Sussurri, occhiatine, pregiudizi e risate. Ecco cosa un perfetto stereotipo porta con sè, assieme alle inutili e false ovvietà che lo caratterizzano come tale. Un macchinario di crudeli similitudini, tanto ridicole quanto famose. I luoghi comuni hanno origine da più tempo di quanto immaginiamo, dalle locandiere settecentesche, etichettate come "donne dai facili costumi" dall'italiano che da sempre, secondo l'immagine del mondo intero, si sfama solo ed esclusivamente di pasta e pizza, aumentando il tasso di colesterolo già alto quanto l'Himalaya. Di avvenimenti accaduti una volta, oppure mai, si è fatto un culto. E chi poteva portare avanti questa tradizione, se non la generazione dell'apparenza e della "popolarità"? I 2000 in poi, hanno arricchito questo schedario di preconcetti con un migliaio di clichè che non seguono la loro idea di "normalità", come se questa esistesse. Non sono, di certo, una santa; anch'io, a volte, mi baso sulla frase fatta affibbiata ad una persona, se non la conosco, ma cerco anche di estrapolarne un'identikit osservando il suo comportamento, quando ci troviamo casualmente nello stesso luogo.
Personalmente, mi sono stati affibbiati diversi modelli. A quanto dicono sono: una secchiona, una nerd, un'asociale, un emo in attesa dell'oscurità eterna, una ragazzina dalla dubbia sanità mentale e il sadismo fatto carne. In una parola: strana, qualcosa di non convenzionale alle idee comuni di "stile di vita". Noi strani, veniamo, di convenzione, anche chiamati "sfigati". Ho cercato nel dizionario, e no, questa parola non esiste, come d'altronde il suo significato. Lo stereotipo di "sfigato" comprende chiunque a cui piace leggere libri o fumetti, sognando tra parole e disegni su carta stampata; chiunque ami i videogiochi, chiunque è affascinato dallo studio di nuovi argomenti, chiunque guarda ancora i cartoni animati perchè, nonostante tutto, continua ad essere incantato da quelle puntate che ormai sa a memoria; chiunque ascolta generi musicali differenti dal pop e dal rap, che ormai sembrano aver preso il controllo della discografia mondiale. Chiunque sia diverso. Oggigiorno sono normali, oppure -chiedo venia- "fighi" e "popolari" persone che io vedo come robot.
Hanno tutti le stesse scarpe, le stesse felpe e gli stessi pantaloni calati a metà delle chiappe. Parlano allo stesso modo, hanno gli stessi interessi e passano le giornate a farsi selfie, chi con la bocca a becco d'anatra, chi con il broncio, chi con una mano sulle labbra, chi si fotografa le mani o i piedi, chi si fa le foto di spalle con le braccia spalancate al sole, in stile Messia... e chi più ne ha, più ne metta. Un esercito di soldati tutti uguali, ecco cos'è la normalità, adesso. Vorrei, però, far notare che ci sarà sempre quel modo di ridere o sorridere, gesticolare con le mani mentre si parla, quel piccolo tic alle dita o agli occhi o quella passione o abitudine segreta, che rende ognuno di noi diverso, strano. Perchè, anche se non lo ammetterete mai, alla fin fine siamo tutti un po' "sfigati".
Questo capitolo è stato ideato e concesso dalla mente e dalla penna di angamy228
Grazie Angy ;-*
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Pensieri convulsi di una piccola vita
De TodoHo deciso di scrivere una storia che, più che storia, è il diario segreto di tante come me; provvisto di sogni, aspirazioni e ingiustizie sull'amore, la famiglia e la vita in generale, e che rappresenta il momento di sfogo principale. Narra delle st...