Rimasi lì a fissarlo, cercando di capire perché mi aveva chiamato, e perché aveva fatto tutto questo. E chiesi, cosa aveva il professor Marco contro di me, o cosa voleva da me. Con un filo di voce mi rivolsi verso di lui, lentamente passo a passo, mi avvicinai, fino a quando non superai metà distanza. Mi fermai lì a guardarlo, mentre sorrideva. Non vi dico cosa mi sarebbe piaciuto fare....
Marco - Sei venuta alla fine.
Io - mi dici cosa cavolo vuoi da me?
Marco - io? Ho bisogno di te, ho bisogno del tuo corpo....Non gli lasciai neanche finire la frase che urlai senza accorgermene
Io - Dov'è Andrea? Ed il mio telefono?
Marco - il tuo telefono è qui.E mostrò il telefono cacciandolo lentamente dalla tasca sul retro dei pantaloni.
Io - dov'è Andrea?
Marco - di sicuro non qui, non potevo rischiare che tu non venissi.Aggiunse con il suo solito ghigno a fossette piene.
Marco - comunque se vuoi vedere Andrea..
Si avvicinò velocemente e mostrò il telefono dov'era aperto Facebook.
Io - non mi interessa, arriva al punto, altrimenti mia nonna appena torno non mi farà mangiare per niente.
Senza ascoltarmi continuò a mostrarmi il telefono dove era aperto l'account di Andrea su Facebook. Io continuai a non dargli peso, ma notai che il video che mi stava mostrando era vagamente familiare. Si vedevano solamente dei jeans, come se fosse stato registrato nascondendolo dietro i pantaloni. "Vorremmo provare a stare insieme?" Si sentì sussurrare dolcemente dal video. Immediatamente mi avvicinai al telefono e provai ad ascoltare meglio. Riavviai il video da capo ed ascoltai di nuovo quel pezzo. Rimasi senza parole, ora capì perché quelle parole erano familiari: quello era Andrea che mi stava chiedendo di stare assieme. Ora capì anche perché aveva aperta l'applicazione per registrare audio. Una sola cosa non tornava: perché lo aveva fatto? Lui era un ragazzo bravissimo, da come lo conoscevo io... Non potevo credere che avesse fatto questo a me. Rimasi lì pallida, con le lacrime agli occhi, che guardavano nel vuoto, cercando di non far notare i miei occhi lucidi.
-E non c'è solo questo!
Ghignò Marco sorridendo, tolse il video, e mi fece leggere i commenti: 'che bello scherzo!', 'sei troppo grande con gli scherzi' e cose del genere... Quindi questo significava che era stato tutto uno scherzo? Non ce la feci, scoppiai in lacrime.
-Oh no, dai non fare così...
Ghignò nuovamente Marco. Io ero stanca, volevo solamente tornare a casa a riposare.
-Conosco io un modo per tirarti su il morale...
Incuriosita alzai la testa e stremata le chiesi cosa aveva in mente. Mi guardò soddisfatto e mi prese per un braccio. Mi portò alla fine del vicolo ed io impaurita singhiozzando gli chiesi:
-cosa vuoi da me? Per favore già sto soffrendo mo-molto.
Dopo questo mi asciugai con la manica della maglia le lacrime. Marco mi fissò e mi ordinò:
-togliti la camicia.
Io incredula lo guardai in faccia, allontanandomi lentamente all'indietro, ma passo dopo passo, rimasi bloccata dal muro. Lui si avvicinò a me, fino a stringermi tra lui ed il muro. Io non sapevo cosa fare, lui aveva ancora il mio telefono, e se mia nonna avesse saputo che non avevo più il telefono me la avrebbe fatta scontare fino alla sua morte.
-O mi ascolti, o puoi dire addio al tuo telefono
Dopo questo mi fece vedere il telefono, cacciandolo dalla tasca, e lo rivolse a faccia in giù tenendolo con due dita: qualunque mossa brusca lo avrebbe fatto cadere.
Cosa dovevo fare? Rischiare cinghiate a vita, o togliermi la camicia di fronte il professor Marco?
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Sognare la vita.
RomanceE io mi guardai attorno e non vidi nulla, sentivo solo quella voce familiare che mi attirava verso la palestra scolastica. Le mie mani cominciarono a tremare e la voce fece lo stesso come se si fossero messe d'accordo. Ero impaurita, non sapevo cosa...