Capitolo 11

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La musica era alta, perforava le sue orecchie. "È qua da sola?"

Karlie si girò verso la voce, e vide Wilson. "Avrei una compagna ma lei non poteva venire," replicò con un sorriso. Wilson le rispose con lo stesso sorriso e annuì lentamente. "Posso offrirle un drink?" chiese dopo qualche minuto di silenzio.

"Che cosa?" chiese incredula, ridendo e girandosi verso la ragazza giovane.

"Le sto offrendo da bere, nulla di più," spiegò con un sorriso. Karlie scosse la testa e replicò, "Certo,"

Si allontanarono dalla folla e si recarono al bar, che era pieno di gente. Da esso straboccavano di persone divertite, che ridevano a squarcia gola. "Sai dov'è la festeggiata?" chiese Karlie dopo che si erano sedute e che avevano ordinato un bicchiere.

"La ho vista in giro, ma non so esattamente dov'è," rispose, scossando il liquido dentro al bicchiere.

"Come va fra te e la paziente?" chiese dopo qualche minuto.

"Che cosa intendi?" disse stupita.

"Che cosa c'è fra voi due...insomma di tutto," disse con un sorriso, prendendo un sorso dal suo bicchiere.

"Be' noi credo che stiamo insieme, ma non ne abbiamo ancora parlato," rispose, sembrando nervosa.

"Sicuramente non siete amiche," escluse Wilson, sorridendo.

"Non ho mai avuto delle amiche io. Faccio fatica a trovarmi delle amiche. Non pensavo di dirtelo ma...sei una buona amica," replicò sincera. Wilson le regalò il suo sorriso migliore e annuì.

"Vado a vedere come sta Taylor,"

******

Sporse la testa dalla porta, solo per vedere una Taylor che dormiva pacificamente. Karlie camminò con cautela verso di lei e si sedette di fianco a lei. Taylor, sentendo un peso in più sul letto, aprì gli occhi lentamente, mettendo a fuoco la stanza.

"Buongiorno," le intimò Karlie dolcemente, guardandola con occhi pieni di amore. "Più che altro, buonasera," aggiunse dopo qualche secondo.

Non si sentiva più la musica in sottofondo, semplicemente perché la festa era quasi finita. "Come stai? Hai dormito bene?" chiese dolcemente, mettendo una mano sopra quella di Taylor. La ragazza annuì e diede una leggere stretta alla sua mano.

"Va bene," Karlie sorrise. Si guardarono a lungo, e se Taylor non fosse stata in quell'ospedale ora, non avrebbe mai detto che avrebbe bisogno di un trapianto di cuore. Certo, era pallida, ma aveva quel bagliore negli occhi che la rendevano ancora più bella.

"Devi dirmi qualcosa? Con quegli occhi pensierosi pensavo che..." sussurrò Karlie, iniziando a formare dei piccoli cerchi sul palmo della mano di Taylor. La bionda non reagì. Karlie le sorrise dolcemente, vedendo la sua espressione vuota.

"Qualcosa da dirti ce lo avrei, ma sto pensando ora," rispose. Karlie annuì e aspettò in silenzio. Nel mentre, si concentrò di più sui tratti somatici della ragazza di fronte a lei. Non aveva mai notato che i suoi capelli erano così mossi, così ricci. Non ci aveva mai fatto caso, sinceramente. Aveva due guance gonfie, rosee. E gli occhi riflettevano evidentemente che aveva la testa fra le nuvole.

"Okay, te lo dico e basta," disse dopo ben cinque minuti di silenzio. Karlie annuì e le diede una piccola stretta, incoraggiandola ad andare avanti.

"Tu sei l'unica che in tutta la mia vita mi ha dato una buona notizia. Sei l'unica che sei venuta qui, farmi delle analisi appropriate, darmi delle speranze che magari quello che ho si può curare. Sei l'unica che mi ha dato la soluzione ha tutto questo bordello di problema. Ti considero come la mia eroina. Quando tutto questo era iniziato, era come essere una nave che affondava, con un buco quasi più grandi di me, che mi faceva cadere e cadere, sempre più in basso. Sei tu la mia ancora che mi ha salvato. Stavo affogando, ma tu mi hai preso la mano, e mi hai salvata. Sei tu il mio eroe. Sei tu la mia dea. E per anni, tutti quei dottori, che si mettevano delle mascherine in faccia per portare a casa dei soldi, non hanno fatto nulla. Sei unica al mondo, sei rara, speciale. Non ti conosco abbastanza, ma so che sei la donna con cui voglio passare la mia vita, voglio passare la notte fra le tue braccia, e fare quello che c'è in mezzo. Sei l'unica cosa che voglio, Karlie. E non sto dicendo questo perché il mio cuore sta morendo, sto dicendo questo perché..."

Sembrò esitante, i suoi occhi facevano fatica a stare aperti. Karlie sentiva che era immobile, non era capace di muoversi. Sta dicendo che vuole passare il resto della sua vita con me?

"Sto dicendo questo perché...perché io..." non riuscì a finire qualsiasi cosa voleva dire, che la sua testa cadde all'indietro e il monitor era impazzito.

"Taylor," Karlie si alzò dal letto e la scosse per le spalle, ma si accorse che era andata in arresto. Di nuovo.

"Infermiera!"

17 Secondi [ kaylor ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora