Rivalsa

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Passò qualche ora prima che potesse riprendersi dallo shock.

Questo doveva essere il giorno in cui sarei partito per conquistare il mondo e invece mi ritrovo prigioniero della Terra!

Il giovane semino non capiva come fosse potuto accadere. Vedeva solo buio intorno a sé e cominciava ad avvertire il freddo e la sete.

Non c'è nessuno qui. Mi chiedo che cosa ho fatto per meritare tutto ciò? Perchè proprio a me? Perchè?

Si sentiva solo, disorientato; le ore passavano ma niente pareva muoversi. Era stato seppellito vivo e insieme a lui erano stati seppelliti tutti i suoi sogni e le sue speranze.
Tuttavia, dentro di lui, una piccola fiamma di speranza brillava ancora.

<<Un giorno crescerò e tornerò a vedere la luce. Non può finire qui, mi rifiuto di arrendermi!>> gridò.

<<Hahaha! Certo che ne spari delle belle.>> Rispose una voce molto vicina a lui <<È impossibile. Tu non vedrai mai la luce.>>

<<Chi sei tu?>> disse il semino, sorpreso.

<<Sono la Terra. E tu, inutile semino, presto morirai.>>

<<Non sono inutile. Sono nato con uno scopo!>> rispose stizzito.

<<Sei inutile e oltretutto stupido. Non uscirai mai da qui. Sotto di me sei finito e sotto di me resterai.>>

<<Questo lo vedremo!>>

<<Oh, lo vedremo sì!>>

E ogni minuto che passava, la Terra non faceva che ripetere al semino quanto fosse stupido, inutile e incapace... Finché, un giorno, il semino morì.
Fu proprio in quel momento però, che una piccola radice spaccò il guscio e cominciò a farsi strada nell'oscurità; e man mano che passavano i giorni la radice cresceva sempre di più, fino a sorreggere un minuscolo fusto, che avanzava imperterrito verso la superficie della Terra. Quest'ultima, volendo mettere ancora alla prova quella che ormai era quasi una giovane piantina, decise di ostacolarla con una grossa pietra.

<<E così tenti ancora di scoraggiarmi!>> esclamò l'ex semino.

<<Credi di poter diventare grande senza affrontare un po' di fatica?>>

Per quanto fosse lento ad avanzare, quel piccolo fusto non si arrese e pian piano raggirò la pietra... Si sentiva stanco ma, stranamente, molto più forte. Finchè, un giorno, riuscì ad emergere in tutto il suo splendore.

<<Ce l'ho fattaa!>> gridò.

Era tornato a vedere la luce.
Stavolta però, non era più un seme, bensì una piccola piantina. Comprese l'importanza di ciò che gli era successo e questo gli diede la forza di affrontare le prove successive.
Era necessario infatti passare per il buio della Terra e morire affinchè potesse diventare ciò che era destinato ad essere: un grande e bellissimo Albero.

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