Nostalgia

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Piccolo suggerimento. Qualora ne aveste voglia, vi invito a leggere questo capitolo accompagnati dalla melodia dolce e struggente di "here with me" di Dido, una canzone a me molto cara. Buona lettura :)

Alba, 11 settembre 2001

La testa girava vorticosamente, seguendo l'andatura disordinata di quell'altalena che era stata l'impagabile rifugio della sua infanzia.

La luce intensa del sole pomeridiano filtrava imponente e accecante fra le foglie verdi del maestoso e secolare ippocastano. Gli occhi erano impegnati a cogliere le sfumature di quella caleidoscopica luce. La mente era intenta a pensare, a ricordare e a non dimenticare.

L'altalena terminò l'ultimo giro su se stessa e, una volta ripreso il controllo del baricentro del suo corpo, Sofia si perse nell'analisi delle percezioni che solo quel panorama così caro e familiare le poteva offrire.

Il rumore ritmico e fastidioso di un trattore, impegnato a trasportare lungo la terra polverosa dei vigneti l'uva matura, giungeva sino a lei, rombando nelle sue orecchie. Ogni suo respiro era impregnato dell'odore intenso e nauseante del mosto baciato dal sole caldo di settembre. Spalancando i suoi piccoli occhi neri, poté scorgere l'arco alpino ergersi in tutta la sua solennità intorno a lei e allo stesso tempo, con la sua presenza, pareva abbracciare il corpo minuto e l'anima fragile della timida fanciulla. Alla sua sinistra, oltre il profilo arrotondato della collina, le sagome solenni delle Alpi Marittime, con la loro altezza, impedivano agli occhi di bearsi dell'immagine rassicurante del mare. Dinanzi a lei, invece, il Monviso con la sua affascinante perfezione segnava il confine naturale con la Francia.

Immersa nella contemplazione della natura, la mente non ne volle sapere di acquietarsi e tormentò l'animo con l'angoscia rappresentata da quel futuro ignoto, indefinibile e imprevedibile che, con profonda ritrosia, la ragazza si apprestava a vivere. Entro due giorni, avrebbe incominciato la terza media e la paura la invase nel momento in cui si ritrovò a pensare al fatto che solo più un anno la separava dal liceo. Disorientata dalla scelta dell'ipotetica scuola superiore, spesso si lasciava convincere dall'orgoglio che le suggeriva come il liceo scientifico sarebbe stata la scelta vincente. Tutti in famiglia, dai cugini al fratello, avevano intrapreso quell'indirizzo di studi e lei non poteva essere da meno.

L'anno scolastico che, con sua somma gioia, si era concluso il giorno nove di giugno si era dimostrato infelice, faticoso e avvilente. Il dolore annebbiò il suo cuore nel momento in cui si ritrovò a pensare agli eventi che aveva dovuto sopportare nel corso di quegli eterni nove mesi. L'umiliazione per quelle insufficienze vissute come valutazioni negative della sua persona piuttosto che come semplici giudizi dei suoi apprendimenti. L'invadenza dei professori che, preoccupati, le avevano domandato le ragioni di quel calo improvviso riscontrato nel suo rendimento scolastico. Le prese in giro dei compagni di classe, che non avevano perso occasione per denigrare la sua timidezza e fragilità. Le ragazze più grandi che, ogni mattina, l'avevano schernita, qualsiasi cosa lei facesse o dicesse in nome di quella ritrosia e imperscrutabilità che da sempre avevano connotato la sua personalità. Tutto questo era terminato nel momento in cui, alle ore tredici di quel sabato assolato di giugno, la campanella, con il suo rintocco assillante, aveva decretato la fine della sua condanna.

Finalmente si era sentita libera.

Libera di correre, di giocare a calcio o di arrampicarsi sugli alberi in compagnia del fratello minore. Libera di rimanere alzata sino a tardi, di perdersi nella contemplazione delle stelle e nei suoi sogni a occhi aperti.

Un improvviso e rapido soffio di vento condusse alle sue narici l'odore forte e pungente dell'erba appena tagliata e la memoria, seguendo strade ignote e misteriose, portò a brillare dentro di lei le immagini di quegli avvenimenti che avevano colorato e reso indimenticabili quei tre mesi estivi. Un sorriso dolce le sollevò le labbra mentre davanti a lei veniva proiettato il film della sua estate. Rivide e rivisse le lunghe passeggiate in montagna fatte in compagnia del padre e dei fratelli, il giorno del tredicesimo compleanno, festeggiato con un allegro pranzo all'ombra del pergolato colmo di foglie di vite, le tre settimane di vacanza trascorse con la famiglia in giro per l'Italia e la romantica magia di quei luoghi che aveva colmato la sua curiosità infantile.

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