Cap IV

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Da quando Alex mi aveva chiamata "Donna" e lo scrivo con la d maiuscola perchè è una parola importante, soprattutto se affidata a me che non lo ero mai stata, mi sentivo sicura, come quando per la prima volta esci di casa da sola e puoi andare a scuola senza essere accompagnata, oppure attraversare la strada senza tenere la mano di mamma e papá, ti senti grande e invincibile. Era così, come se ora all'improvviso avessi imparato a camminare da sola ed era una sensazione straordinaria.
A scuola Alex era lì a guardarmi entrare, i suoi occhi brillavano e ogni mattina era sulle scale sul gradino più alto per vedermi arrivare e rimaneva lì, fermo ad aspettarmi, ormai lo sapevano tutti e io la trovavo la cosa più dolce che un ragazzo potesse fare, insomma aspettarti significa fermarsi per non perdere la persona che vuoi avere al tuo fianco, con la quale vuoi inziare la giornata, se poi la suddetta persona si fermava per aspettare me che ero sempre in ritardo, allora era prorio amore.
In quel periodo affidavo tutto a lui, le mie paure, le mie ansie ma anche la mia gioia ed il mio amore era come se solo con lui potessi essere la persona che avevo sempre desiderato essere ma che nessuno mai aveva cercato di capire.
Se ora mi dovessi descrivere credo mi descriverei diversa dalla Melissa che ero quando andavo a scuola, perchè sono cambiate molte cose ora sono più sicura e forte e soprattutto sono felice, sapete quella felicitá che ti viene da dentro, che nasce spontanea? È cominciata ad uscire fuori, a farsi strada proprio in questo periodo, forse anche grazie a lui ma anche ai miei amici che c'erano sempre a ridere delle mie stupidaggini e a sostenermi nei miei sogni, quando lo guardavo negli occhi mi sentivo forte e quando mi abbracciava ero completa e felice, ogni giorno era un sogno.
Quella sera il temporale mi svegliò, accesi il telefono per vedere l'orario e vidi un suo messaggio e delle chiamate senza risposta, cominciai a preoccuparmi ma tranquillizzandomi mi riaddormentai credendo solo che tutte quelle chiamate erano dovute alla tarda ora.
La mattina seguente arrivò mia madre svegliandomi come sempre con il profumo del caffè; Susi era lì giá pronta a rimproverarmi per il ritardo eppure quel giorno giá lo sapevo che non sarebbe stato un bel giorno, ma lasciai l'ansia tra le lenzuola e uscii di casa.

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