Capitolo 2

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La cena fu un vero disastro. C'erano tantissime cose da mangiare, ma il mio povero stomaco non aveva intenzione di ingerire nessuno di quei piatti. Usai come scusa il mal di testa. Tutti ci credettero. Finalmente la cena finii e ritornai a casa.

La notte fu una vera tortura. Non riuscii a chiudere occhi perché, ogni volta che le mie palpebre si chiudevano, mi veniva in mente il suo volto.

La mattina mi alzai indossando la mia armatura cercando di far finta di essere pronta ad affrontare una nuova e tremenda settimana.

Quella settimana l'ho vissuta in modo passivo, infatti mi alzavo, andavo a scuola, mangiavo quel poco che riuscivo, facevo i compiti ( solo quelli che avrebbero controllato il giorno dopo), andavo in palestra, andavo a letto cercando di dormire e poi ricominciava tutto da capo.

Fino a sabato andai avanti così, poi improvvisamente il mio stomaco ha deciso di svegliarsi e ribellarsi alla dieta che gli avevo fatto fare la settimana precedente. Nel week end infatti mangiai tantissimo, qualsiasi cosa che mi trovavo davanti, finiva nella mia pancia.

Ero depressa e stavo veramente male. I tagli che mi ero fatta mi bruciavano tantissimo a contatto con i braccialetti e mi veniva da piangere.

Poi arrivò domenica e circa alle 21 mi suonò il telefono. Era...


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