci giocavo con i miei amici di Naro, il paese siciliano in cui sono nato il 24 giugno 1993.
Che posso dirvi di Naro? Per me, ovviamente, è il paese più bello del mondo, anche se è un piccolo paese (fa ottomila abitanti). Piccolo, ma con diverse cose interessanti da vedere, fra cui una decina di chiese barocche, il castello Chiaramonte, la Valle del Paradiso - che sembra davvero un paradiso verde, un mare verde che separa Naro dal mare vero - e la festa della Primavera Narese.
Ma perché in un posto così tranquillo il tuo pallone era in pericolo? vi starete domandando. Il fatto è che ci giocavamo con i miei amici in una piazzetta piccola, quasi un cortile. E in questa piazzetta c'era una panchina e su quella panchina si sedevano sempre gli stessi vecchietti.
Noi ci ritrovavamo al pomeriggio ed eravamo capaci di restare lì anche fino alle dieci di sera. Il problema era che, quando il pallone arrivava troppo vicino alla panchina, i vecchietti si mettevano a gridare: <<Adasciu cu' stu' palluni! Ti lu tagliammu>>, che tradotto per i non siciliani significa "Piano con questo pallone! Te lo tagliamo".
Mi facevano una paura, sempre con questa storia che dovevano bucarmi il SUPER TELE.
Sono passati cinque, sei anni. La piazzetta e la panchina ci sono sempre e sulla panchina ci stanno ancora i vecchietti che minacciavano di bucarmi il pallone. Solo che adesso quando mi vedono non si arrabbiano più, anzi mi vengono incontro per salutarmi.
Mi facevano paura, penso ogni volta che li rivedo, e adesso si alzano ad abbracciarmi e hanno quello sguardo orgoglioso e commosso.
È un'immagine troppo forte per me.
Non so spiegarvelo: ogni volta che li vedo divento come "debole dentro".
La verità è che sono ancora quel ragazzino con il SUPER TELE.