Capitolo 5:"Il trauma di Clio"

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Il baccano diviene insopportabile;il giovanotto anonimo dall'aria arrogante alza la voce per dire con sussiego:"Non sai proprio niente;non fumo sigarette!".

Qualche cliente del negozio passa velocemente e lancia un'occhiata di compassione al ragazzino ricoperto di tagli,sfiorandolo nel rapido passaggio.

"Allora che fumi?Spinelli?Perché solo un drogato può comportarsi così!"risponde senza indugi,osservando la cornea dai capillari rotti e le occhiaie farsi spazio sotto le palpebre dello sconosciuto.

Marko non ha mai peli sulla lingua;non direbbe mai una bugia neanche se essa è detta a fin di bene.

"Oh!Oh!"protestano un coro di voci mascoline da dietro le loro spalle.

Il  frastuono si fa sempre più forte,finché Arn,che non ha ancora parlato,interviene tempestoso a dire:"Scappa!Non restare un minuto in più!".

Marko ha letto negli occhi di lui un cruccio che gli è del tutto nuovo e dalle dubbiose origini;ha letto un'idea che occupa la sua mente generando uno stato d'animo ansioso.

Con una faccia arguta e letizia,egli si toglie il giubbotto di pelle e,ghermendolo dai lembi,lo mette su Arn come un velo nero,sospeso e stirato orizzontalmente sulla testa,che cade dalle due parti;tipo un copricapo per musulmane o suore:"Bè...ho pensato che se devo andare all'inferno,tanto vale andarci con stile".

E prendendolo per mano corre verso l'uscita del supermercato,seguito dal ragazzino,ansante.

Le guardie giurate si lanciano all'inseguimento dei due fanciulli,in ordine sparso.

Ma nessuno di loro riesce a raggiungere quelle splendide,ridenti creature,accesi dalla sfida,con i corti e sbarazzini capelli biondi il maggiore,mentre il più piccolo e mingherlino dal colore tendente al corvino.

Sto sanguinando,
probabilmente dovrei patire,
ma con te non faccio altro che sorridere;riflette Arn.

Marko lì per lì è tentato di tornare subito a casa,ma poi ha cambiato strada:la scuola materna è vicina,ormai molto vicina,e tanto vale chiedere in prestito del disinfettante e delle pinzette alle maestre per estrarre le schegge di vetro e medicare le braccia di Arn.

Allontanatisi di poco dal canale vicino al centro direttivo della città,i due ragazzi scorgono la scuola e,retta sulla soglia,l'alta figura dell'insegnante che,con indosso un grembiule ricamato e le maniche portate fino al gomito con delle svolte,fa pensare ad una casalinga.

Raccomanda ad un'unica bimba rimasta sola soletta ad aspettare chissà chi di non dondolarsi troppo sul cancelletto d'entrata del piccolo giardino dell'istituto,per non rischiare di cadere.

Avvicinandosi si può identificare che la bambina è Clio,ma il povero Marko supplica di non essere arrivato fuori orario.

"Signorino Legrand,signorino Legrand!"e con il cuore stretto da un indefinito senso di paura,la maestra richiama il fratello della piccina:"Clio ha atteggiamenti insoliti!".

Marko la guarda turbato:si chiede se è rientrata nuovamente nel fantomatico stato di trans per colpa esclusivamente sua.

Clio continua a gemere penosamente lontana da tutto e da tutti,fiondandosi nella casetta in cima all'albero.

Il ragazzo,arrampicandosi con agilità e successo,giunge a due passi dalla bambina:"Sono qui,non sono morto...ero a fare la spesa"dice mortificato.

La piccola scuote la testa e,stringendo i pugnetti come un neonato,si nasconde sotto una coperta alla rinfusa.

"Ti ho promesso che rimarrò accante a te fin quando Dio vorrà,ricordi?Non ti abbandonerò per nulla al mondo perché sei la mia amata sorellina"le ricorda,quasi in un sussurro.

Pioveva quel giorno;quel maledetto giorno. La superstrada era  trafficata,c'erano eccessive persone senza senno come Orlando. Mica per la loro Angelica,ma per aver alzato di troppo il gomito. L'impatto violento delle due auto portò prontamente la madre in paradiso. E Clio aspettava la mamma seduta sull'altalena dell'asilo,con l'apprensione di doverle raccontare la giornata trascorsa. Ma capì alla svelta che non avrebbe più potuto avere il piacere di farlo. Così traumatizzata,smise di raccontare ogni cosa a chiunque.

La bambina scopre metà faccino,permettendo al nasino di riprendere ossigeno e di far appurare al fratello gli occhioni umidi dal pianto.

Clio alza piano la testa:è così assonnata e stordita che la vista di Marko china su di lei non la meraviglia neppure.

A poco a poco si riprende:vede la povera casetta di legno,le foglie staccate dai rami,il ragazzo che la scuote con energia.

Cerca di alzarsi,ma le gambe stentano a reggerla in piedi e si avvicina a una finestra per guardare la maestra attendere con premura e diligenza Arn.

Marko sentendosi alquanto confortato,fa scendere dall'albero la sorellina e con quella gioia nell'animo ritornano in compagnia di Arn a casa.

Clio,notando il fango assorbito nelle vesti dei due ragazzi,propone candidamente con una scritta su un taccuino:"Perché non vi fate una doccia insieme?".

Marko e Arn si guardano con complicità:entrambi iniziano ad avere caldo,stranamente caldo.

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~Clau

[Il secondo principe delle sette monarchie]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora