Capitolo 1

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Fortuna, fortuna vieni a me! Lo sapevo che sarebbe stata una giornata di merda. Giuro, ho cercato di essere positiva. Mi sono ripetuta che sarebbe andato tutto bene: mi sarei svegliata presto, avrei fatto tutto con comodo e con molta, molta calma. Invece, mi sono ritrovata a girovagare per la stanza come un'isterica, mi sono beccata una multa per eccesso di velocità: non per difendermi, ma stavo andando entro i limiti di velocità, e il poliziotto era un vecchio decrepito, anche piuttosto cieco, se proprio vogliamo dire la verità. E ora, come se non bastasse, non trovo un fottuto parcheggio. Inspira, espira. Inspira ed espira. Bene, non é servito a nulla. 'Fanculo. Dopo vari giri e molta, troppa benzina sprecata, riesco a trovare un parcheggio dove il mio pick-up possa entrare. Prendo la mia enorme borsa, la metto in spalla ed entro nel cancello. College. Wow. Non sono abituata a vivere da sola, senza mia madre. Ma non vedo l'ora di fare quest'esperienza. Mi dirigo verso la segreteria, e quando esco sono sul punto di urlare di frustazione. Le stanze singole sono occupate. Benvenuti coinquilini. Lo sapevo che dovevo venire prima, che non avrei dovuto fare tardi. Merda! Ritorno al pick-up, prendo due scatoloni - un terzo non saprei come portarlo, già con questi prevedo una grande caduta, per quanto pesano- e cammino verso gli appartamenti. Che caldo! Mi concentro sulla strada, sulle scale e sul numero dell'appartamento. Con grande sforzo, riesco a prendere le chiavi senza far cadere nulla a terra, le giro e la serratura scatta. Non sono appartamenti molto grandi, un salotto con divano a due piazze, una televisione , pochi mobili. Dall'altra parte si trova la cucina. Una tavola, un fornetto, mobili dove mettere gli alimenti, un frigorifero non troppo grande e un lavandino. Questa é la cucina.
Sento dei rumori provenire da una delle porte. Lascio gli scatoloni a terra e busso, pronta a presentarmi. Mi apre una ragazza con i capelli rossi e gli occhi azzurri affaticati, il viso pieno di graziose lentiggini e una palle bianca come porcellana. Ti prego, fa che sia simpatica. Le tendo una mano e mi presento.
<Ciao, sono Kayla. Sono appena arrivata, e penso di essere la tua nuova coinquilina. Ho sentito dei rumori. Vuoi una mano?>
Lei mi fissa indagatrice e si presenta a sua volta.
<Olivia Palmer, piacere. Puoi chiamarmi Liv, se preferisci.Grazie, mi piacerebbe una mano, anche due, se non ti è di troppo disturbo. Sto spostando il letto, così da metterlo vicino alla finestra.> mi spiega.
<Ti aiuto.>
<Grazie, poi puoi scegliere la camera che più ti piace, ce ne sono due.>
<Va bene.> e accenno un sorriso.
Dopo aver passato circa dieci minuti a spostare il letto di Olivia- durante il quale la maglietta mi si é incollata addosso-posso concedermi una meritata doccia. Grazie al Cielo. Quandi esco dal bagno vado a scegliermi la stanza: sono tutte e due piccole, ma quella in fondo ha una vista fantastica, si puó vedere il giardino del college, e non ci sono palazzi che impediscano la vista del cielo. Sistemo le mie cose, e, distrutta mi butto sul letto ricoperto dal mio lenzuolo blu con le stelle. Adoro le stelle. Quando mi ci copro, mi sembra di stare nel cielo, mi rilassa pensare di essere circondata da questi piccoli puntini luminosi, che mi indicano la strada verso la pace, scacciando i pensieri più brutti e deprimenti. Sorrido schiacciata sulle lenzuola, mi raggomitolo su me stessa e pian piano, la mia mente si svuota e mi addormento. Mi sveglio al bussare della porta, ancora intontinta, faccio per alzarmi. Esco dalla mia stanza e noto che Liv mi ha preceduta. Bene, mi sono alzata per nulla. Mi giro per dirigermi verso la cucina. La sento aprire la porta e l'ingresso si rimpie di sue risatine. Vado a spiare e trovo lei che parla, o meglio ridacchia, con un ragazzo. E che ragazzo. Alto, capelli neri, lunghi ma non troppo. Gli donano. Sorriso da mozzare il fiato. Spalle...wow, larghe e muscolose spalle. E gli occhi,non parliamo degli occhi. Grigi, intensi, ricorda il cielo in tempesta. Resto incantata. Quegli occhi si posano sul mio viso e lì rimangono. Liv si gira e mi fa un sorriso a trentadue denti.
<Buongiorno, bella addormentata! Questo è Ryan, il nostro coniquilino, a quanto sostiene> risatina snervante.
I suoi occhi azzurri luccicano. Vi presento Liv in modalità adolecente arrapata.
Ryan. Che bel nome.
I suoi occhi mi squadrano da capo a piedi, fermandosi per un momento di troppo sul mio petto. Il suo sorriso si allarga e mi fa l'occhiolino. Incantesimo spezzato.

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