Chapter 5

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2015

Zayn fece restare Ashton al suo fianco per tutto il tempo, lo fece essere sempre in prima fila quando doveva spiegare o raccontare, chiese lui pareri, impressioni, consigli.

Il ragazzo non era mai stato più felice in vita sua.

Zayn poteva vedere la scintilla negli occhi di Ashton accendersi ogni qualvolta lui gli chiedeva di esprimere un parere, vedeva le sue goti arrossarsi quando gli applausi erano rivolti a lui, e soprattutto vedeva la serenità che lo investiva mentre i suoi occhi passavano in rassegna ogni singola linea presente sulle tele esposte.

L'artista si rivedeva molto in quel ragazzino; per questo motivo, quando il giro con il primo gruppo finì il ragazzo gli propose di andare a pranzo assieme. Inutile dire che il ragazzo non se lo fece ripetere due volte prima di seguire quello che era diventato il suo nuovo idolo.

"Per caso dipingi, Ash?" – chiese il moro mentre arrotolava con la forchetta una manciata di spaghetti e li portava alla bocca.

Ashton scosse la testa, passandosi il tovagliolo sulle labbra per pulirle dalle possibili macchie di sugo – "No, assolutamente. E' solo che l'arte mi piace, ma non è questo che voglio fare."

A quel punto il più grande abbandonò la forchetta sul tavolo per concentrarsi su di lui, portando le mani sotto il mento – "E cosa vorresti fare?"

"Suonare la batteria, il mio più grande sogno è diventare un batterista." – disse quello, con un sorriso tale dal far comparire le due piccole fossette sulle sue guancie e guardando il moro con uno sguardo deciso.

"Sono sicuro che ci riuscirai."

"Dovrei comprare una batteria, prima."

"Non ne hai una?"

Il ragazzo allora fece sparire ogni traccia di sorriso dalle sue labbra, scuotendo la testa ed abbassando lo sguardo sul proprio piatto di pasta che adesso si limitava a toccare con la forchetta, giocandoci, quasi. – "Non posso permettermela."

"oh" – fu l'unica cosa che Zayn riuscì a dire, pentendosi quasi di quella domanda.

Il silenzio che seguì quel momento venne spezzato dallo stesso Ashton che alzò lo sguardo nuovamente con le labbra distese in un sorriso che costrinse Zayn a sorridergli a propria volta.

"Non pensiamo a queste cose, di certo un modo lo troverò, io non mi arrendo!"

"è così che devi pensarla."

"Tu hai mai pensato di abbandonare la tua pittura?"

Il moro si morse il labbro a quella domanda, per poi annuire e mettere su un sorriso amaro.

"Ci sono stati momenti difficili, ho smesso di dipingere due volte non per mia volontà, ma semplicemente perché non ci riuscivo più. E' stato come vivere senza aria, in apnea. Non so se mi spiego."

"Ti spieghi benissimo, capisco."

"Però, in ogni caso, sono tornato. Alla fine eravamo solo io ed i colori contro il mondo." – sorrise, sta volta sinceramente.

Il più piccolo era assolutamente curioso: voleva sapere perché aveva smesso, cosa gli aveva dato la forza di tornare in carreggiata. Voleva sapere tutto. Ma aveva paura di chiedere, non voleva sembrare invadente, lui non era una persona invadente.

"Chiedimi quello che vuoi, Ash, ti sento pensare da qui."

Allora quello rise, vergognandosi appena un po', si sentiva a suo agio con quel ragazzo dopo tutto. – "stavo pensando che sei stato forte a ricominciare per ben due volte, io non avrei tutta questa forza, credo."

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