Non avevo mai sentito il vero e proprio bisogno di avere un ragazzo almeno fino a quel momento. Le mie amiche si stavano guardando intorno alcune si erano fidanzate altre avevano conosciuto qualcuno. Non ero alla ricerca di qualcuno forse ero solo alla ricerca delle mie amiche che si erano dileguate con il tempo per trascorrere le giornate con i loro rispettivi ragazzi; a scuola era l'unico momento in cui potevamo state tutte insieme ma non sentivo più l'esigenza di raccontare a tutte loro quello che mi accadeva erano troppo prese dalla loro vita e a me non era successo ancora nulla di molto interessante da poter superare i classici discorsi delle ragazze innamorate. Passavano da momenti di gioia per un cuore mandato in chat a giorni di tristezza per un visualizzato senza risposta; ero un po' stanca di queste paranoie sebbene fossi felicissima per tutte loro, non cercai mai di spiegargli il mio punto di vista sarebbe stato troppo complicato e rischioso, non avevo intenzione di perderle. Un martedì pomeriggio mentre andavo al mio solito corso di recitazione la cui sede era in un piccolo paesino vicino al mio, un borghetto medievale con un piccolo castello arroccato su una collina e una bellissima fontana al centro della piazza che troneggiava su tutto il resto, mi inoltrai in un piccolo vicolo in cui non ero mai stata che era molto simile a quello in cui c'era il piccolo teatrino che ospitava le lezioni del corso che frequentavo ormai da un paio di mesi, ma prima di rendermi conto di aver sbagliato strada sentì della musica provenire da una taverna, data la mia passione per la musica decisi di entrare anche se ero consapevole di essere in ritardo. Appena entrai notai che il locale era vuoto c'era solo un ragazzo seduto con la chitarra in mano, la stava accordando, non si era nemmeno accorto della mia presenza, i capelli raccolti con una fascia, una maglia bianca semplice a maniche corte, jeans stracciati e anfibi. Tossì per attirare la sua attenzione, alzó lo sguardo verso di me, i suoi occhi anche nella luce fioca del locale brillavano anche se era impossibile decifrarne il colore accennó un sorriso e disse:
<< Siamo chiusi, ma se vuoi per te siamo aperti>>
Arrossì dall'imbarazzo non mi era mai successo nulla del genere e quindi non sapevo cosa dire ma feci un respiro e cercai di mantenere la calma e di non mostrare la mia agitazione:
<<Io.... Bhe ho sentito la musica, mi piaceva e ho deciso di entrare ma ora sono in ritardo e mi sono persa credo che sia meglio se vado>>
Mi guardó perplesso ma non rise di me.
<< Sono contento che la mia musica ti piaccia, e se vuoi posso aiutarti a ritrovare la via di casa principessina>>
Non sapevo se mi stava prendendo in giro o stava cercando di provarci ma decisi di andarmene senza dire nulla così uscì dalla taverna e mi richiusi la porta di legno alle spalle. Tornai indietro ma quando fui fuori al vicolo sentì una mano sulla spalla e mi girai di scatto era lui: << Non volevo offenderti, mi dispiace posso accompagnarti?>>
Ora il colore dei suoi occhi era chiaro nonostante il cielo nuvoloso,erano blu come il mare. Cercai di non fissarlo: <<Non mi hai offeso, ero solo in ritardo e sono ancora in ritardo di quasi un'ora devo scappare>>
Mi girai per andare ma mi afferró per il braccio la sua presa era delicata nonostante il suo aspetto forte, mi accarezzó con il pollice e disse:<< visto che sei così in ritardo, magari puoi venire a fare un giro con me,devo farmi perdonare per prima>>
Un brivido mi percorse la schiena non sapevo cosa dire ma adesso era il momento da cogliere al volo e i suoi occhi mi attiravano a lui come una calamita allora dissi l'unica cosa che avrei potuto dire:<< Sì, forse hai ragione ormai è troppo tardi, e comunque non hai nulla da farti perdonare>>