IL THE RACER

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Uscite dal locale aspettiamo che il ragazzo dalla giacca rossa recuperi la nostra auto dal parcheggio. Megan gli consegna altri venti dollari e monta al posto del guidatore, io aiuto Spencer a sedersi sul sedile posteriore e mi accomodo su quello del passeggero.

La strada verso il vecchio molo è la stessa, una volta arrivate nel Bronx. Niente è cambiato in questi quattro anni, sono aumentati i graffiti e il numero di persone di colore nelle strade, ma per il resto è sempre lo stesso decadente borough. Al passaggio delle nostre auto i ragazzi alzano la testa e ci seguono con lo sguardo e, ora come allora, prego intensamente di non trovare nemmeno un semaforo rosso per non dovermi fermare in mezzo a tutti quei criminali, pronti a farci qualunque cosa per molto meno di una Porsche. Posso intravedere la stessa tensione in Megan che stringe nervosamente il volante e affonda il piede sull'acceleratore ad ogni semaforo giallo.

«Chissà perché Mr Crab si ostina a rimanere nel Bronx. Brooklyn ha molte strade anche più adatte alle corse e decisamente meno terrificanti.» Afferma una volta superato il cancello del molo.

In realtà la gran parte della criminalità è concentrata solamente nel South Bronx, che siamo state costrette ad attraversare, mentre il molo è nella parte del quartiere meno terrificante, come l'ha definito lei. «Credo che sia per sviare ogni sospetto da noi, qui è più facile incolpare dei criminali piuttosto che un gruppo di giovani studenti universitari ricchi e beneducati.» Le rispondo senza distogliere lo sguardo dal vecchio cancello color rame cigolante che viene aperto al nostro passaggio.

Tutto sempre uguale, troppo uguale. Le auto sono già pronte per la partenza, allineate accanto alla postazione sopraelevata sulla quale la possente figura di Mr Crab sovrasta tutti, il megafono per farsi sentire oltre il rumore dei motori delle auto. Gli anni non gli hanno sorriso purtroppo, la sua folta capigliatura castana lo ha abbandonato lasciando spazio ad un'importante calvizia, forse troppo accentuata per i suoi trentotto anni. Il suo fisico sembra ancora scolpito, ma la birra deve avere avuto a meglio sui suoi addominali. Una volta lo consideravo quasi come un padre.

«Avanti ragazzi, la corsa inizierà tra dieci minuti, piazzate le vostre scommesse prima che sia troppo tardi.» Sempre le stesse parole, la sua frase di benvenuto.

Decine di ragazzi si accalcano sotto la sua postazione, banconote alla mano che lui riceve personalmente segnando le loro scommesse. Istintivamente mi avvicino a lui, non che abbia intenzione di puntare soldi su qualcuno, tranne Harry non conosco ancora i nomi degli altri piloti, ma solo per salutarlo. Lui teneva molto a me, mi ripeteva continuamente di scappare da questo schifo, di crescere e lasciar sbocciare la meravigliosa ragazza che nascondevo dentro di me, crearmi un futuro lontano dalle corse. Voglio solo fargli vedere che ci sono riuscita, nonostante una buona parte della mia vita sia stata fatta in pezzi dal "The Racer", nonostante tutto sono cresciuta e mi sto creando un futuro. Arrivata a qualche passo da lui due possenti mani afferrano il mio ventre stringendomi e un torace scolpito si appoggia alla mia schiena nuda sensibile per il freddo della notte facendomi tremare. Due labbra si avvicinano al mio lobo stuzzicandolo maliziosamente. «Non devi scommettere su di me tesoro.»

Quella voce, calda e sensuale.
Harry Styles.

Mi divincolo per slacciarmi dalla sua stretta ma Harry non accenna a spostare le mani dal mio ventre. «Non ti agitare piccola. Non mordo mica. Speravo di rivederti.» Soffia ancora all'interno del mio orecchio destro facendomi rabbrividire.

Alzo istintivamente gli occhi al cielo prima di riprendere il gioco lasciato in sospeso al Victrola. «In realtà non volevo puntare su di te.» Gli rispondo ridendo leggermente. Non voglio dargliela vinta, sottomettermi alla sua strafottenza. Se solo sapesse quanto avevo desiderato in passato questo tipo di contatto, le sue mani sul mio corpo, la sua voce sensuale nel mio orecchio, quei nomignoli provocatori. Mando giù un quantitativo non indifferente di saliva bloccata nella mia bocca che rischia di soffocarmi.

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⏰ Last updated: Jan 24, 2016 ⏰

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