XXIII. I'm sorry Lou.

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[Louis' P.O.V]

«Harry! HARRY ASPETTA..», urlai io.

«Harry, amore mio, che succede?», chiesi. «C'é qualcosa che non va?»

"Ma che domanda intelligente Louis, mi sorprendi. É ovvio no? Va tutto a meraviglia, ha appena insultato un invitato dandogli del gay represso e incolpandolo di averlo fatto andare in coma. Tutto normale non credi?", mi rimproverò il mio subconscio.

Mi avvicinai cautamente alla panchina dove sedeva lui, proprio come si farebbe con un gattino, ci si avvicina pian piano per evitare di farlo fuggire lontano da te.

Ecco, Harry era proprio come un gattino, era IL MIO gattino.

«Haz.. cosa sta succedendo?», chiesi in tono pacato.

«Scusa Lou, sono un coglione, ho rovinato anche l'ultima serata che dovevamo passare con la mia famiglia prima di partire», disse lui singhiozzando amaramente.

«Tesoro abbiamo tutta la vita davanti, ci saranno sicuramente altre occasioni per stare con i tuoi...», dissi io, cercando di confortarlo minimamente.

«Mi dispiace Lou..», disse ancora una volta.

«No, Harry, di cosa dovresti scusarti?»

Non stavo capendo cosa stesse succendendo, sapevo solo che Harry aveva dato di matto contro quel tizio, ma non sapevo il perchè..

«Harry potresti spiegarmi cosa sta succedendo qui?», chiesi pacatamente.

«Lou, tu sei entrato a far parte della mia vita da un momento all'altro, improvvisamente la mia vita ha avuto un cambio radicale e da quando ci sei di nuovo tu io sto molto meglio, perchè ho finalmente avuto la possibilità di riavere ció che avevo perso tanto tempo prima.
Dall'ultima volta che ci vedemmo passó tantissimo tempo, tu sei stato una parte fondamentale della mia infanzia, sei stato la mia colonna portante, ció che mi aiutava a non cadere, ció che mi aiutava a rialzarmi in caso di caduta.
Un giorno questa parte fondamentale, come tu sai bene, mi fu sottratta all'improvviso, ed io rimasi lì, senza più niente.
Da quel momento non avemmo più contatti, tant'è vero che, ad un certo punto, persi le speranze.
Ormai sapevo che non ti avrei mai più rivisto o abbracciato.
Ma guarda caso, eccoci qui.
Insieme, seduti su questa panchina maledettamente congelata, dopo che lì dentro, è successo un casino.
Io ti amo Louis, come ti ho sempre amato.
Quindi mi sembra giusto che arrivati a questo punto se tu vuoi sapere cosa sta succedendo, io te lo spieghi, sin dall'inizio...», disse.

Il suo monologo mi lasciò di stucco.

Non credevo di essere tanto importante per lui.. come per nessun'altro in realtá.

«Si, Harry, voglio saperlo.», dissi deciso.

«Ad una condizione però..», disse lui abbassando gradualmente il tono della voce.

«Ovvero?»

«Che tu non continuerai mai a stare con me solo per questa cosa...», disse facendo scorrere sulla sua guancia una lacrima.

Avvicinai il mio pollice sulla sua guancia, ormai rigata dalle lacrime, e asciugai quella maledettissima lacrima che scendeva sempre piú giú.

A quel gesto, nei suoi occhi, si accese una luce.

E sfoderò uno dei migliori sorriso di sempre, con tanto di fossette.

Ah, le sue adorabili fossette...

«Harry, come puoi pensare una cosa del genere?», chiesi.

«Lo sai che io ti amo.. non potrei mai farti questo, mai..», dissi sottolineando l'ultima parola.

«Allora..», iniziò a dire.

«Il primo anno di superiori andò abbastanza bene, il problema si presentó, appunto, negli anni successivi.
Dove conobbi Nick, e tante altre persone come lui.
Se la prendevano con me, solo perché ero gay, inizialmente non mi importava, quindi decisero di iniziare a picchiarmi per farsi notare di più.
Nei primi tre anni di scuole superiori, mia madre non era a casa, era fuori per lavoro. Ed io, ero da solo a casa con mio padre e mia sorella.
Quei tre coglioni mi picchiavano sempre, in continuazione..»

«E tu non potevi fare qualcosa? Tipo difenderti o dire tutto ai tuoi?», chiesi io.

«No Lou, non potevo fare nulla, non potevo dire nulla a mio padre, perchè era anche lui un fottuto omofobo di merda, e se gliel'avessi detto probabilmente avrebbe iniziato a picchiarmi anche lui..
Non potevo dire nulla nè a Gemma nè ai professori, perchè entrambi avrebbero potuto dirlo a mio padre...», disse fermandosi un attimo per poi proseguire.

«Ah, e ovviamente l'unica volta che ho provato a difendermi ho rotto il naso ad uno dei tre e gli altri due, si sono incazzati talmente tanto che sono riusciti a mandarmi in coma per due giorni.», aggiunse.

«Oh, Harry, mi dispiace tantissimo, se solo io fossi rim-», dissi per poi venire interrotto.

«No, Lou, tranquillo, va bene cosí, non devi dispiacerti! É tutto passato.»

«Mi sono semplicemente incazzato perché prima mi augura la morte solo per la mia omosessualità e poi si scopre che anche lui é gay... era solo uno sfogo.», disse.

Lo abbracciai.

Era quasi mezz'ora che eravamo lí fuori al freddo.

«Harry, rientriamo.», dissi io.

Harry annuí e ci incamminammo verso la porta di casa..

***

[Harry's P.O.V]

La serata proseguí normalmente, ignorai totalmente Nick e mi concentrai di piú sul mio splendido Lou.

Dopo cena io e Lou ci ritirammo nella nostra stanza e ci addormentammo abbracciati, sapendo che il giorno dopo saremmo ritornati alla vita di tutti i giorni.

*SPAZIO AUTRICE*
Rieccomi con un altro capitolo.
Spero che vi sia piaciuto.
Il prossimo capitolo sarà il penultimo, e poi ci sará l'epilogo, piango.

Ci tenevo a specificare che questo capitolo lo dedico ad una persona molto speciale per me, mi sta affianco da praticamente tutta la vita.
Per me é come una sorella, le voglio un bene dell'anima e sinceramente non so se leggerá mai questo capitolo.
Mi sono ritrovata a scrivere il 'monologo' di Harry pensando a lei.
É ovvio, io non sono stata bullizzata o cose del genere ma, sì, lei é la mia colonna portante.
Non so se mi vuole bene come io ne voglio a lei, ma la adoro.
Non ho intenzione di scrivere di chi si tratta ma lascieró solo l'iniziale.
M.

Mi dispiace se vi ho annoiate.
All the love xx
-A.

Like Two Kids » L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora