Chapter Number One

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Stavo seguendo Norah mentre salivamo sull'autobus. Le persone che vi erano al suo interno ci fissavano. Lei era come sempre bellissima, carnagione olivastra, capelli neri, lisci e lunghi fino alle spalle, le labbra carnose idratate dal lucidalabbra trasparente. Una principessa marocchina.

Io ero l'esatto opposto. Stavo guardando il pavimento per la timidezza che provavo in quel momento con gli sguardi della gente addosso, il fatto che ero nettamente più brutta della mia compagna, ciò che stavo per fare.

Ci sedemmo in due posti singoli, uno di fronte all'altro. Faceva molto caldo all'interno del bus, era piena estate ma non avevano acceso l'aria condizionata.

Norah mi analizzò velocemente il volto e mi rassicurò con un sussurro "Non ti preoccupare; anche io la mia prima volta ero nervosa" successivamente mi sorrise con dolcezza.

"Adesso andiamo da quelli che si possono definire tra i migliori clienti che abbiamo. Dovrai accettar ogni loro singola richiesta senza esitare. Intese?".

La guardai con attenzione mentre spiegava la situazione ma non dissi nulla.

"Ci pagano benissimo!"aggiunse, cercando di rassicurarmi ancora di più.

Rimasi nuovamente in silenzio ma poco dopo dissi velocemente "Ma è la prima volta che lavoro e..." balbettai inciampando molte volte sulle parole, creando brevi pause "e non mi sento molto a mio agio" cercai di concludere il più in fretta possibile.

"Lo so ma devi stare serena, fidati di me" continuò sorridendomi, come se tutto fosse un semplice gioco.

"Loro sapranno cosa e come farlo. Non ti sentirai fuori luogo" disse, scendendo dalla seduta, sistemandosi il vestito attillato. Io la seguii e scendemmo dall'autobus.

L'aria di quella zona era parecchio ventilata. Era la periferia. Schiere di ville la decoravano con i loro giardini immensi e sempre sistemati accuratamente. Norah mi prese la mano e mi trascinò verso una delle case più grandi dell'infinito viale.

"È enorme" mormorai sorpresa, credendo di averlo solo pensato. Lei sorrise, forse credeva che fossi una stupida a meravigliarmi per così poco, forse ci era abituata a questa vita.

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