Percy era seduto tra gli scogli.
C'era un precipizio sulla costa di Long Island, da cui aveva imparato a scendere per poi rintanarsi tra le rocce toccate dal mare. Era il sul posto, quello, dove andava tutte le volte che doveva pensare, e lui ci veniva spesso lì, perchè c'erano ricordi lontani che a volte tornavano in superficie e ti tiravano in fondo alla stagno con loro finché non ti scoppiava il cuore dal dolore. Quel posto era rilassante, perfino quando c'erano le tempeste. E intanto imparava a controllare l'acqua come non aveva mai fatto prima. Era decisamente il suo posto preferito.
Dopo un po' di tempo, sentì la presenza di qualcuno dietro di lui e si voltò di scatto. Era Piper. Aveva gli occhi rossi, dedusse che Chirone le avesse detto tutto.
"Ti odio, Percy. Ti ho cercato per piú di un ora. Potevi farti vivo e non rintanarti in questo luogo impensabile". Aveva intenzione di risponderle per le rime, ma poi ci ripensò. Se avesse parlato, sarebbe diventato un dialogo, e poi una lunga conversazione; e lui sapeva che appena avesse aperto bocca sarebbe scoppiato in lacrime. Non poteva farcela. Desiderava solamente rimanere da solo.
Come per dispetto, Piper si sedette di fianco a lui e iniziò a raccontargli come fosse, decisamente, una persona fantastica Annabeth, come se lui non lo sapesse già. La morte non era degna di prendere Annabeth; come si era permessa?
Sentì Piper dire "... Devi stare tranquillo, ci sono io con te...", fu allora che decise di parlare:"Sembra molto una fregatura!".
"Cosa? Ma di che stai parlando?".
"La tua lingua ammaliatrice. É per questo che sei venuta? Pensi che il mio dolore per la sua morte possa essere spazzato da un semplice trucco? Tu non capisci niente!".
" Non è vero! Anche io ero un'amica di Annabeth; so bene cosa provi".
" No, tu non lo sai". Fece una pausa. "Il dolore cambia da persona a persona, dipende da quanto amore hai serbato per lei, quanto ne hai condiviso, quanti pensieri le hai dedicato, pensando fosse l'unica vera persona che ti capisse al mondo, l'unica che riuscisse a dimezzare il dolore dei ricordi, l'unica che conoscessi talmente bene da sapere esattamente che lei provava lo stesso per te.
Se anche per un attimo potessi farti provare il dolore che si è impadronito del mio cuore, impazziresti, come minimo."
Piper rimase a lungo a fissare il figlio di Poseidone, che teneva gli occhi puntati verso l' oceano. "Non ti credevo capace di creare simili poesie dal nulla".
"Come fai a dirmi questo ora?". Percy fece per alzarsi e...
"No, aspetta, dico sul serio. Non sapevo provassi tanto dolore. Comunque, cosa intendevi con il 'dolore dei ricordi'?"
Rimase un po' in silenzio, indeciso.
"...Quando ero piccolo è successa una cosa terribile, che però non posso raccontati. Non potevo condividere quanto successo con nessuno, neppure con Annabeth, e infatti non gliel'ho mai detto, tuttavia stare con lei non mi faceva pensare al vuoto che sentivo dentro, perché la sua risata mi riempiva tutto. Ma ora che è morta, ho scoperto che esiste un dolore più grande del non sentire più di avere un cuore, e cioè il fatto che questo sia sempre in agonia."
"Dimmi cosa ti è successo, così ti posso aiutare"
"Mi dispiace. Nessuno può aiutarmi. C'é solo una cosa che puoi fare ora"
"E sarebbe??"
Percy le rivolse uno sguardo triste e disperato e la figlia di Afrodite capì che per aiutarlo doveva lasciarlo in pace. L' avrebbe fatto, a costo di legarsi ad una sedia per non morire di curiosità.
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Percy Jackson, La Storia Continua...
RandomTutto ha Inizio, anche l' Inferno. E se Percy Jackson non fosse la persona che abbiamo sempre sostenuto di conoscere? Se nascondesse segreti di cui perfino gli dei sono all'oscuro? Nessuno ha mai rivelato cosa successe prima che scoprisse di essere...