Capitolo 1_

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Erano le otto di sera ed ero nella mia camera, con il computer sulle gambe incrociate sulla mia coperta nera con lo stemma di Batman. "Come faceva a sapere che amo tanto queste robe da "nerd"? Non ci siamo nemmeno conosciuti abbastanza" pensai, mentre fissavo lo schermo del computer.
Mio padre era ancora fuori a lavoro, e sapevo che non sarebbe tornato prima delle tre di notte. Per fortuna il mio migliore amico, Scott, riuscì a salvarmi da quella noia. Subito mi si aprì la sua chat di facebook

-Hey, mia madre è ad una cena di lavoro. Ti va di fare un salto da me?-
-Posso restare a dormire? Non penso mio padre torni prima delle tre, e sinceramente non mi va di starmene così tanto in casa da solo...-
-Stiles, ma è ovvio. Sei come un fratello per me, non devi nemmeno chiederlo! Su, muoviti.-
Non potei fare a meno di sorridere. Scott sapeva sempre come aiutarmi, come salvarmi da me stesso e da tutto. Ed era proprio per questo che lo adoravo. Preparai la mia roba, e dopo aver mandato un messaggio a mio padre uscii di casa e mi avviai verso casa di Scott. Era una calda notte di pieno giugno, quindi quella "passeggiata" sarebbe stata abbastanza piacevole, soprattutto per uno freddoloso e fragile come me. Mi guardai intorno, annoiato, c'erano si e no tre persone in giro per strada a quell'ora. Beacon Hills non era poi così eccitante. Continuai a camminare fissando un'auto nera ferma di fronte una casa. Quella era la casa del mio insegnante di scienze, ma non penso che uno come lui possa andarsene in giro con una porche nera simile. Mi persi così tanto nei miei pensieri, che venni riportato alla realtà solo quando andai a sbattere contro un uomo. Voltai velocemente lo sguardo imbarazzato verso la persona. Era un ragazzo alto e muscoloso, molto muscoloso, con un leggero velo di barba e con i capelli corti. Restai a fissarlo per qualche secondo, per poi scuotere leggermente la testa. Dovevo riprendermi.
-Hey! Scusami, non stavo guardando- Mi disse. Aveva una voce così dura e... E così sexy. Anche troppo.
-Emh io... Scusami tu, devo imparare a guardare avanti!- Dissi, grattandomi la nuca dai capelli rasati. Non riuscivo a staccargli gli occhi da dosso, nonostante fosse già abbastanza buio, riuscivo a vedere i lineamenti del suo viso. Era una meraviglia.
-Emh nono... Scusami... Forse potresti aiutarmi? Mi sono trasferito qui perché i miei genitori mi hanno lasciato una casa. Sai dove si trova questa strada?- Mi fece guardare il telefono, per poi grattarsi la nuca con un sorrisetto –Emh casa Hale, non so forse ti è d'aiuto-
Casa Hale? Quindi, avevo davanti un Hale. Mi ero urtato con un Hale, la famiglia forse più ricca di tutta la città. Chi sapeva che avessero un figlio, per giunta così grande...
-Oh, sì! Basta che segui questa strada per una ventina di metri, poi prendi la prima a destra e prosegui dritto affiancando il bosco. E' al massimo 15 minuti da qui- Mi strinsi nelle spalle. -Un po' lontanuccio- Sorrisi leggermente, e scorsi un leggero sorriso anche sul suo viso.
-Grazie mille, davvero. Mi ero fermato a chiedere informazioni a quel vecchio bisbetico- Indicò la casa del mio insegnante -Ma lo stronzo non ha voluto dirmi niente. Ah, comunque io sono Derek- Mi porse la mano, sorridendo.
-Io sono Stiles- Sorrisi di rimando e gli strinsi a mia volta la mano. Non appena strinsi la sua mano, la mia schiena fu percorsa da brividi. Forse era perché le sue mani non erano morbide come immaginavo, ma abbastanza ruvide. E posso giurare di aver sentito una piccola cicatrice. Ma non mi importò più di tanto, anche perché la sua voce mi riportò, ancora una volta, alla realtà. -Cosa?-
-Io ora devo proprio andare, anche perché sono esausto. Ho viaggiato da Boston- Ridacchiando, si avviò verso la sua auto e salì, mettendo in moto e allontanandosi velocemente. Rimasi a fissare la macchina per un po, per poi sorridere e avviarmi a casa di Scott.

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-Ma sei un idiota!- Mi gridò il mio migliore amico, con un asciugamano legato intorno alla vita. Era appena uscito dalla doccia, e io SCASUALMENTE avevo premuto lo sciacquone dal bagno del piano di sotto. Lo guardai ridendo steso sul letto, con un libro che avevo rubato dalla sua libreria aperto fra le mani. Mi piaceva molto leggere, soprattutto perché i libri di Scott venivano scelti dalla madre, che aveva degli ottimi gusti in confronto al figlio che considerava "Snoopy" un libro adatto a dei ragazzi di 17 anni. Lo osservai mentre si chinava a prendere un paio di mutande dal cassetto, per poi tirarsi il pigiama da sotto il cuscino sul quale ero poggiato. Lo fissai qualche attimo, e lui mi fissò quasi spaventato, con una mano che teneva l'asciugamano.
-Potresti smettere di fissarmi in quel modo? Mi spaventi...- disse, voltandosi e sfilandosi l'asciugamano. Io e Scott eravamo amici dall'infanzia, e quindi non avrebbe fatto niente se si fosse spogliato avanti a me. Tranne per il fatto che io sono gay, ma a lui non interessava. Anzi, si divertiva ad istigarmi. Lui sapeva che per circa cinque anni avevo avuto una cotta per lui, perché ad essere sinceri è un ragazzo bellissimo. Quelle spalle larghe e muscolose, con quegli addominali scolpiti e quei fianchi magri. Ammetto che ha un sedere davvero fantastico, perfettamente tondo e anche sodo. Quando finì di vestirsi, mi alzai dal letto e mi sistemai il pigiama, stiracchiandomi.
-Senti Scott, io sto morendo di fame. Hai qualcosa da mangiare?- Dissi, avviandomi giù dalle scale per andare in cucina.
-Sinceramente non lo so, è sempre mia madre ad occuparsi del cibo e quindi non so precisamente cos'ho, o cosa devo fare- Sorrise imbarazzato, e prese un pacco di sigarette accendendosene una ed iniziando a fumarsela. Lo fissai per un istante, e poi sospirai. Non sopportavo che fumasse, gli faceva male e il pensiero che il mio migliore amico si facesse del male in quel modo mi innervosiva. Ma alla fine aveva 17 anni, e poteva fare da solo le sue scelte. Decisi di ignorarlo e mi diressi in cucina, frugando nei mobili per poi aprire il frigorifero. La prima cosa che vidi fu un piatto di petto di pollo. Io vado pazzo per il pollo, quindi senza nemmeno chiedergli se andasse bene presi il piatto e lo misi vicino al fornello. Poiché mio padre non c'era quasi mai, e mia madre era morta durante il parto, avevo imparato a cucinare da solo. Non si poteva dire lo stesso di Scott, poiché ogni volta che la madre non c'era lui si fiondava alla prima panineria, o pizzeria, o rosticceria, o qualsiasi cosa potesse farlo mangiare senza che rischiasse di far esplodere uno stato. Presi la pentola, e dopo aver messo l'olio iniziai a mettere le prime due fette, e mi voltai a fissare Scott.
-Potresti almeno preparare la tavola, idiota?-
-Vuoi mangiare al tavolo? Ma se ho appena preso l'ultimo dvd di Star Wars! Su, mangiamo sul divano cretino!- Mi disse divertito, mentre soffiava fuori il fumo dalla sigaretta già mezza bruciata. Si diresse in salone ed accese la tv, sapeva benissimo che adoravo quei tipi di film. Era uno stronzo ricattatore, del resto come me. Non so quante volte l'avevo ricattato con le sigarette. "Studia, o le butto nel camino." "Vai ad aiutare tua madre o le dico tutto". E lui sembrava un cagnolino, e questo mi divertiva davvero tantissimo.
-Sai che gli Hale hanno dato la loro casa a loro figlio? E ancora più importante, sapevi che quei due hanno un figlio?!- Dissi, fissando il pollo mentre si cucinava.
-Stiles, ma non lo sai? Gli Hale sono morti. La loro auto è stata trovata sull'autostrada mentre stavano tornando da una vacanza a Boston...- Mi guardò stupito. Era così importante che fossero morte due persone? Okay, era una tragedia. Ma era obbligatorio saperlo? –E comunque, a quanto pare oltre alla figlia hanno anche questo figlio... L'hai conosciuto?- Io arrossii improvvisamente. Perché ero arrossito? Perché ripensare a Derek mi faceva venire qualcosa nello stomaco? Come se si contorcesse.
-Emh, qualcosa di simile. Mi ha chiesto dov'era la casa degli Hale- Alzai le spalle, cercando di restare neutrale. -Si chiama Derek, e dal suo aspetto fisico immagino abbia una ventina d'anni- Sospirai.

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Appena finito di mangiare, posai i piatti sporchi sul tavolino avanti al divano, senza staccare un secondo gli occhi dal televisore. Era quasi la fine del film, ed era circa l'una e mezza.
-Scott, noi domani abbiamo scuola. Te lo ricordi?-
-Certo che me lo ricordo! Ora finiamo il film e ce ne andiamo a dormire- Mi disse lui, gli occhi sbarrati a fissare lo schermo.
-Ti ricordi che abbiamo il test di filosofia? Hai studiato?- Dissi, alzando un sopracciglio, conoscevo così bene Scott che era pure inutile chiedergli certe cose.
-Umh.. Io... Compito di filosofia? Quando l'ha detto?-
-Ieri Scott, ieri alla seconda ora. Sei un idiota!-
-Oh, ma stai tranquillo! A che ora è?- Sbuffò alzandosi, e spegnendo la tv poiché il film era appena finito
-Terza...-
-Ma è fantastico! Avrò tutto il tempo di correre da Denny per farmi dare un aiutino.- Si stiracchiò e si avviò alle scale, guardandomi –Tu dormi sul divano?-
-Oh no! Arrivo, arrivo- Sorrisi e mi alzai correndogli dietro, salendo le scale insieme a lui. Dopo essermi preso il mio solito cuscino, non riuscivo mai a dormire senza, mi stesi sul letto affianco al mio migliore amico. Nonostante la puzza di fumo che usciva dalla sua bocca, riuscii ad addormentarmi subito. La cosa strana fu che l'ultimo pensiero che mi comparve in mente fu il sorriso di quel ragazzo, quel Derek Hale.
Cosa mi stava succedendo? Queste cose le avevo provate otto mesi prima, e mi avevano portato solo guai.

This love is a beautiful torture. || Sterek FF ||Where stories live. Discover now