Capitolo 25

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Saliamo sul pullman, Lorenzo sale prima di me e prende il penultimo posto in fondo. Gli chiedo se posso stare vicino al finestrino, non c'è bisogno di ripeterlo o pregarlo, in un batter d'occhio si sposta e si risiede vicino a me. Per un po' stiamo zitti, buona parte dei nostri compagni sta riposandosi un po', altri giocano o ascoltano la musica, non si interessano molto di quello che accade intorno; è passata quasi mezz'ora e non ci siamo ancora detto niente, ogni tanto ci guardiamo e ci sorridiamo imbarazzati. Sono stanca, ho bisogno di lui, dei suoi complimenti, delle sue battute, dei suoi gesti dolci e del suo sorriso, causato magari per merito mio. Non ce la faccio più. Lo guardo, lui per un po' sorride ma poi ha una faccia stranita. Devo farlo, ne sento il bisogno, devo ricambiare tutte quelle cose carine che mi ha detto e ha fatto per me. Così lo prendo per la manica della maglietta e lo stringo forte a me. Non bado agli altri, siamo solo io e Lorenzo. Nell'orecchio mi sussurra: "Aspettavo che tu facessi questo, non sai quanto mi piace abbracciarti". Ci stacchiamo, entrambi un poco rossi in viso, ci fissiamo e poi scoppiamo a ridere. Siamo anche noi un po' stanchi così decidiamo di riposarci un'oretta, ascoltiamo la musica insieme e mi appoggio sulla sua spalla. Lorenzo mi tiene la mano e la accarezza. Lo amo quando fa così. Anzi lo amo indistintamente.

Ero innamorata di lui fin dall'inizio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora