Chapter Two

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"Dottoressa" qualcuno dietro la vetrata della segreteria attirò la mia attenzione, mi voltai e vidi Agatha spuntare da una pila di scartoffie e affacciarsi al balconcino.
Era una donna sulla sessantina, con qualche ruga in viso e i capelli argentei raccolti in una crocchia ordinata, indossava il suo foulard azzurro acquamarina, che risaltava sul camice bianco dell'istituto.
"Buongiorno Agatha" le sorrisi sistemandomi il colletto della camicia chiara, il mal di testa post sbronza mi stava distruggendo.
"Cattiva notizia, oggi Niall non potrà uscire per la passeggiata, buona notizia, è uscito dall'isolamento, sembra essersi calmato" sorrise per poi tornare dietro la pila di fogli.
"Grazie mille" la salutai e mi diressi verso la cella di Niall.

***

"Oggi niente passeggiata, biondino" aprii la cella e andai verso di lui
"Peccato. Era l'unico modo per stare un po' da soli" mi trafisse con lo sguardo, arrossii, ma ero abituata a questo tipo di avance random.
Insomma era uno psicopatico...no?
"Se vuoi possiamo andare in giardino" mi massaggiai le tempie socchiudendo gli occhi, il ragazzo annuì.
Ci infilammo i cappotti e uscimmo dalla porta anteriore che dava sul parco dell'istituto.
Il ghiaccio copriva parte delle mattonelle che facevano da sentiero nel giardino.
Ci accomodammo su una panchina appartata, dietro a un cespuglio rigoglioso di rododendro.
Per un paio di minuti, il silenzio regno tra noi due, finché Niall non si decise a parlarmi.
"Ci ho pensato per molto..." Sussurrò lui
"Bene, dimmi" accennai un sorriso voltandomi verso di lui.
Non sapevo cosa stavano per sentire le mie orecchie, ma il mio lavoro era anche quello di ascoltare i pensieri dei miei pazienti, quindi mi prostrai all'ascolto.

"Dottoressa... Se non fossi pazzo..." Il ragazzo deglutii "potrei mai avere una chance con lei?"

Mi guardò dritto negli occhi.

Sentivo le guance riscaldarsi, il cuore iniziare a battere forte per l'emozione e il nervosismo. È vero, era un pazzo assassino, ma era sempre un bel ragazzo... Che mi aveva appena chiesto se avesse avuto qualche possibilità con me, in diverse circostanze.
Oltre a sentirmi stupida e ancora ubriaca dalla notte scorsa, iniziavo a sentirmi pazza.
Come potevo soltanto pensare... Ma che diamine?!?

"Hahahah, non lo so, non saprei..." Iniziai a ridere isterica e spostai lo sguardo altrove.
Eravamo soli, non dovevo essere brusca, né tanto meno scortese...
In lontananza, un paio di infermieri e i loro pazienti passeggiavano, stretti nelle spalle nei loro cappotti.
La brezza fredda smuoveva le foglie rimaste sui rami delle querce attorno a noi.

"Perché fai così?" Sentii una mano calda sfiorare la mia. Mi girai di scatto e scostai le dita da quel tocco leggero e delicato.
La situazione stava degenerando.
"Così come" mi ricomposi, fissando il ragazzo dritto negli occhi
"Così. A volte sei dolce e timida, arrossisci per qualsiasi cosa io ti dica... A volte invece sei fredda e chiusa in te stessa... L'hai detto tu che siamo amici... Gli amici non fanno così."

Un sospiro di disperazione lascio le mie labbra.
Mi sentivo sconsolata e inutile, avevo fatto la cazzata più grande nella mia carriera. 'Teresa, sei una stupida' il mio subconscio iniziò a insultarmi.

"Niall... Io sono la tua psicologa, penso di aver sbagliato con te.... Penso di averti illuso" abbassai lo sguardo, sapendo che comunque sarebbe stato un brutto colpo per lui, ma in quel momento sembrava la cosa migliore da fare... Non sapevo come agire.
"Ah."
Niall scostò lo sguardo dal mio viso e iniziò a guardare un punto fisso altrove, come in un altra dimensione.
Una nuvoletta di condensa fuoriusciva dalle sue labbra, rosse per la bassa temperatura, ad ogni suo respiro.
Non parlammo per la seguente mezz'ora.

Mi sentivo stupida.

Non mi sentivo all'altezza dell'incarico.
Avevo sbagliato, ma non un calcolo in un equazione o un verbo in un tema, avevo sbagliato con una mente, con una personalità, avevo sbagliato con una persona. Questo tipo di errori non sono facilmente risolvibili, non si può tornare indietro a correggerli.
Quando qualcuno ripone la sua fiducia in te, è facile perderla ed è sempre molto difficile recuperarla, soprattutto quando parliamo di uno psicopatico con le barriere mentali totalmente sballate.

Obsession || N.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora