PROLOGO
Ma cosa vuole questo da mio padre?
Ad un certo punto sento uno sparo..due... e mio padre cadde a terra. Mi accasciai accanto a lui, le lacrime scendevano e non avevano nessun intenzione di fermarsi, scuotevo mio padre urlando "papà! papà! svegliati, apri gli occhi ti prego!" ma no, quei occhi simili ai miei non si aprivano.
ero lì, su quel marciapiede quasi abbandonato, un dolore lacerante al petto, mi sentivo distrutta emotivamente, avevo le mani piene di sangue e gli occhi pieni di speranza.
CAPITOLO 1
"cazzo."
Mi ero appena svegliata, tra poche ore dovevo partire per Brooklyn e ancora dovevo prendere tutta la roba e preparare le valige, iniziamo bene.
Vado nel bagnetto della mia stanza e mi faccio una doccia, mi ha sempre rilassato, dopo 10 minuti esco, vado a vestirmi mettendomi uno dei miei soliti maglioni grandi e vado a lavarmi i denti, metto solo un po' di rimmel e sono pronta.
Scendo e vedo mia madre intenta a mettere le valige nella macchina, -ah cazzo devo ancora prepararla- mi dirigo velocemente in camera, attenta a non cadere visto la sbadata che sono, ripiego tutti i miei panni, in ordine, si beh sono ordinata stranamente.
Prendo solo due orsacchiotti, che mi ha regalato mio padre, già mio padre, le altre cose non mi interessano, posso benissimo farne a meno.
Mi dirigo un'altra volta giù e vado a mettere la valigia in macchina, vado a fare colazione, -ovviamente ci sono i miei adorati pancake- non mangio tanto, cioè si, ma non esagero, ma quando si tratta di pancake fanculo il 'non esagerare', ne mangio almeno 7, mia madre sbuca in cucina "non mangiarne così tanti, rischierai di vomitare." Oh mamma non vomiterò mai i miei deliziosi pancake, "allora correrò il rischio" rispondo.
"vai in macchina, ora ti raggiungo e partiamo" dice mia madre dal piano di sopra, vado in macchina e metto le cuffiette, dopo poco mi raggiunge e partiamo.
Già.. sto per andarmene dal mio luogo di origine, dalla mia città, dal dolore che mi perseguiterà sempre, ma almeno in ogni luogo in cui vado non mi ricorda qualcosa, non mi ricorda mio padre, dio, quanto mi manca.
Tutto il viaggio l'ho passato ascoltando musica e poi mi sono addormentata, sento mia madre scuotermi in braccio "avanti Ally siamo arrivate"apro gli occhi , ancora assonnata scendo dalla macchina e mi ritrovo davanti un enorme casa con tanto di giardino, ma dovevo immaginarlo, cosa potevo aspettarmi da mia madre? Lei adora le case grandi, prendo la valigia, entro nell' enorme portone e mi dirigo subito in camera mia, apro l'armadio, mi viene istintivo e trovo parecchi vestiti, beh mia madre è sempre stata una donna che non mi ha mai fatto mancare niente, essendo molto impegnata e avendo un' azienda sulle spalle, che ha preso in mano lei, dopo la morte di mio padre.
Sono ancora le 11 e sento mia madre salire le scale per poi entrare nella mia stanza "perché non vai a visitare la nuova scuola? Così ti iscrivi pure e riprendi subito con il programma" propone, mh, l'idea di uscire non mi affascina molto, ma se resto a casa mi annoierei ancora di più, così scendo, esco, aspetto 2 minuti che arriva l'autobus e vado.
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Hola babesssss
Questo è il prologo con insieme il primo capitolo, spero vi piaccia, fatemelo sapere con un commento!!
Al prossimo capitolo ;)

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Promesse di carta ||zayn malik||
Teen FictionA volte mi chiedo perché: il perché dell'esistenza di così tanta cattiveria, il perché di cosa porta le persone ad essere, a diventare così, mi chiedo "perché proprio a mio padre? Cos'aveva fatto?" Una persona non può svegliarsi una mattina e dire...