Intuizione

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Appena ebbe capito di cosa si trattava (azione che gli richiese non più di 7 secondi) si diresse verso la piccola cassettiera di mogano scuro. Aprì il terzo cassetto, estraendone una busta bianca con dentro alcune banconote. In mezzo al denaro, la soluzione a quell'indizio, vide l'ennesimo foglio di carta bianco.

"Non è il collo eppure sta sempre sotto la testa"

Sistemó per bene i soldi al loro posto, piegando accuratamente le banconote e riponendo la busta sotto alcuni documenti. Chiuse il cassetto senza fare rumore, già conscio della soluzione all'indovinello.
Si diresse allora verso la camera, unica fonte di luce in quella serata nuvolosa. Il corridoio era rischiarato da decine di candele accese ai lati della porta, sietemate come a creare un viale. Si tolse le scarpe e il giaccone che non si era reso conto di indossare ancora. Lo appese lì accanto. Cercando di fare meno rumore possibile, giunse alla porta della stanza da letto.
Aprì la maniglia cigolante, e lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi fece perdere un battito al suo cuore.
John, in pigiama seduto sul letto, che stringeva fra le braccia un cuscino blu, la soluzione al gioco. Era dannatamente tenero, ma Sherlock era intenzionato a risolvere anche l'ultima tappa della sfida.
-

Ciao John- gli disse sorridendo- mi daresti il cuscino, così vedo il mio premio?
-Sapevo che l'ultimo indizio era troppo facile... ma non posso darti il cuscino
-Perché?- domandò quasi perplesso
-P-Perché...io...- balbettando, estrasse dalla fodera del cuscino una scatolina nera.
Sherlock capí, ancor prima che John, già in ginocchio, gli facesse la fatidica domanda.
Gli mancò il fiato e sussurrò un 《Sì》 così flebile da essere  a malapena udibile.
Watson gli si gettò al collo, facendolo quasi cadere. Quando Holmes sentì le lacrime di gioia del più basso bagnargli la camicia, si rese ancor più conto della sua fortuna.

Grazie di essere mio, John.

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