Fingo un sorriso e ringrazio la truccatrice che è riuscita a sistemare il disastro che era il mio viso solo poche ore fa mentre lancio un'occhiata veloce a Theresa che sta chiacchierando con la sua truccatrice la quale, come al solito, l'ha resa ancora più bella. Serro le labbra in una linea dritta e mi volto verso Christina ed Emma.
«Babi, noi siamo qui - è la voce di Christina che parla - siamo qui per te, io, Emma e Theresa». Riesco solo ad annuire, poi la nostra manager, Felisia, viene ad avvertirci che è arrivato il momento di entrare in scena. Deglutisco e quasi tremo, anzi rettifico: sto tremando. Il cuore batte forte, più di quanto dovrebbe e l'interno della guancia mi fa male per quanto lo sto mordendo, ma in qualche modo ho bisogno di stroncare l'atroce nervosismo che sta prendendo in ostaggio i miei sensi. Ci siamo quasi. Sbatto ripetutamente le palpebre e in un attimo mi ritrovo stretta nell'abbraccio delle mie colleghe ed amiche.
«Stai tranquilla, è un'intervista come le altre» mi sussurra Teresa incrociando il mio sguardo che poi si posa su Emma e Christina. Entrambe annuiscono e dopo un sorriso d'incoraggiamento, sciolgono l'abbraccio. Provo a dire qualcosa, ma tutto ciò che esce dalle labbra si dissolve nella voce di James che annuncia il nostro ingresso.
È arrivato il momento di indossare la maschera, di spegnere le emozioni - come direbbe quel gran pezzo di manzo di Damon - e di convincere il mondo intero che io sto bene, che nessuno può buttarmi giù, che nulla mi scalfisce. Sto bene, fottutamente bene. Sono stata mollata con un sms e mi fa male tutto. Ma va tutto alla grande.«Allora Winter's Angels, come state? L'America vi ha accolto alla grande e il vostro singolo è da un mese in cima alle classifiche!» Esclama il biondo con il suo meraviglioso accento inglese che io adoro terribilmente e che fa risvegliare in me un piccolo senso di nostalgia nei confronti della mia adorata patria: l'Inghilterra.
«Stiamo alla grande!» Esordisce Christina mentre sul suo viso appare un sorriso, un vero sorriso.
«Già, e le fan americane sono pazzesche, non ci aspettavamo tutto ciò, quindi grazie a tutti!» Tocca poi ad Emma parlare che guarda in avanti, verso il pubblico, il quale comincia ad urlare e a battere le mani. Mi poggio allo schienale della poltrona e mi sento in dovere di rivolgere un sorriso a tutte le persone che continuano ad applaudirci. Non mi soffermo su nessuno del pubblico, ritornando subito a guardare il presentatore che in realtà conosco bene: è un mio caro amico, James Corden, un uomo ed una persona fantastica, lo ammiro molto. Questa è stata la ragione che mi ha spinta a non saltare quest'intervista con una scusa palesemente inventata all'ultimo secondo.
«Babeth, tesoro, tu stai bene?» Si rivolge a me e non sono affatto sorpresa di ricevere questa domanda. Sono pronta, posso farcela, è l'orgoglio ad infondermi il coraggio e la forza che fino ad una settimana fa non credevo nemmeno di avere.
Dischiudo le labbra, regalando prima a James e poi al pubblico e al mondo un sorriso limpido e luminoso, per poi annuire lentamente alle parole che, forti e decise, escono dalle mie labbra: «Sto bene!»
Sto bene, ho solo voglia di piangere ancora ma io sto bene. Non potrei stare meglio, mi fa tanto male il cuore, ma sto bene. Ho voglia di scappare da questa realtà, di tornare tra le braccia forti del mio papà per farmi sussurrare che andrà tutto bene e che starò bene. Adesso però sto bene, devo stare bene. In questo preciso istante sto annullando ogni mia emozione e mi sento in grado di poter affrontare tutto. Non cedo, non voglio cedere, non mi spezzo. E sorrido ancora, non sto ascoltando nulla, le risate che mi circondano mi aiutano a capire che probabilmente è stato detto qualcosa di divertente, così comincio a ridere anche io con il cuore che batte a mille e le mani che mi tremano. Posso farcela, posso crollare in silenzio, farmi male, senza che nessuno se ne accorga perché non mi sono mai sentita così spenta dentro, ma non importa, perché in fondo va tutto bene.
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Sunburn [Z.M.\H.S.]
Fanfiction«Forse l'amore nasce da un sospiro nascosto dall'ombra di un sorriso rubato. Forse è quello che sento, o è quello che ho perso, forse è quel bacio che non ho mai avuto o forse è quello che le mie labbra stanno bramando. Forse è il battito accelerato...