<<Non rubare.>>
<<Non commettere atti impuri.>>
Si faceva chiamare Dr Jack, non perché fosse un vero dottore ma perché era così ricco e famoso nei quartieri malandati della città che oramai tutti lo conoscevano. Il dottore, nomina per nulla degna di un uomo tanto brutale rude e superbo, era un uomo sulla quarantina che viveva nel nord della città tra lusso, mafia, bande e rapine.La sua banda contava il fatidico numero di ventitré uomini, tutti accuratamente prescelti da Jack, ed era la banda per eccellenza. Tutto il dipartimento di polizia dello stato era sulle tracce di tali malviventi da anni ormai, le ricerche continuavano ogni volta che, dopo una rapina, un abuso o un omicidio, il caso sulla mafia della città veniva riaperto.
Quella sera il Dottore e alcuni suoi amici si trastullavano in uno dei bordelli della città senza farsi troppi problemi. Le ragazze ballavano al palo mentre la musica forte rimbombava nelle orecchie di Jack portando in uno stato confusionale peggiore di quello in cui si ritrovava dopo sei birre.
Guardava le ragazze ballare e divincolarsi per lui mentre la nebbia e l'alcool lo avvolgevano. Le spogliarelliste si arrampicavano sui pali e muovevano le loro curve sul ritmo vivace della canzone.
Una in particolare stava attirando la sua attenzione; era rossa e portava un top verde che metteva in risalto i suoi occhi smeraldo che sotto le luci stroboscopiche brillavano come due vere pietre preziose.
I due amici che lo avevano accompagnato al pub, se ne stavano stravaccati sulle poltroncine rosse del locare ormai completamente fusi dall'erba e dall'alcool che avevano ingerito. Jack, forse perché più abituato o forse perché voglioso, era ancora in piedi e aveva adocchiato la sua prossima "preda".
Si alzò barcollante dallo sgabello e si diresse verso la padrona del locale. La musica alta lo costrinse ad urlare con voce roca e intorpidita per farsi sentire dalla donna paffutella. Le indicò la giovane ragazza che ancora ballava in mezzo alla stanza, consegnò i soldi e si diresse verso l'uscita della stanza lasciando i due amici dove si trovavano. Avrebbe pensato a loro una volta passati i giramenti di testa. Per ora avrebbero potuto dormire tranquillamente lì.
Jack raggiunse la sua auto, ancora traballante, proprio mentre la ragazza con i capelli rossi usciva dalla porta sul retro indossando un cappotto blu. Salì sull'auto sorridendo al Dottore che ordinò al suo guidatore di portarlo a casa per una nottata poco consona.
Dopo tre quarti d'ora dopo, la ragazza, che Jack scoprì si chiamasse Wanda, assieme a lui se ne stava tranquillamente seduta sul divanetto della sala da pranzo del Dottore mentre sorseggiavano wisky e vodka. La ragazza riusciva ad intrattenerlo, soltanto con le parole, come nessuna era mai riuscita a fare prima di allora. Il Dottore era ammaliato da tanta bellezza e intelligenza, così tanto da non riuscire a contenere la sua eccitazione. Aveva bisogno di essere soddisfatto e le chiacchiere non gli bastavano più. Appoggiò una mano sulla coscia scoperta della ragazza e con un ghigno accarezzò la delicata pelle della ragazza che sorrideva incoraggiando le mosse di Jack.
Il dottore non riuscì a raggiungere l'inguine della donna perché fu sollevato da terra e gettato con forza alcuni metri indietro sbattendo contro un tavolino in vetro e distruggendolo completamente.
Jack bestemmiò toccandosi la fronte sulla quale colava un rivolo di sangue caldo. Si sorresse sui gomiti per capire cosa fosse successo e l'unica cosa che riuscì a vedere furono gli occhi verdi della ragazza spalancati e rivolti ad una figura nera che lo sovrastava.
Due punti viola molto luccicanti comparvero in mezzo all'oscurità che lo circondava e un sussurro tagliente e flebile invase le orecchie del Dottore: <<Pagherai per i tuoi peccati.>>
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Il Rivendicatore
HorrorUn'ombra, un fruscio indistinto, la paura del buio. Ma soprattutto quel colore, così acceso, così innaturale, come se fosse possibile trovarci del giusto in quello che stava facendo.