Capitolo 2

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Mi avvicino al professore con aria titubante, mi guardo in giro, accanto a lui ci sono due assistenti, carini, anche se uno assomiglia troppo ad Alessandro, il mio ex ragazzo storico.
Mi concentro sul professore, noto che la sua camicia è ancora perfetta, senza neppure una piccola piega dopo essere stata indossata per almeno due ore. Finalmente mi vede, mi fa cenno di avvicinarmi.
《È lei Gaia Renda?》- mi chiede - 《Sì, sono io》- rispondo apparentemente con grande calma e tranquillità, quando invece i neuroni del mio cervello viaggiano di qua e di là per ipotizzare tutte le opzioni drammatiche possibili; ecco, ammetto che un mio grande pregio, o difetto, non so bene come definirlo, è quello di apparire calma anche se dentro sono una tempesta.
Il docente si presenta, Giulio Bianchi, un vecchio amico di mia madre. Ecco perché aveva qualcosa di familiare! Mi dice che sono cresciuta molto dall'ultima volta che mi ha incontrata, ci credo, avrò avuto sette anni, e che sono diventata proprio una bella ragazza. Mi presenta i suoi assistenti: Giacomo, il sosia di Alessandro, alto, slanciato, occhi verde smeraldo, capelli bruni e un sorriso da mozzare il fiato, e Fabio, un ragazzo normale, alto anche lui, con capelli e occhi marroni.
Appena Giacomo mi stringe la mano provo un brivido lungo la schiena, ha una presa forte, ferma e sicura; mi dice che ora deve assistere ad un'altra lezione, ma che questo pomeriggio verso le 16:00 avrebbe piacere a prendere un caffè con me, giusto per darmi una mano a inquadrare il mondo universitario, spaventoso dal punto di vista di una matricola, qual sono io, adrenalinico dal punto di vista di un assistente, qual è lui.
Ci salutiamo e ci diamo appuntamento per le 16:30 al Caffè Verdi, accanto all'aula studio, 《non puoi sbagliare, - mi dice lui, sempre con un grande sorriso - sarà sicuramente piena di studenti in crisi》- perfetto, ora sì che sono più tranquilla!
I miei corsi terminano alle 15:00, bene, penso, posso fare un salto a casa, sistemarmi e trovare qualcosa di carino da mettere, ovviamente con l'aiuto di Veronica, lei sì che sa come presentarsi agli appuntamenti.

《Ehi Vero, sono a casa, ho un disperato bisogno di aiuto!》- dico io appena aperta la porta del nostro piccolo appartamento, trovarlo è stato davvero un colpo di fortuna. Un collega della madre di Veronica aveva una casa poco distante dal centro, troppo piccola per andarci a vivere con la famiglia, con troppi ricordi per venderla; così Cinzia, la mamma di Veronica, ha colto la palla al balzo e ha chiesto se la sua bambina e l'amica d'infanzia, io, sarebbero potute andare a viverci, fortunatamente ha accettato, e così ci siamo ritrovate ad avere un appartamento in centro, con un affitto miserissimo.
《Ehi Giz, com'è andato il primo giorno?》- eccola, una ragazza stupenda, tipica bellezza nordica: occhi blu ghiaccio, capelli biondo oro, alta e slanciata, e un sorriso che porta allegria.《Non potrai mai indovinare cosa mi è capitato; - inizio io - appena arrivata, in ritardo ovviamente, sono caduta davanti a tutta la classe. Finita la lezione il professore mi ha chiamata per presentarsi, un vecchio amico di mamma, vicino a lui c'era anche il sosia di Ale... 》. Veronica spalanca gli occhi sbalordita e mi fa segno di continuare:《... in breve si è presentato, si chiama Giacomo, e si è offerto di aiutarmi ad ambientarmi nell'università, questo pomeriggio ci vediamo per un caffè》. Non riesco a descrivere la reazione di Vero appena sentite le mie parole, ha letteralmente iniziato a fare salti di gioia. Dopo che io e Ale ci lasciammo, prima dell'inizio della maturità, soffrì moltissimo e per tutta l'estate non uscì con nessuno.
《Allora? Cosa mi metto? - le chiedo -Sai che non sono brava in queste cose》.

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