L'allenamento

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Francone abitava in una via laterale del quartiere.
Era stato soldato nella seconda guerra mondiale, tornato con una medaglia aveva lavorato come falegname per quarant'anni creando mobili e sedie di paglia. Un delle sue sedie è ancora a casa di mia nonna.
Si era sposato con una giovane del posto, Maria, e l'aveva amata come possono amare solo gli animi semplici ed i cuori grandi.
Il mio fascino verso i "muscoli" nacque da lui.
Francone era un uomo estremamente forte. In guerra era stato bersagliere e li aveva scoperto la sua passione per l'allenamento.
Lo studio dove lavorava altro non era un garage aperto e senza riscaldamento. Li intagliava il legno ma, nel tardo pomeriggio, si ritagliava del tempo per allenarsi.
Aveva una sbarra per le trazioni, una pesante incudine di ferro ed un tronco spesso e grosso che usava a fine allenamento.
La sua routine era molto spartana. Iniziava facendo le flessioni a terra, tante quante il corpo glielo permetteva fino a finire con al faccia tra i trucioli di legno. Sollevava poi l'incudine, che pesava circa cinquanta chili e la spostava da una spalla all'altra innalzandola sopra la testa. Questo per un uomo di sessantacinque anni era qualcosa di fenomenale. Posata l'incudine portava il tronco sulle spalle ed eseguiva un centinaio di squat.
La parte più divertente del suo allenamento era la fine.
Io ed altri tre amici lo incitavamo mentre si posizionava davanti alla sua vecchia seicento, la afferrava per il paraurti ed eseguiva una decina di stacchi sollevandola parzialmente da terra.
Gli avambracci di Francone erano tronchi ed il suo fisico poteva fare invidia a molti dei giovani che oggi vedo.
Gli chiesi di allenarmi con lui ma mi disse che ero ancora troppo giovane ma che potevo iniziare a fare flessioni. E così iniziai a farne tutti i giorni ed a tutte le ore.
Mi prese in disparte e mi chiese come andavano gli allenamenti. Poi mi guardò dritto degli occhi e mi disse: "Perchè ti alleni, lo sai?"
"Per essere forte come te, risposi"
Scosse la testa. "Vieni con me". Disse.
Entrammo in casa sua: penombra, odore di vecchio, immagini sacre e di guerra appese alle pareti.
"Maria! Ti presento una persona."
La Moglie di Francone era a letto, la sedia a rotelle parcheggiata in un angolo.
Mi salutò e mi diede delle caramelle.
"Amore, ti porto in terrazzo, va bene?"
La sollevò con delicatezza e quasi senza sforzo. La adagiò sulla sedia a rotelle e la spinse piano e con cura verso la veranda.
Poi mi invitò con lui a venire in cucina per fare il caffè.
"Maria ha perso le gambe dieci anni fa, un incidente. Ama vedere il sole tramontare, la porto in veranda tutte le sere. Le da pace.
E' per questo che mi alleno. Devo essere forte per lei. La forza serve a proteggere chi ami, a dargli tutto quello che puoi. Allenati per questo, non per essere forte come me. Allenati per essere forte per chi ami."
Una lezione che non ho scordato.

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⏰ Last updated: Feb 03, 2016 ⏰

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