•Aladdin•

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Qui si racconta di un giovane perditempo, tale Aladino, che dopo aver fatto morire il padre di crepacuore a causa della sua indolenza, sembra voler riservare lo stesso futuro alla madre vedova.

Un giorno il ragazzo riceve la visita di uno stregone che, spacciandosi per uno zio del ragazzo, ne convince la madre promettendole che avrebbe fatto del fannullone un ottimo mercante di stoffe.

Il mago porta così con sè il ragazzo e, durante un viaggio nel deserto, fa un incantesimo creando da un fuoco di sterpi una botola che avrebbe condotto Aladino in una misteriosa caverna ricca di tesori. Il ragazzo avrebbe dovuto entrare nel sottosuolo e portare al finto zio una lampada, facendo però attenzione a non toccare nient'altro, altrimenti sarebbe morto fulminato all'istante. L'unica cosa che il ragazzo avrebbe potuto portare con sè fatta eccezione per la lampada, erano dei frutti che avrebbe potuto raccogliere in un giardino trovato durante il percorso. Aladino accetta e il fantomatico zio gli consegna un anello-talismano che lo avrebbe protetto durante il tragitto.

Il ragazzo perciò si addentra nelle viscere del suolo, raccoglie i frutti dagli alberi, che in realtà erano gioielli, e arriva a trovare e prelevare la lampada. Sulla via del ritorno, quando ormai mancavano pochi passi per rivedere la luce del giorno, i frutti lo appesantiscono e Aladino non riesce a percorrere gli ultimi scalini; invoca così l'aiuto del mago che però gli intima di consegnargli la lampada: Aladino non si fida, pensando a ragione che lo zio, una volta avuta la lampada, lo avrebbe abbandonato sotto terra. I due uomini si mettono allora a litigare e il mago lancia un incantesimo, condannando Aladino a perire nel sottosuolo.

Passano un paio di giorni e le speranze di Aladino di liberarsi si affievoliscono sempre più; giungendo le mani in preghiera, il ragazzo strofina casualmente l'anello che il mago gli aveva donato e allora, sopresa delle sorprese, appare un Genio.

Il Genio spiega ad Aladino che egli, essendo il possessore dell'anello, è il suo padrone e può desiderare ciò che vuole: il giovane esprime perciò il desiderio di essere liberato e poco dopo torna a casa dalla madre.

Quando questa vede il figlio scomparso, sviene per la felicità: il ragazzo le ordina allora di preparare da mangiare per festeggiare, ma cibo nella modesta casa non ce n'è, così le consegna la lampada che aveva trovato nella caverna misteriosa e le dice di venderla al mercato. La donna, essendo una brava massaia, decide di pulire la lampada prima di venderla; dallo strofinamento però esce un altro Genio. Mentre la donna sviene nuovamente, sta volta per lo spavento, Aladino ordina al secondo genio di procacciare del cibo e il Genio presenta agli astanti dei piatti d'argento colmi di prelibatezze.

Così madre e figlio decidono di fare affari vendendo i piatti che il Genio aveva consegnato loro, e Aladino decide di aprire anche un negozio di stoffe.

Un giorno d'estate, si presenta un banditore che ordina di chiudere tutte le botteghe poichè sarebbe passata per le vie della cittàBadru I-budur, la figlia del sultano. Incuriosito, Aladino si nasconde e, poco dopo, gli passa davanti la bellissima ragazza di cui lui subito si innamora: decide allora che avrebbe dovuto prenderla in sposa.

Aladino chiede perciò alla madre di recarsi a palazzo dal Sultano per chiedere la mano della prinicpessa. La donna si presenta numerose volte a cospetto del Re, sempre portando in dono gioielli e simili; il Sultano nota questa insistenza e decide di chiedere consiglio al suo Gran Visir.

Il consigliere tuttavia sperava che la principessa fosse data in sposa a uno dei suoi figli perciò dice al sultano di prendersi tempo: Aladino sarebbe diventato lo sposo della principessa solo se avesse portato a corte il corredo entro sei mesi.

Mentre il tempo passa felicemente, un giorno la madre del ragazzo ode che erano state fissate le nozze di Badru I-budur con un figlio del Gran Visir. Subito lo dice al figlio che, chiamato il Genio, gli ordina che, non appena i promessi sposi fossero convolati a nozze e si fossero ritirati per la loro prima notte, dovevano essere condotti davanti a lui con tutto il letto.

Il Genio segue gli ordini del padrone: gli sposi vengono condotti dinnanzi ad Aladino che, dopo aver chiuso il figlio del Visir in bagno, parla con la principessa spiegandole l'accaduto e si corica con lei, dandole però le spalle e ponendo tra loro una scimitarra di modo da preservare l'onore di entrambi.

Il mattino seguente gli sposini vengono riportati a palazzo e la principessa racconta l'accaduto alla madre che non le crede. Aladino perciò ordina al genio di rifare tutto da capo anche la notte seguente.

La mattina dopo, il sultano riesce a farsi raccontare l'accaduto dalla figlia e il Gran Visir chiede conferma anche al figlio. Questi, sebbene contento per l'onore concessogli di aver sposato la figlia del Sultano, chiede l'annullamento del matrimonio, spaventato da tutto quel movimento. Il matrimonio viene così cancellato.

Allo scadere del tempo utile per recapitare la dote, la madre torna dal Sultano per riscattare la promessa del matrimonio ma egli, ostinato a non cedere sua figlia ad Aladino, alza la posta in gioco dicendo che l'avrebbe concessa in moglie in cambio di 40 barili d'oro massicci piene di gemme preziose. La madre parla col figlio che, con l'aiuto del Genio, la rimanda a palazzo con quanto richiesto dal Sultano. Ad Aladino viene così concesso un invito a corte.

Con l'ennesimo aiuto del Genio, Aladino riesce a regalare alla principessa un fantastico matrimonio ricco di sfarzi e, conquistato anche il Sultano, ne diventa un fidato consigliere.

Passano anni di immensa felicità ma il Mago riesce a scoprire che non solo Aladino non era morto nella caverna dove l'aveva lasciato, ma che era anche diventato un uomo ricco e di successo. Bramoso di vendetta, si traveste allora da mendicante e torna a palazzo; qui convince i servitori a barattare le vecchie lampade ad olio (tra cui c'era quella contentente il Genio) con lampade nuove; non appena il Mago si trova in possesso della lamapada fatata, esprime il desiderio che il palazzo, con principessa e magione compresa, fosse trasferito altrove. Aladino, che nel mentre era a una battuta di caccia, viene richiamato dal Sultano che, ritenendolo responsabile della sparizione della figlia, lo fa arrestare e lo destina alla decapitazione. Tuttavia il popolo mincaccia di rivoltarsi perciò il Sultano concede 40 giorni ad Aladino per ritrovare la principessa se voleva aver salva la vita.

Anche se Aladino aveva perso la lampada era però in possesso dell'anello: un giorno, mentre era alla ricerca della sposa, lo strofina innavertitamente e il Genio dell'anello fa così la sua apparizione. Il ragazzo gli chiede allora di liberare la moglie dal sortilegio ordinato dal mago, ma il Genio dell'anello gli dice che non poteva superare i poteri del Genio della lampada. Aladino gli chiese allora di essere condotto nel luogo di prigionia della sua amata e, in un battibaleno, fu sul posto.

Trovata la principessa, questa gli rivela che il Gran Visir voleva prenderla in sposa visto che ormai pensava fosse vedova. Aladino le dice di assecondarlo e le consegna un sonnifero da versare nel calice di vino del Visir. La principessa segue gli ordini del marito: addormenta il Visir e così Aladino lo decapita.

Badru I- budur e Aladino tornano finalmente dal Sultano sani e salvi.

Il Mago ucciso aveva però un fratello che, venuto a conoscenza della sua misera sorte, decise di andare a uccidere Aladino. Si traveste allora da santona del vilagggio e, ingannando tutti, riesce ad essere ricevuto a palazzo. La fantomatica santona dice che il palazzo più bello di tutti avrebbe dovuto aver appeso al lampadario della Sala grande un Uovo di Roc. La principessa lo rivela al marito che subito chiede al Genio di portarglielo. Tuttavia il Genio racconta ad Aladino che in realtà l'orpello era il nome del padrone dei Geni e che il fatto che il principe avesse chiesto di vederlo appeso al lampadario avrebbe dovuto farlo incollerire e uccidere tutti. Siccome però l'Uovo era stato chiesto da altri, il Genio non si incollerisce, svelando invece la falsa identità del fratello del mago. Aladino allora riesce a accoltellare il fratello del suo acerrimo nemico e tutti vissero felici e contenti

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