11. Sogno

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Alla fine con i miei genitori ho fatto pace. Non tanto per il concerto, ma perché hanno dimostrato che sono dispiaciuti veramente di non avermi avvisata.
Mi spiace per mio fratello, però, perché non potrà più stare in compagnia di Paola con la costanza di prima e nemmeno io, per cui sono piuttosto abbattuta, nonostante il mare di felicità che mi circonda in questi giorni. Non posso certamente dire che sentirò la sua mancanza come la sentirà invece Thomas, naturalmente, ma comunque Paola è sempre stata molto importante per me e la sua assenza di certo non mi farà piacere.

Una persona per la quale sono triste sicuramente quanto Thom lo è per Paola, è Cristina. La mia guida, il mio supporto.
Non so ancora come farò senza di lei.
Vero è che c'è mio fratello a sostenermi, ma non è la stessa cosa.
Lei è la mia migliore amica.
Ricordo quando andavamo a pattinare sul ghiaccio d'inverno, le gite in montagna, quando preparavamo le torte insieme e finivamo sempre per ricoprirci di farina, scoppiando sempre a ridere di conseguenza.
E quando sosteneva di non essersi innamorata di Simone?
Quanta fatica a farla convincere del contrario e ancor di più per farla dichiarare. Eppure sono già due anni che stanno insieme.
Ricordo le chiacchierate in giardino sotto il ciliegio e le passeggiate estive in città e in campagna.
A dire la verità, non erano i luoghi da visitare che ci importavano, per noi contava stare insieme.
I momenti che passavano in comoagnia l'una dell'altra erano sempre speciali, anche se molto semplici, come quando lei mi parlava del suo ragazzo ed io le sorridevo felice che lo fosse anche lei. Insomma, istanti semplici, ma indimenticabili.
Purtroppo non sarà per niente la stessa cosa da oggi in poi.

Le avevo promesso che saremmo state sempre insieme, come sorelle, che non l'avrei mai abbandonata...ed eccomi qui a fare l'esatto opposto. Non ho scelto io di trasferirmi, certo, ma non per questo mi sento meno colpevole della situazione.
Non so proprio come togliermi questi pensieri dalla testa.
Decido di concentrarmi sul nuovo arrivato, che scodinzola allegramente sulle mie coperte.
Per tutta la notte è stato più che bravo. Non un lamento è uscito dalla sua bocca e non si è spostato di un millimetro da dove gli avevo detto di rimanere. Questo mi fa piacere, vuol dire che per me sarà più facile nasconderlo agli occhi degli altri, ma al tempo stesso mi chiedo come un cucciolo possa comorendere le mie parole ed essere così diligente.
Vado in cucina e dopo aver rovistato un po' nel frigo, trovo della carne avanzata e dell'acqua da dargli.

Dovrei andare a comprargli delle crocchette e tenerle nascoste.

Penso guardando Philip mangiare tranquillo mentre gli passo una mano sulla schiena.
È talmente dolce da sembrare un peluche, ma il suo pelo è annodato e sporco, così decido di dargli una lavata.

Il tempo passa veloce mentre gioco con lui, così mi accorgo solo dopo quasi due ore della giornata che scorre.
Mamma e papà erano andati con Thomas a fare la spesa, per cui dovrebbero essere già tornati, ma quando vado a controllare non li trovo.
Provo a chiamarli al telefono, ma non rispondono.
Sbuffo, scocciata dal solito comportamento dei miei.
Non so cosa fare, perciò mi metto sul letto per riposare. Devo scaricare l'agitazione per il concerto e questo sicuramente me lo permetterà.
Meno di cinque minuti e sto già dormendo profondamente.

Apro gli occhi.
Sono sdraiata su un prato verde. Mi guardo intorno e sono sorpresa nel vedere che non c'è nulla oltre questo immenso tappeto di smeraldo.
Mi alzo in piedi e mi accorgo di star indossando solo una tunica bianca.
Il cielo è limpido, non c'è l'ombra di una nuvola e il silenzio regna sovrano in questo spazio che sembra estendersi in ogni dove all'infinito.
Inizio a camminare, senza sapere di preciso dove sto andando. Lascio solo che siano i miei piedi a guidarmi.
Avanzo per un tempo che non saprei misurare e in lontananza noto un grande albero. Mi dirigo verso di esso.
È strano come abbia la sensazione di conoscere questo strano luogo. Non saprei come spiegarlo, so di conoscere questo prato immenso, però al contempo sono anche certa di non esserci mai stata. È contraddittorio, ma è proprio così che percepisco lo spazio intorno a me.
Penso che dovrei avere paura, essere nel panico, perché non so dove mi trovo, ma in realtà non provo assolutamente nulla, solo una profondissima quiete, un senso di pace che parte dal profondo della mia anima e si irradia nella mia mente e in ogni fibra del mio corpo.
Cammino con passo cauto, senza alcuna fretta e man mano che procedo, scorgo due figure in piedi sotto il tetto protettivo dei rami e delle foglie dell'albero.
Sono due uomini, anch'essi indossano una lunga tunica candida e stanno discutendo tranquillamente tra loro.
Cerco di vederne i volti, ma è come se la mia vista si offuscasse ogni volta che poso lo sguardo su uno di essi. Riesco giusto a scorgere la cortissima chioma castano scuro di uno e quella semilunga e brizzolata dell'altro.
Le loro voci rimbombano nello spazio circostante.
Mi avvicino, ma loro non sembrano accorgersi della mia presenza.

«Scusate?» tento di chiedere, ma non mi giunge alcuna risposta. È come se non ci fossi.

Non potendo fare nulla per farmi notare, decido di ascoltare la loro conversazione, sperando che possa darmi qualche indizio su dove mi trovo e su chi siano questi due.

«Quindi è lei.» dice il primo uomo fregandosi il mento barbuto.
«Sì, l'ultima discendente.» risponde l'altro.
«Ma sei sicuro? È una ragazza e i Discendenti sono sempre stati maschi Questo non ti insospettisce? Magari è una sua nuova trovatala perplessità del primo traspare chiaramente dalla voce e dall'espressione assorta in chissà quali pensieri.
«Nel Nirbaas non c'è scritto che non possa essere una ragazza e dubito che si tratti di un inganno, anche perché si tratta di sua figlia.» ribatte il suo compagno.

Discendenti? Nirbaas? Chi sono questi fantomatici lei e lui? E figlia di chi?

Troppe domande e non riesco a trovare alcuna risposta.

«Cosa? Non è possibile. Deve per forza esserci qualcosa dietro.» sento rispondere.

Tutto questo mi sta facendo impazzire.
Mi allontano da questi due tizi, in cerca di un posto in cui riflettere e dopo una lunga ricerca, finalmente, trovo una sorta di laghetto.
Mi siedo su una roccia che si trova vicino alla sponda.
Il silenzio è totale intorno a me e un leggero vento mi scompiglia i capelli, facendoli ondeggiare ritmicamente assieme ai verdissimi steli d'erba in ogni dove.
Continuo a riflettere su chi fossero quei signori e di cosa stessero parlando qualche minuto fa, nel mentre osservo distratta il mio riflesso nell'acqua cristallina del lago.

Ma dove mi trovo?

Potrei avere paura, ma ancora nessun senso di inquietudine, né tantomeno di pericolo, mi mette in guardia. Rimango, perciò, tranquilla, sola con le mie mille domande.
Proprio nel momento in cui me ne sto ponendo una, noto qualcosa di strano nella mia immagine riflessa nello specchio d'acqua. Dietro di me, proprio all'altezza delle mie spalle, un paio di ali grandissime e candide, si ergono nella loro maestosa bellezza. Abbinate alla tunica bianca, sono proprio simili a quelle di...

Un angelo!

Per la sorpresa, perdo l'equilibrio e cado nel lago.
L'acqua è calda, ma il fondale è profondo, più di quanto immaginassi e sento una corrente trascinarmi sempre di più verso il basso. Lotto disperatamente contro di essa, sforzandomi con tutte le mie energie di rimanere in superficie, ma non c'è nulla da fare, la corrente è troppo forte e riesce a trascinarmi sotto la superficie del lago.

Apro gli occhi boccheggiando e ancora confusa mi scopro nella mia stanza. Ho il fiatone e il cuore mi batte impazzito nel petto.
D'istinto mi guardo le spalle e fortunatamente non trovo alcuna traccia delle misteriose ali bianche.

È stato solo un sogno. Calmati, Chiara.

Il problema è che sembrava così reale ed era così strano.
Non devo darci troppo peso.

In fondo non è la prima volta che faccio un sogno. Perché ora dovrebbe essere un problema?

Decido di andare a fare una doccia per calmarmi. È solo uno stupido sogno. Perché mai dovrebbe essere differente da tutti quelli che ho fatto fino ad ora?
È questo il punto, però. Non dovrebbe essere differente, ma invece lo è. È complicato da spiegare, ma sento che questo è diverso, come se dietro ad esso si nascondesse qualche oscuro e misterioso segreto...

Ma che stai dicendo?
Mi sa che Cris ha ragione, devo smetterla con quei fantasy, mi stanno dando alla testa...

Il mio subconscio è sempre pronto a rimproverarmi, ma questa volta ha ragione. È stato solo un sogno e non ci penserò più.

Passione Maledetta [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora