Capitolo 1.

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1.

Era novembre quando Luice entrò a far parte della mia vita, non ricordo con esattezza che giorno fosse, era una giornata come un'altra, le solite giornate autunnali in cui il freddo comincia lentamente a far svanire i ricordi dell'estate ormai quasi dimenticata, ricordo le nuvole in cielo, preannunciavano un temporale imminente e di li a poco comincio a piovere; me ne stavo li, sul bordo della finestra, ad ammirare con fare annoiato le gocce che, sempre più veloci, cadevano e si schiantavano sull' asfalto. D'impulso decisi di iniziare un nuovo libro. Mi alzai e mi avviai verso la libreria in fondo alla stanza, cominciai a svuotare i vari ripiani che contenvano decine di libri accatastati l' uno sull'altro leggendo nel frattempo i titoli, ormai li avevo già letti tutti, alcuni anche più di una volta, poi, lo sguardo mi cadde su un libro in particolare, era nascosto in fondo, non ricordavo nemmeno di averlo, era la prima volta che mi soffermavo ad osservarne la copertina, era rigida, in eco pelle marrone, con il titolo oro in basso rilievo. "L. Wordfangel", il titolo mi incuriosì fin da subito ; allora non sapevo a cosa andavo incontro e mai mi sarei immaginato che quelle pagine racchiudessero il mistero più grande e meraviglioso della mia vita. Sorrido ancora al pensiero, ricordo quell' attimo in cui aprii il libro e inziai inconsapevolmente a leggere le prime righe...

"Come altri prima di noi ciò che scriverai nella tua vita sarà scritto anche per me, io, Luice sono stato incaricato di proteggerti, sarò la tua gui.."   un rumore alle mie spalle mi fece voltare.

Probabilmente il vento aveva mosso le persiane, ignorai il suono appena sentito e ripresi la lettura da dove ero rimasto ma ecco che di nuovo ne sentii un altro, decisi di andare controllare questa volta ,alla finestra non c'era nulla, controllai la porta di ingresso per assicurarmi che fosse chiusa e che al di fuori non ci fosse nessuno, nulla, l'unico rumore udibile era quello della pioggia che cadeva sull'asfalto e  il rumore delle automobili che percorrevano velocemente la strada bagnata.

Senza accorgermene si era fatta sera cosi decisi di accantonare il libro e contattare qualche amico per uscire , mi arrivò un sms poco dopo  "raggiungici al solito posto, siamo tutti qui a dopo!" il "solito posto" era un piccolo bar poco distante da casa mia dove ci si trovava quasi tutte le sere a bere una birra in compagnia e quando il televisore funzionava a guardare qualche partita di calcio. Notai che il numero di telefono non era nei miei contatti, non me ne curai più di tanto, pensai che il messaggio era chiaramente stato inviato da uno dei miei amici così misi giacca e scarpe ed uscii di casa, con le chiavi ancora in mano scelsi di prendere l'auto dato che la pioggia non ne voleva sapere di smettere.

Arrivai al locale dove trovai tutto spento, era chiuso.  Non capivo, non era tardi e non c'era nessun cartello di chiusura anticipata o di ferie improvvise, mi sembrava tutto così assurdo.
Chi mi aveva inviato quel messaggio? e dov'erano finiti tutti? decisi di tornare a casa, la pioggia continuava ad aumentare ed i vetri erano completamente appannati, non vedevo niente e mentre facevo manovra colpii qualcosa, misi il cappuccio della felpa e scesi di corsa per andare a vedere cosa avevo combinato e fu allora che lo vidi, li a terra inerme, un ragazzo. Oddio avevo investito una persona!
Indossava una giacca bianca e un paio di pantaloni dello stesso colore , non l' avevo mai visto prima nonostante il mio fosse un piccolo paese dove tutti conoscono tutti.
Abbassandomi sulle ginocchia gli dissi "ehi! mi senti?" avevo paura avesse battuto la testa, cominciai a scuoterlo leggermente. All'improvviso aprì gli occhi e con uno sguardo spaesato e un po' stordito mi disse " chi sei?"
"mi chiamo Paul, ti sono venuto addosso con la macchina, mi dispiace non vedevo niente, per fortuna andavo piano, come ti senti? ti fa male qualcosa? vuoi che chiami un'ambulanza?" risposi parlando troppo velocemente ;
mi guardava come se fossi pazzo.
Si toccò la testa con una mano e dopo averlo aiutato ad alzarsi gli dissi " andiamo ti porto in ospedale ", aprii la portiera del lato passeggero e lo feci sedere, con pochi passi veloci salii in macchina anche io, ormai completamente zuppo d'acqua.
L'aria calda che era rimasta accesa aveva finalmente spannato i vetri, così partii.
Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante ma dopo pochi metri il ragazzo, che ora vedevo meglio in viso, si girò verso di me e mi disse " tranquillo sto bene, non c' è bisogno che mi accompagni in ospedale" ,
Lo guardai  fugacemente un po' perplesso e mi resi conto che ancora non sapevo nemmeno il suo nome cosi dissi  " non mi hai ancora detto come ti chiami.."
" mi chiamo Luice e ti sarei grato se mi accompagnassi a casa, sai ho avuto una pessima giornata e per finire mi hanno appena investito" rispose con tono sarcastico e un po infastidito, non sapevo se essere scocciato per il suo tono o dispiaciuto perché nonostante tutto infondo era vero, l'avevo appena investito; deglutii e mi girai verso di lui che ora mi stava guardando, in quel momento i suoi occhi grandi mi incatenarono,aveva  uno sguardo così profondo che sembrava potesse parlare senza il bisogno in realtà di dire nulla, aspettava una mia risposta, riportai gli occhi sulla strada per evitare di investire qualcun'altro, dannato tempo, pensai, e risposi " ok, dove abiti?" e mentre pensavo alla coincidenza incredibile di 'incontrare', se cosi si può dire, un ragazzo che aveva lo stesso nome del protagonista del libro che stavo leggendo poche ore prima, Luice disse " alla prossima rotonda a sinistra e da li proseguo a piedi".
Arrivato alla rotonda presi la terza uscita e accostai sul ciglio di una strada chiusa.
Mi trovai a fissarlo " sei sicuro che ce la fai a piedi? come ti senti?" , aveva lo sguardo perso ma annuì e guardandomi rispose" ce la faccio, grazie del passaggio e stai più attento la prossima volta, ciao "e mentre scendeva dall' auto dissi " per quel che vale mi dispiace davvero molto" mi guardò e per la prima volta sorrise chiudendosi la portiera alle spalle.

Come il cielo,così il mare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora