Capitolo 4

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QUESTO E' IL QUARTO, NON IL TERZO, CHE HO MODIFICATO PRIMA! SORRY AGAIN, LOVE YA<3 LAPPI

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Louis era sdraiato sul divano e pensava. Prendeva in mano il controller per giocare a qualche videogioco e intanto pensava. Poi si spostava in cucina a bere qualcosa e pensava. Pensava ancora al ragazzo che aveva incontrato la mattina al college. E pensava che sicuramente l'aveva già visto. Non riusciva ricordare dove, però. E probabilmente era solo frutto della sua fantasia, magari assomigliava solo a qualche sua conoscenza, o addirittura a qualcuno di famoso.

Solo una cosa gli era venuta in mente. Quegli occhi verdi l'avevano davvero incantato. Un prato di una radura tipica inglese non riusciva a paragonare la profondità e l'enigma che quegli occhi nascondevano. Niente di vero tranne gli occhi, diceva il titolo di un libro di uno scrittore italiano che aveva studiato l'anno scorso. Faletti, gli pareva che si chiamasse. E mai titolo fu più azzeccato.

Pensare a quegli occhi resero il resto di quel pomeriggio, e una parte del dopocena, irrequieti. Una specie di mare moto. Poi, mentre camminava avanti e indietro per il salone senza uno scopo preciso, gli venne un lampo di genio.

Andò in camera da letto, prese il treppiedi da dietro la porta e si arrampicò sopra l'armadio, dove teneva la sua scatola dei ricordi. Si era portato quella scatola fino a Manchester perché aveva di tutto lì dentro. Foto di famiglia, testi di canzoni che aveva scritto quando era alle superiori, pagelle di scuola. Trovò perfino un orsacchiotto che sua mamma gli metteva nel letto quando era piccolo per dormire bene.

"Questo orsacchiotto ti renderà la notte più tranquilla, amore mio! Sogni d'oro, BooBear!", gli diceva sempre la sua adorata mamma prima di addormentarsi. Gli mancava terribilmente.

Poi, in fondo alla scatola, trovò una busta gigante, tipo quelle bianche che usano gli ospedali per imbustare gli esiti delle visite, e vi ritrovò delle lettere e una foto. Quelle lettere gli erano state spedite da quel ragazzo che, all'ultimo anno delle medie, gli era stato assegnato come amico di penna. Louis ricordava che era un'attività a cui la maestra teneva particolarmente. Ad ognuno di loro era stato dato un foglio con un indirizzo di un ragazzo a caso dell'Inghilterra, e a Louis era stato assegnato proprio lui. "Harry Styles, Holmes Chapel, Cheshire". La foto che gli aveva spedito risaliva a quei tempi, quando aveva tredici anni, ma gli ricordava spaventosamente il ragazzo a cui aveva pensato tutto il giorno. E se fosse stato lui? Avrebbe ritrovato un amico che credeva di aver perso per sempre. E che amico, pensò tra sé. No ma che cazzo dici Louis? Tu sei etero, ti piace farti le ragazze. Non ti può attrarre un uomo. Fosse stato almeno un po' vero quel pensiero, no assolutamente. E Louis lo sapeva, ma non lo voleva ammettere.

Poi aprì il foglio verde chiaro e rilesse una delle lettere che gli aveva spedito. La prima, se non ricordava male.

"Caro Louis,

rispondo a questa lettera che mi hai mandato. La nostra maestra ci ha detto che avremmo ricevuto delle lettere da alcuni ragazzi, perché d'accordo con la tua che questa attività ci avrebbe fatto crescere. Non so se fidarmi, ma in ogni caso, mi piace l'idea di trovare un nuovo amico. Anche se mai potremo incontrarci.

Comunque piacere, io mi chiamo Harold, Harry per tutti. Vivo ad Holmes Chapel, questo piccolo paese nel Cheshire. Se ci pensi, non siamo nemmeno troppo lontani. Ho visto una volta sulla cartina dell'Inghilterra il tuo paese segnato. Doncaster.

Ho tredici anni, e frequento l'ultimo anno delle medie. Al contrario tuo, ho solo una sorella, che si chiama Gemma, e mia madre si chiama Anne. Ho anche un gattino bianco e nero che si chiama Dusty, ed è come se fosse il mio fratellino peloso. Tu hai animali?

I THOUGHT I LOST YOU - (slash)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora