Non avrei mai pensato che un giorno avrei associato la parola "nostalgia" a questo posto.
Questo vecchio edificio dai muri scrostati, tanto amato quanto odiato dai suoi frequentatori.
In molti passanno anni a sognare di abbandonarlo e altrettanti spesso vorrebbero tornarci, in entrambi i casi assaporando la dolce amarezza che si prova quando si giunge alla consapevolezza dell'impossibilità di piegare il tempo al proprio volere.Chissà, forse un giorno questo sarà possibile. Forse tra un secolo, un millennio o magari tra dieci anni potremo tornare nel passato e addirittura visitare il futuro con un semplice schiocco di dita, ma preferisco lasciare queste previsioni agli scienziati o a qualche scrittore di fantascienza.
Nel frattempo...«Addio, scuola.» mi lascio sfuggire dalle labbra con un sorriso.
Incredibile come quel gusto dolce-amaro, tipico del prendere atto di star perdendo qualcosa, ti rimanga in bocca anche se quel "qualcosa" è stato per te più uno stato di prigionia di cui liberarsi che un bel ricordo da custodire.
Eppure qui, sulla soglia del cancello di questo istituto, mi sento una farfalla che esce dal suo bozzolo. Sto per spiccare il volo e abbandonarmi tutto alle spalle per godermi la mia nuova e agognata libertà, ma al contempo non posso dimenticarmi di quella crisalide che sebbene mi abbia tenuta costretta per un tempo apparentemente infinito, mi ha anche trasformata nella farfalla che sono ora.
Muovo il primo passo.
Poi il secondo.
Man mano che comincio a camminare sento crescere in me una strana eccitazione.
Letteralmente sto procedendo verso casa mia, ma metaforicamente sto calpestando una strada sconosciuta che mi condurrà a una nuova pagina della mia vita tutta da scoprire.Ho spiccato il volo.
Penso emozionata e consapevole che niente sarà più lo stesso.
Durante il tragitto la mia spavalderia sfuma gradualmente verso una strana insicurezza che sorge da una profonda sensazione di inquietudine.
Ho sempre sospetatto di essere leggermente paranoica, ma non pensavo fino al punto di sentirmi osservata. Avverto come se diversi occhi fossero puntati su di me, il che mi appare ancora più strano quando guardandomi attorno trovo la strada completamente deserta.
Scuoto la testa e metro da parte le mie fisime mentali.
Sto davvero diventando pazza.
Arrivata a casa sfilo le cuffie dalle orecchi, in cui fino a qualche istante fa era sparata a massimo volume The Handler dei Muse.
«Tadaima» annuncio il mio ritorno a casa.
Salgo le scale con lo sguardo puntato al cellulare acceso sulla chat con la mia migliore amica Cristina, che nel frattempo mi aveva scritto, e vado verso la mia camera.
«Okaerinasai, Scimmietta.» la voce di mio fratello Thomas richiama la mia attenzione.
Ogni tanto per gioco soliamo scambiarci qualche parola in giapponese. Non che uno dei due lo sappia parlare, ma abbiamo imparato qualche parola dagli anime che ogni tanto guardiamo assieme.
«Ciao, Thom.» saluto, felice di vederlo, per poi abbracciarlo.
Sono più bassa di lui di almeno una ventina di centimetri e questo mi fa sentire come se avessimo molti più anni di differenza di quei sei che intercorrono tra noi.
«Mamma e papà?» gli chiedo vagamente interessata dopo averlo "liberato" dalla mia stretta.
Saranno via come al solito.
«Da amici. Mi hanno detto che tormeranno per cena.» risponde e mi guarda con un lampo di compassione negli occhi celesti.
Tanto per cambiare.
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Passione Maledetta [In Revisione]
Romance"...il nostro amore, la nostra passione sono sbagliati." dichiara. "Un amore maledetto." singhiozzo. "Una passione maledetta." aggiunge lui. • cover di: @EJ_Wolfman • È vietata la copia anche solo parziale di questa storia. Ogni forma di plagio sa...