La chiesa non aveva un'entrata imponente, una piccola porta di legno poco stabile segnava l'ingresso, ma al suo interno era completamente diversa. Gli affreschi correvano su ogni singola parete, ogni singolo arco era decorato alla perfezione. Mi allontanai dalla mia 'guida' per contemplare ogni centimetro di quello spettacolo che mi si era aperto davanti agli occhi. Il profumo di incenso era molto forte quasi fastidioso ma cercavo di non pensarci, e mi concentravo su i dipinti, non vi erano persone raffigurati solo animali che sembravano prendere vita ad ogni mio movimento. Mi ero incantata difronte ad un piccolo quadro appoggiato su un altarino laterale, vi erano raffigurati dei fiori, delle rose damascate appoggiate su un tavolo leggermente appassite ma non del tutto morte. Mi chiesi che storia ci fosse dietro a quel quadro, da quando avevo letto 'La ragazza dall'orecchino di perla' mi chiedevo sempre quale fosse la storia di ogni quadro o il perché l'artista avesse deciso di raffigurare un elemento anziché un altro. Una mano si posò delicatamente sulla mia spalla riscuotendomi dai miei pensieri, i suo occhi azzurri scrutavano i miei.
<< Va tutto bene?>>
<< Si certo>>
Risposi.
<< Chi ha dipinto questi affreschi? Sono davvero belli>>
<< L'artista è sconosciuto, ma sono molto belli questi affreschi, è un peccato che non possa essere ricordato con l'onore che si merita>>
Fece una pausa e si morse il labbro inferiore continuando ad osservare una tigre rappresentata che correva in un'immensa distesa d'erba.
<< Vieni ti faccio vedere altre cose>>
Mi fece visitare la chiesa in ogni suo angolo, ed era strepitosa. I dettagli erano la parte più bella di quella chiesetta deserta del quale sicuramente poche persone ne conoscevano l'esistenza. La mai 'guida' svolse alla meglio il suo ruolo dimostrandosi informato su ogni minuzia. Quando uscimmo mi dispiacque abbandonare quel luogo pieno di emozioni che non riuscirei nemmeno a descrivere. Più che una chiesa sembrava un museo.
<< Ti va di bere qualcosa?>>
Disse Ferdy strofinandosi gli occhi per via della luce. La chiesa era molto buia al suo interno e la luce del sole stava disturbando anche me.
Presi il telefono per guardare l'ora era tardi e dovevo tornare a casa.
<< È un po' tardi dovrei andare a casa, grazie mille della tua compagnia, come guida non sei niente male>>
Mi sorrise per la prima volta da quando lo avevo incontrato sembrava un po' imbarazzato.
<< Non hai nemmeno cinque minuti?>>
<<Bhe no dovrei proprio andare, avrei degli impegni e per colpa tua oggi ne ho anche saltato uno>>
Sorrisi per fargli capire che scherzavo. Intanto ci avviammo verso il centro.
<< Ti devi vedere con il tuo ragazzo?>>
<< Io... Non ho un ragazzo, devo solo studiare>>
<< Preferisci lo studio a me??>>
Certo che non preferivo lo studio a lui ma era meglio non correre.
<< Emh... Devo studiare per forza e ho passato il pomeriggio con un cameriere, musicista che si è improvvisato guida. Penso che basti così per oggi>>
Sorrise, sembrava che avesse capito che era meglio che andassi. Riguardai l'ora, era tardissimo il pullman sarebbe partito tra pochi minuti.
<< Cavolo devo prendere il pullman è tardissimo!!>>
Così mi allontanai di corsa e mi recai allo stazionamento dei pullman, come avevo immaginato il pullman era già partito da pochi minuti così presi il telefono per chiamare mio padre, volevo avvertirlo del mio ritardo. Ma una Land Rover si fermò davanti a me e vidi abbassarsi il finestrino i vetri erano oscurati e non avevo potuto vedere chi era al volante, poi quando il finestrino si abbassò quegli occhi di un colore inconfondibile mi scrutarono ancora per l'ennesima volta in quella giornata.
<< Scusa se ti ho fatto fare tardi, dai sali che ti porto a casa>>
<< Tranquillo, non importa abito troppo lontano aspetto il prossimo pullman, grazie lo stesso>>
<< Dai sali tranquilla non importa non ho di meglio da fare questa sera>>
Sorrise ed io salii in macchina dandogli le indicazioni per tornare a casa e abbandonandomi alla comodità del sedile e alla sua dolce presenza.